Due incontri a Bormio e Sondrio per capire meglio le Olimpiadi
Il centro culturale Oltre i muri propone due serate per approfondire i tanti temi sul tavolo
Sono due gli incontri che il centro culturale Oltre i Muri ha messo in cartellone per giovedì 16 febbraio 2023, a Bormio, e venerdì 17, a Sondrio. Lo scopo è quello di presentare un libro «scomodo» e aprire in Valle un dibattito sulle Olimpiadi 2026 e, soprattutto, sul futuro, su ciò che lasceranno in eredità al territorio.
Due incontri a Bormio e Sondrio per capire meglio le Olimpiadi
Protagonista delle due serate sarà Luigi Casanova, autore di «Milano Cortina 2026 - Ombre sulla neve». Introdotti dal presidente di Oltre i Muri Angelo Costanzo, dialogheranno con l’autore Duccio Facchini (direttore di Altreconomia), lo scrittore e blogger Luca Rota (solo a Bormio), la sindaca di Montagna Barbara Baldini e il referente del comitato referendario della piana dell’Alute Guido Morcelli. A entrambi gli incontri, con inizio alle 20.45, sarà presente la guida alpina Michele Comi.
Gli incontri saranno moderati dalla direttrice di TeleMonteneve Gloria Massera (a Bormio) e da quello di Centro Valle Riccardo Baldazzi (a Sondrio) e si svolgeranno a partire dalle 20.45. Si terranno nelle sale della Banca Popolare di Sondrio, sia nella Magnifica Terra che nel capoluogo valtellinese.
Olimpiadi e turismo in montagna
Il presidente di Oltre i Muri la definisce «la madre di tutte le battaglie». Perché secondo Angelo Costanzo le Olimpiadi sono sì un’occasione, ma solo se si riuscirà ad aprire un dibattito vero «sulla visione del turismo in montagna sulle Alpi di qui a vent’anni». I due incontri messi in programma a Sondrio e Bormio sono un passo in questa direzione.
E Costanzo lo dice chiaramente: «La nostra è un’iniziativa non estemporanea sul tema delle Olimpiadi, ma in continuità con quello già fatto in diverse occasioni. Non abbiamo voluto questi incontri perché ci saranno le Olimpiadi, ma perché occorre affrontare il tema dello sviluppo della aree montane e anticipare, da un punto di vista socio-economico, come si modificherà il turismo in montagna in relazione ai cambiamenti climatici nelle zone alpine. E questo anche in funzione dello sci. Magari cercando di capire perché ormai non c’è più nessun imprenditore che investa in questa direzione, soprattutto al di sotto dei duemila metri di quota».
La visione di Costanzo - e non solo la sua - è chiara: «Occorre superare la logica della montagna intesa come una grande giostra da offrire ai turisti. Non serve inventarsi cose come le escursioni con le motoslitte, gli elicotteri che portano gli sciatori in alta quota, i ponti tibetani o le panchine giganti. Occorre riflettere di cosa sarà il turismo in montagna da qui a vent’anni. Partendo da un presupposto che ci pare ormai assodato: c’è sempre più richiesta di benessere, qualità e naturalità, cioè di poter vivere la montagna per quello che è davvero. E anche in occasione delle Olimpiadi occorre prepararsi in anticipo».
Le Olimpiadi non sono solo sport
E se i giochi a cinque cerchi sono innegabilmente un grande evento sportivo, bisogna alzare lo sguardo, secondo i promotori di questa visione alternativa, dai campi di gara.
«Il concetto chiave è analizzare quello che sta intorno alle Olimpiadi - prosegue Costanzo - E intorno ci stanno tante cose. Ci sono, ad esempio, grandi risorse economiche che vengono usate senza un reale confronto con i territori, in particolare per quel che riguarda le opere pubbliche importanti e che poi restano. E non è un caso se, visti i ritardi, si è arrivati a un commissariamento. Il rischio è che per fare presto si facciano le cose male, con un utilizzo e uno spreco del territorio che non vale l’evento olimpico. Ne cito una: l’idea di devastare la piana dell’Alute a Bormio; credo sia una scelta scellerata dal punto di vista ambientale e turistico di quel territorio. Per non parlare della tangenziale di Sondrio al Trippi. Si rischia di fare opere soggette alla fretta per dimostrare che si è fatto qualcosa in funzione delle Olimpiadi. Opere che rimarranno per sempre...».
Secondo Costanzo è da qui che si deve partire: «Il vero tema è riflette su quale modello vogliamo basare lo sviluppo turistico nell’arco alpino nel futuro. Come si intende concepire il turismo nei prossimi anni? Rispondere in maniera corretta a questa domanda è fondamentale per la nostra terra».