Tra arte e storia

Il Bel Paese visto dall’alto di torri e campanili

Lo spettacolare panorama che si può godere dalla cima di queste straordinarie costruzioni presenti in molte delle nostre città può valere un viaggio.

Il Bel Paese visto dall’alto di torri e campanili
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Oggi i droni permettono di vedere qualsiasi cosa dall’alto. Ma volete mettere con lo stupore che si può provare a vedere personalmente dall’alto una città come Siena o Bergamo, Cremona o Genova? Imparagonabile! Ecco perché, in questo scorcio di inizio autunno vi proponiamo di andare alla scoperta delle nostre città arrampicandovi lungo le scale di torri e campanili, almeno là dove si può salire. Senza dimenticare che molti di loro sono anche delle vere e proprie opere d’arte da ammirare anche solo dal basso.

Lombardia, dal Torrazzo di Cremona al “Matitone” lecchese

Partiamo dalla torre campanaria medievale più alta d’Italia in laterizi e tra le prime in Europa: il Torrazzo, simbolo di Cremona, il campanile della Cattedrale di Santa Maria Assunta che raggiunge i 112,54 metri. Per arrivare fino in cima bisogna salire una scala di 502 gradini inserita nell’intercapedine della doppia canna di cui si compone il campanile, cioè di due torri inserite l’una nell’altra. Ma quando si arriva in alto, lo spettacolo è davvero singolare: innanzitutto sulla sottostante piazza con la Cattedrale e il Battistero, ma, nelle giornate più limpide, guardando verso nord è possibile scorgere le Prealpi e verso sud i primi colli appenninici. Da ammirare anche l’orologio meccanico astronomico zodiacale, uno dei più grandi del mondo: misura ben 8,20 m di diametro e venne costruito alla fine del XVI secolo (pensate, per fare un confronto, che l’orologio del Big Ben di Londra ha un diametro di 6,85 m). E poi le sette campane (del 1744 - dal peso compreso tra i 465 kg della più piccola ai 3.270 kg della più grande) più un’ottava, detta “delle ore” (1581) e, al suo interno, il Museo Verticale dedicato al tempo, sovrano della torre.

Altro primato è quello che spetta alla Torre del Popolo di Palazzolo sull’Oglio (BS): dominata dalla statua del centurione San Fedele, è la torre campanaria a sezione circolare più alta d’Europa raggiungendo i 91,8 m (7 quelli del santo). Venne costruita tra il 1813 e il 1838 su uno dei torrioni della Rocca Magna palazzolese, la Torre Mirabella, che apparteneva alla cinta muraria dell’antica Rocha Magna. È dotata di un concerto di 12 campane dal peso di 10.197 kg: dieci campane minori sono montate sulle celle campanarie all’esterno della torre, mentre quelle maggiori sono collocate all’interno.

Ci spostiamo sul Lago di Como, sponda di Lecco, per salire sul “Matitone”, com’è simpaticamente definito il campanile in stile neogotico della Basilica di San Nicolò che domina il capoluogo manzoniano. Costruito nella seconda metà dell’800, ha una possente base circolare risalente al Quattrocento che era parte integrante di una torre cannoniera merlata. Raggiunge i 96 m ed è il 6° campanile più alto d’Italia; è chiamato il “Matitone” per la pianta ottagonale e la punta piramidale. Grazie a un gruppo di volontari della parrocchia vengono organizzate visite guidate dei sotterranei del torrione, della loggia campanaria e della balconata che sovrasta la loggia. Dalla sua cima si gode un fantastico panorama sulla città di Lecco e sul suo lago, ma per arrivare sotto la cella campanaria bisogna pagare un faticoso prezzo: salire 396 gradini! Inutile dire che ne vale la pena. All’interno della cella campanaria, si trova un concerto di 9 campane: la maggiore ha un diametro di 1,68 metri e pesa 28 quintali circa con un battente di 60 kg circa. Segnaliamo una singolare coincidenza con l’altezza totale della torre: complessivamente il concerto di campane pesa 96 quintali.

Torre civica di Bergamo, detta il Campanone

Concludiamo il tour lombardo (anche se molte altre costruzioni meriterebbero di essere citate, come il campanile della chiesa di San Giulio a Castellanza, in provincia di Varese, che, con i suoi 93 m, è all’8° posto nella classifica italiana o la Torre di San Martino a Desenzano, sul lato bresciano del Lago di Garda, simbolo del Risorgimento italiano, alta 64 m, e di cui abbiamo parlato nell’articolo dedicato alle Guerre di Indipendenza), a Bergamo, con la Torre civica, detta il Campanone, che domina Piazza Vecchia e venne fatta costruire dalla potente famiglia Suardi nel dodicesimo. Dalla cima dei suoi 52,76 metri offre una vista panoramica mozzafiato sulla città antica e non solo. Alla sommità, raggiungibile a piedi (230 gradini) o più comodamente in ascensore, si trova la più grande campana della Lombardia che, ancora oggi, tutte le sere alle 22 batte i suoi suggestivi cento rintocchi a perenne ricordo della chiusura delle porte della città, lungo le mura, durante la dominazione veneta.

Piemonte, ad Alessandria il campanile più alto, ma quante torri ad Asti!

In terra piemontese abbiamo alcuni tra i più alti campanili d’Italia. Primo fra tutti quello del Duomo di San Pietro ad Alessandria. Alto 106 metri (compresa la croce in ferro, alta 8 metri e del peso di 12 quintali) venne costruito a più riprese tra il 1889 e il 1922, al posto del precedente e notevolmente più basso campanile, abbattuto dopo essere stato colpito da un fulmine. Cinque le campane che compongono il concerto, la più vecchia e la più grande delle quali risale al 1818.

Alessandria, campanile del Duomo di San Pietro

Vive, invece, di fama riflessa il campanile della basilica di San Gaudenzio a Novara. Questa, infatti, è nota per la sua cupola, opera di Alessandro Antonelli, l’architetto a cui si deve la Mole, simbolo di Torino e una delle costruzioni più famose d’Italia. La cupola, infatti, raggiunge i 121 metri, mentre il campanile, costruito prima, si ferma a 92 metri, risultando, comunque, il secondo più alto del Piemonte. Opera di Benedetto Alfieri, zio del famoso drammaturgo e architetto di Casa Savoia, è realizzato in laterizi e granito di Baveno e si trova isolato dalla chiesa, alla sinistra dell’abside, per non arrecare danni alla struttura dell’edificio con le vibrazioni prodotte dalle campane che sono 9, 8 che formano il concerto e una utilizzata come richiamo.

Anche Torino può vantare un campanile di rilievo: è quello della chiesa di Nostra Signora del Suffragio e Santa Zita, nel quartiere San Donato, che, con i suoi 83 metri, è una delle costruzioni più alte del capoluogo piemontese. Ma anche tra le più singolari per la sua struttura, curata in prima persona dal beato Francesco Faà di Bruno, e per le tecniche di costruzione usate: prima parte a base quadrata realizzata in muratura a mattoni pieni, mentre la parte superiore è a base ottagonale ed è realizzata con mattoni forati più leggeri; in mezzo è collocata la cella campanaria con delle bifore per ciascun lato, realizzata con 32 colonnine di ghisa per favorire il propagarsi del suono. Anche la guglia, sormontata da un angelo dell’Apocalisse che suona una tromba, è in ghisa. Nella parte più alta sono posizionati quattro orologi, posti ai quattro lati, che, secondo una leggenda, fu lo stesso beato a volere affinché potessero essere visti da tutti i lavoratori della zona, così da non essere ingannati sull’orario di lavoro.

Asti, Torre Comentina

Poi ci sono le torri. E allora è Asti che fa la parte del leone perché la città ne è davvero costellata. Innanzitutto la Torre Comentina di piazza Roma, alta 38,55 metri, la più alta non solo di Asti ma di tutto il Piemonte. Usata per diversi secoli come postazione di comando per la corsa del Palio, si presenta come una canna liscia e quadrata, con un elevato numero di finestre per lato, che termina alla cima con due fasce ad archetti in cotto ed arenaria e la merlatura ghibellina, a coda di rondine. È arrivata intatta fino a oggi anche la Torre Troyana o Torre dell’orologio, uno dei simboli architettonici della città, situata accanto al Palazzo Ducale o del Governatore. Alta 44 metri, ha una base quadrata di 5,90 metri per lato, termina con una merlatura “ghibellina” a coda di rondine e ha sopra un pinnacolo sporgente in metallo a copertura dell’orologio ancora funzionante: l’attuale campana del XVI secolo è tra le più antiche del Piemonte. E poi Torre dei Gazzelli di Rossana, di origine tardo duecentesca, tra le torri più spettacolari della città per la grandiosità architettonica (lato di 8,10 m), Torre Guttuari di piazza Statuto e la romanica Torre Rossa di San Secondo che, secondo la leggenda popolare, sarebbe stata l’ultima prigione del santo patrono della città (San Secondo) prima del martirio.

Liguria, la Lanterna di Genova

Non è una torre e nemmeno un campanile, ma è sicuramente la costruzione simbolo che s’innalza a Genova: la Lanterna, in genovese “a Lanterna de Zena”, il faro portuale del capoluogo ligure, per secoli strumento indispensabile alla navigazione notturna delle navi in entrata e uscita dal porto. Con i suoi 77 metri è il faro più alto del Mediterraneo e il secondo in Europa dopo il Faro dell’Île Vierge, nel dipartimento francese di Finistère e il quinto del mondo. E con lo storico scoglio sul quale si poggia, raggiunge i 117 metri d’altezza. Costruito nella sua struttura attuale nel 1543, è inoltre il faro più antico d’Europa, fra quelli ancora in attività. Sorge al margine orientale del quartiere di Sampierdarena, ed è accessibile dalla città esclusivamente attraverso una passeggiata pedonale di circa 800 metri che si sviluppa per la maggior parte a sbalzo esternamente alle vecchie mura cittadine attraverso un percorso che sovrasta le banchine del porto. Per raggiungere la sommità al suo interno, si sviluppa una scala in muratura di 365 gradini totali, di cui 172 aperti al pubblico per raggiungere la prima cornice.

La Lanterna di Genova

Toscana, campanili e torri che sono opere d’arte

La regione è, a dir poco, ricca di torri (si pensi ad esempio a San Gimignano…). Ci focalizziamo sulle tre più simboliche e partiamo dalla più alta perché non si potrebbe definire qual è la più importante.

La Torre di Arnolfo, che prende il nome dall’architetto Arnolfo di Cambio e svetta su Palazzo Vecchio a Firenze, è alta circa 94 metri e venne costruita verso il 1310 quando il corpo del palazzo era quasi terminato. È posta sulla facciata ma è decentrata verso destra per chi guarda frontalmente il palazzo perché poggia su una casa-torre preesistente detta “della Vacca” a causa del nomignolo affibbiato dai fiorentini alla grossa campana che la sormontava. All’interno della torre, 233 scalini portano in cima, dove si trovano due celle campanarie e la grande banderuola segnavento. Salendo si incontra un piccolo vano, denominato l’Alberghetto, dove vennero tenuti prigionieri, tra gli altri, Cosimo il Vecchio prima di essere condannato all’esilio (1433) e Girolamo Savonarola prima di essere impiccato e arso in piazza il 23 maggio 1498. L’orologio presente sulla torre conserva ancora il meccanismo risalente al 1667.
Rimanendo a Firenze, come si fa a non salire sul Campanile di Giotto? La torre campanaria di Santa Maria del Fiore, la cattedrale di Firenze, è alta 82 metri e il numero degli scalini per salire sulla sommità è 398 originali a cui si devono aggiungere i 15 che fanno parte della prima rampa di accesso. Nel progetto originale di Giotto era addirittura prevista una terminazione a cuspide piramidale alta 50 braccia fiorentine (circa 30 metri), secondo cui l’elevazione totale sarebbe dovuta essere di 110-115 metri circa. Straordinaria la policromia creata dal raffinatissimo rivestimento in marmi bianchi, verdi e rossi ed eccezionale il grandioso ciclo figurativo che adorna il basamento del campanile (oggi sostituito con copie, mentre gli originali si conservano nel Museo dell’Opera del Duomo) a cui parteciparono alcuni tra i migliori scultori presenti a Firenze da Andrea Pisano al figlio Nino, da Gino Micheli da Castello fino ai cosiddetti Maestro dell’Armatura e Maestro di Saturno.

Firenze, panorama della città con la Torre di Arnolfo e il Campanile di Giotto

Ci spostiamo a Siena per salire sull’altrettanto famosa Torre del Mangia che domina Piazza del Campo e che prende il nome, o meglio il soprannome, da uno dei primi campanari, tale Giovanni di Balduccio che, probabilmente, aveva il brutto vizio di sperperare i suoi guadagni. La torre civica del palazzo Comunale, in cotto fino al coronamento, sotto la cella campanaria, e poi in travertino, arriva a 88 metri d’altezza che diventano 102 se si conta il parafulmine. All’interno ospita una scala per salire fino alla loggia in cui era riposta la campana: con 110 gradini si raggiunge il terrazzino con vista sulla piazza, mentre per arrivare alla cella campanaria se ne devono salire altri 242, che diventano, in tutto, più di 400 se si contano a partire dall’ingresso anteriore dei Magazzini del Sale. Inutile dire che, in tutti e tre i casi, lo spettacolo sulle due città che si gode dall’alto vale ampiamente la fatica.

Siena, la Torre del Mangia
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