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Il consumo di pasta cresce in Europa

Con il lockdown una persona su quattro ha incrementato l'assunzione di questo mitico piatto. Il consumo di pasta cresce in Europa

Il consumo di pasta cresce in Europa
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Il consumo di pasta cresce in Europa. Il 2020, tristemente segnato dall’emergenza sanitaria globale, non ha fermato l’amore globale per la pasta. E’ quanto emerge dallo studio “Il consumo di pasta durante il lockdown”, realizzato da Doxa per Unione Italiana Food e Agenzia ICE. L’analisi si è basata su un campione di oltre 5mila persone in Italia, Germania, Francia, UK e USA. Cinque Paesi che, complessivamente, rappresentano più di un terzo del consumo mondiale di pasta e i primi mercati di riferimento per la pasta italiana.

Il consumo di pasta cresce in Europa

Una persona su quattro ha aumentato il consumo di pasta durante i mesi di lockdown, scegliendola come “piatto del cuore”, buono, sano, pratico e sostenibile, proprio nel momento più difficile. In Italia l’amore per la pasta non mostra cedimenti: la mangiano tutti (98%) con 23,1 kg procapite annui. E circa 6 italiani su 10, in tutte le fasce di età e con un picco al centro-sud, la portano in tavola tutti i giorni. Ma, sorprendentemente, la consumano anche tutti (o quasi) i francesi, i tedeschi e gli inglesi. Per non parlare dei 9 americani su 10, un dato incredibile se pensiamo che gli USA sono la patria delle diete iperproteiche. Va detto che in questi Paesi la media di consumo procapite è più bassa rispetto all’Italia (9 kg all’anno negli USA, 8 in Francia e Germania, 3,5 nel Regno Unito).

Pasta, pasta, pasta

Un altro dato sorprendente è legato alla frequenza con cui la pasta viene portata in tavola all’estero: in tutti i Paesi indagati, la maggioranza della popolazione mangia pasta in media da 1 a 4 volte a settimana, in percentuali che variano dal 56% degli americani all’85% dei francesi, passando per il 61% dei tedeschi e il 71% dei francesi. Addirittura, ben 6 americani su 100 e 7 francesi su 100 la mangiano tutti i giorni. I perché di questa scelta si rintracciano tanto nella sfera della razionalità quanto in quella della gratificazione: in tutti i paesi, soprattutto secondo i francesi, il motivo principale è che “si conserva facilmente e a lungo” (59%). A seguire il fatto che “è buona e mangiare un alimento gratificante aiuta sempre nei momenti difficili” (40%), in particolare per italiani e tedeschi. Inoltre, “piace a tutti e fa sentire uniti” (22%).

Fra tradizione e sperimentazione

Il lockdown ha (in parte) cambiato il rapporto degli appassionati con la pasta, tra certezze confermate e voglia di sperimentare. Il 26% del campione (con punte in Italia e Francia) ha preparato ricette della tradizione e di famiglia, per trovare conforto in un momento incerto; Il 21% ha preparato ricette più elaborate, avendo più tempo libero a disposizione; e ancora, hanno sperimentato “nuove ricette e nuovi metodi di cottura” (20%); hanno acquistato, specie italiani e francesi, “nuovi formati e tipologie di pasta come quella integrale, di legumi, senza glutine”, (15%). Tra le curiosità, il 10% degli americani ha ordinato la pasta con il food delivery. Germania (51%) e USA (43%) sono i paesi con più consumatori “conservatori” che non hanno modificato le loro abitudini.

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