Il 3 febbraio 1945 a Vervio: memoria e commemorazione del Martirio di Rogorbello
Momento fondamentale per riflettere sulla lotta per la libertà e la democrazia che ha segnato la storia del nostro paese.
Il 3 febbraio 1945, nella frazione di Rogorbello a Vervio, sei persone furono catturate dai fascisti della Guardia Nazionale Repubblicana di frontiera.
Martirio di Rogorbello
Tra loro vi erano cinque partigiani appartenenti alla Brigata Gufi e un civile. Dopo essere stati legati al collo con una corda da campana, vennero trascinati fino a Vervio, dove furono sottoposti a violente percosse e torture per estorcere informazioni sui loro compagni.
Nonostante le sevizie, i prigionieri rifiutarono di parlare. Quattro partigiani e il giovane civile, un ragazzo di soli vent'anni, furono giustiziati.
Il sesto partigiano, data la sua giovane età, fu invece trasferito a Brescia, condannato a morte e destinato a un campo di sterminio in Germania. Tuttavia, riuscì a fuggire durante il trasferimento, sfuggendo così a un tragico destino.
Dopo l'eccidio, i fascisti sfogarono la loro ira sulla popolazione locale, incendiando le abitazioni della frazione di Rogorbello.
Commemorazione
Come ogni anno, Vervio ha commemorato questo tragico evento con una cerimonia solenne, tenutasi domenica 2 febbraio 2025. La giornata di ricordo è iniziata con una messa celebrata da don Ferruccio in memoria delle vittime. Successivamente, nella piazza del monumento dedicato ai martiri partigiani, è stata deposta una corona d'alloro sulla lapide commemorativa. Alla cerimonia hanno preso parte i sindaci dei comuni vicini, da Tirano a Grosotto, nonché rappresentanti delle autorità militari, delle associazioni d’arma, dell’ANPI e numerosi cittadini.
Durante il suo discorso, il sindaco di Vervio, ingegnere Enrico Ciampini, ha ricordato gli eventi accaduti, sottolineando l'importanza dei valori della pace, in un contesto globale attuale in cui essa appare sempre più compromessa.
Anche il presidente provinciale dell’ANPI, ingegnere Sergio Spolini, ha preso la parola, ribadendo come la memoria storica sia fondamentale per evitare il ripetersi degli errori del passato.
"Ignorare il passato significa rischiare di ripeterlo," ha affermato, evidenziando i pericoli legati alle manipolazioni storiche e alla dimenticanza degli ideali per cui molti partigiani hanno sacrificato la propria vita. Ha inoltre ricordato come, sebbene la lotta partigiana abbia sconfitto il regime fascista, l’ideologia su cui esso si basava non sia stata definitivamente debellata, citando le stragi di Milano, Brescia, Bologna e dell’Italicus, avvenute nel dopoguerra con l’intento di destabilizzare il sistema democratico italiano.
Spolini ha infine sottolineato l'importanza della tutela dei valori di libertà, democrazia, pace e diritti civili conquistati con la Resistenza. Ha ribadito l’impegno dell’ANPI per la piena attuazione della Costituzione italiana, definendola antifascista e denunciando i tentativi di modificarla in modo da alterarne la natura originaria. Ha infine sottolineato che proteggere questi principi è un dovere morale nei confronti delle vittime di Vervio e di tutti coloro che hanno combattuto per la libertà e la giustizia sociale, oggi minacciate anche da politiche che indeboliscono il sistema sanitario e la scuola pubblica.
La commemorazione si è conclusa con un momento di raccoglimento, nel segno del rispetto e della memoria per coloro che hanno dato la vita per un'Italia libera e democratica.