Sulle tracce della storia

Al seguito di Napoleone

Tra ricordi di scuola e stratagemmi per far imparare la Storia ai nostri figli, eccovi una seconda proposta per “ripassare” o scoprire le vicende del nostro Paese visitando i luoghi dove si sono svolti gli eventi.

Al seguito di Napoleone
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Cent’anni fa Napoleone Bonaparte moriva a Sant’Elena. Sui libri di storia ne abbiamo ripercorso le imprese, ma molta della sua vita è legata al nostro Paese. Proviamo a riscoprirne le vicende e a farle conoscere anche ai più giovani andando sui luoghi italiani che l’hanno visto protagonista.

Liguria, dietro Albenga, quanti borghi “napoleonici”

Sono tanti i richiami a Napoleone nella terra ligure e ben prima di diventare imperatore. Anzi, furono proprio le battaglie combattute tra il 1794 e il 1796, in particolare nel Savonese, a renderlo famoso: non per nulla la battaglia di Loano del novembre 1795 è stata immortalata sull’Arco di Trionfo di Parigi.
Le truppe francesi combatterono un po’ ovunque: seguendone le orme si possono quindi riscoprire pittoreschi borghi antichi, arroccati sui crinali delle colline. Come quello di Altare, un vero gioiello medievale situato a ridosso del Colle di Cadibona e dal ‘400 città nota per i suoi mastri vetrai. Non si sa se Napoleone conoscesse l’attività vetraria del borgo, certo è che lo scelse come punto ideale per seguire dall’alto tutte le fasi militari quando non era sul campo di battaglia.

Ma gli uomini di Napoleone si mossero soprattutto all’interno, dietro i paesi di Albenga e Borghetto Santo Spirito. Albenga, innanzitutto, il cui centro storico pullula di antiche torri – non per nulla è detta la “Città delle cento torri” - e il borgo medievale è ancora oggi circondato dalle mura. Qui venne ospitato il quartier generale napoleonico, nel Fortino di Albenga, da cui si può osservare la linea di difesa dell’armata francese, una dorsale naturale che, partendo dal mare, passa da Capo Santo Spirito e termina sulle alture di Ormea.

Albenga, la “Città delle cento torri”

Nell’entroterra, tra i borghi antichi che ospitarono l’esercito francese spicca Toirano, con le sue straordinarie grotte ricche di stalattiti e stalagmiti e di testimonianze preistoriche, in particolare nella grotta della Bàsura che conserva numerosissimi resti di Ursus spelaeus, l’orso delle caverne. Ma anche Balestrino, con l’imponente Castello dei Del Carretto che domina il borgo abbandonato sottostante, oggi molto apprezzato dagli escursionisti per la ricchezza di itinerari panoramici. Qui merita una visita anche il santuario di Monte Croce, meta di pellegrinaggi da tutta Europa, dove la Madonna sarebbe apparsa a Caterina, una bambina dell’età di nove anni.

E poi il vicino borgo medievale di Zuccarello, capitale dell’omonimo Marchesato, antico stato italiano preunitario dal XIV al XVII secolo, dove merita una visita il Forte di Poggio Grande da cui si può ammirare un panorama spettacolare dalle Alpi fino al mare; e il borgo murato di Castelvecchio di Rocca Barbena con il suo centro fortificato fatto di antiche case di pietra da cui parte un susseguirsi di carruggi e di vicoli stretti e tortuosi.

Un accenno doveroso a Sarzana, nella Liguria di levante: non solo perché da qui ha origine la famiglia di Napoleone, ma anche perché a Sarzana si svolge dal 2001 il Napoleonfestival che, prima dell’arrivo della pandemia, culminava in una rievocazione storica in costume per le vie della città.

Quanti interventi a Milano, dove venne incoronato

È nel Duomo di Milano che il 26 maggio 1805, quando ancora aveva la facciata incompleta, avviene l’incoronazione a re d’Italia di Napoleone Bonaparte. Immaginatevelo mentre, fastosamente vestito, si pone in capo l’antica Corona ferrea, oggi conservata presso il Duomo di Monza, e pronuncia le famose parole: “Dio me l’ha data, guai a chi la tocca”. E da imperatore si comporta, modificando anche la città. Guardate cosa c’è da visitare tra i monumenti che videro il suo intervento. Cominciò proprio dal Duomo, di cui ordinò il completamento della facciata e il coronamento delle guglie. E tra le statue che adornano l’esterno della cattedrale pose anche quella di san Napoleone (che, naturalmente, prima non era mai esistito...).

La Corona ferrea, oggi conservata presso il Duomo di Monza

Sono da far risalire a Napoleone l’edificazione dell’Arco della Pace e dell’Arena civica, anfiteatro destinato a sfilate militari. Così come la trasformazione del grande complesso di Brera con l’Accademia, l’Orto Botanico, la Biblioteca Braidense e l’Osservatorio astronomico che vennero saldati in un nuovo grande progetto che portò alla realizzazione della Pinacoteca. Non per nulla al centro del cortile d’ingresso del complesso di Brera oggi spicca un’enorme statua di bronzo che raffigura proprio Napoleone come una divinità antica. Inoltre, valorizzò il teatro alla Scala, edificato nel 1776, facendolo diventare il teatro dell’opera secondo solo a quello di Parigi. E poi, ovviamente, c’è via Montenapoleone: la via oggi della moda era stata scelta dagli Austriaci come sede del Monte di Pietà che prenderà poi il nome di Monte di Napoleone.

Isola d’Elba, i luoghi dove ha soggiornato

Non arrivò certo baldanzoso nell’arcipelago toscano il 4 maggio 1814, reduce dall’abdicazione forzata e dopo una vera e propria fuga da Fontainebleau. Ma in quei 10 mesi che restò sull’Isola d’Elba si diede parecchio da fare, la fece diventare un centro politico-culturale e lasciò anche la sua impronta. Innanzitutto nel Palazzo dei Mulini, dove abitava a Portoferrario e da cui poteva osservare le navi in entrata e uscita dal porto, oggi Museo Nazionale. Poi nella residenza di campagna, Villa di San Martino, e all’eremo dedicato a Santa Caterina d’Alessandria, alle pendici del Monte Serra a Rio Elba, che conserva il lettino da campo dove ha dormito Napoleone. Infine, il condottiero francese intervenne anche nella valorizzazione delle miniere che fanno parte del Parco Minerario dell’Isola d’Elba.

Isola d’Elba, letto di Napoleone nel Palazzo dei mulini
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