Da ‘smandulà’ a ‘picasass’: la Lombardia del fare entra in un libro
Voci popolari e dialettali trovano casa in un dizionario pop che celebra la cultura del fare: “Inventàrio. Il linguaggio della manifattura.

Smandulà, desciolès, ütegh. Ma anche barlafüs, busù, picasass, bargiulin e rasghi. Parole che raccontano la Lombardia che lavora, che inventa, che resiste. Parole che profumano di officina e di montagna, di metallo e di sudore, di artigianato e di identità. Finalmente anche il lessico del lavoro trova cittadinanza in un dizionario che non è solo linguistico, ma profondamente culturale. Oggi, infatti, queste voci popolari e dialettali trovano casa in un dizionario pop che celebra la cultura del fare: “Inventàrio. Il linguaggio della manifattura”.
Inventàrio
Promosso da Confimi Industria - l'associazione dìimprese guidata da Paolo Agnelli, industriale bergamasco e titolare delle Trafilerie Alexia di Gordona - e pubblicato in occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy Inventàrio raccoglie oltre 500 termini legati al mondo produttivo italiano: tecnicismi, espressioni dialettali, neologismi e note ironiche. Un viaggio linguistico e culturale che mette al centro chi il lavoro lo vive ogni giorno.
Nel libro, la Lombardia emerge con forza: non solo come motore industriale, ma come culla di un lessico vivo e autentico. Da smandulà, smontare, armeggiare, sistemare con le mani; a desciolès ovvero “sbrigati!”, classico incitamento da reparto. Ütegh ovvero l’operaio alla pressa, figura silenziosa ma essenziale e barlafüs, il lavoratore svogliato, figura mitica ma temuta delle linee produttive.
E poi il busù, il foro nel metallo, parola semplice ma precisa, e il picasass: lo scalpellino, simbolo delle valli e delle radici artigiane, il bargiulin colui che spinge il carrello, il cuore mobile della fabbrica e il rasghi che è sia un seghetto che l’operaio agile e scattante.
Un libro che è anche un atto d’amore per il territorio. Inventàrio è pensato per imprese, scuole, istituzioni e comunicatori. Ma soprattutto per le persone. Quelle che costruiscono ogni giorno l’identità del nostro Made in Italy, con competenza, dedizione e una lingua che vale quanto un brevetto.
Il volume, con la premessa del Ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, realizzato con il contributo di Treccani, sottolinea come “Dare valore alle parole del lavoro significa dare voce a chi lo tiene in vita, con le mani e con la testa. Anche qui, tra le montagne e i capannoni della nostra Lombardia" sottolinea Paolo Agnelli.