Alberto Cristofori presenta la traduzione in italiano contemporaneo del Decamerone di Boccaccio
Prestigioso appuntamento il prossimo 9 maggio in anteprima all’auditorium Mascioni.

Alberto Cristofori presenta la traduzione in italiano contemporaneo del Decamerone di Boccaccio. Particolare appuntamento venerdì 9 maggio alle 20.45 all’auditorium Mascioni di Villa, ingresso libero e a cura della biblioteca. La presentazione di Marco Tognini: "Alberto Cristofori, che è un traduttore eccezionale e sensibile, ha pensato di tradurre il capolavoro di Boccaccio in italiano contemporaneo. Un’operazione senza dubbio ad alto rischio (li sentite già i lamenti dei custodi dei cimiteri?), ma anche un’operazione democratica, e soprattutto un invito a una lettura che rimetta al centro l’esperienza del piacere del testo, sottratto alle sue riduzioni scolastiche e privato delle impalcature degli studiosi. Il libro uscirà il 2 di maggio e sono contentissimo che una delle prime presentazioni sarà a Villa di Tirano, il 9 maggio. Alberto ci racconterà da dove nasce questa esigenza di una traduzione, del suo lavoro, e soprattutto ci parlerà delle novelle e di quelle esperienze "umane e troppo umane" che vivono i protagonisti. Sarà inoltre possibile sfogliare e comprare il libro, grazie alla collaborazione della Libreria Il Mosaico. Vi aspettiamo in auditorium".
Studi
Non solo: "Si ha spesso la sensazione, soprattutto quando la si studia a scuola, che la letteratura (italiana) sia qualcosa di passato, di polveroso, di morto. I professori, proprio come i critici di cui parlava Sartre, sembrano alle volte "custodi di cimiteri". Eppure, qualche volta si scopre, magari ad anni di distanza rispetto a quando si stava fra i banchi, che le cose non stanno così. Scopriamo, cioè, che la letteratura ci parla dell’esperienza dell’essere umano e del suo mondo. Pensiamo per esempio quante volte, negli anni del Covid, si è fatto riferimento al Decameron di Boccaccio. Di cosa parla, essenzialmente, il Decameron? Di dieci giovani che, di fronte a quell’esperienza estrema che è una pandemia, si rifugiano fuori città e per passare le giornate fanno una cosa molto semplice: si raccontano delle storie. Tante storie, tutte diverse. Durante questo tempo, danno forma a una nuova comunità e si immaginano un mondo diverso".