La Diocesi dona 2mila mascherine al carcere di Sondrio
Oggi nella struttura di via Caimi la consegna della donazione.

Questa mattina, venerdì 15 maggio 2020, il carcere di Sondrio ha ricevuto la donazione della Diocesi di Como: 2000 mascherine recapitate alla struttura di Via Caimi dal Vescovo di Como S.E. Mons. Oscar Cantoni, attraverso il direttore della Caritas Como, Roberto Bernasconi.
Grande cuore
“In questi mesi difficili – spiega il direttore Carla Santandrea - i cittadini e le Istituzioni hanno dimostrato di avere un grande cuore. Oggi il virus fa un po' meno paura, ma non è stato ancora debellato per cui, sin dall'inizio, abbiamo attivato con grande precisione i protocolli fissati per le strutture carcerarie. Nessuno ha mai lasciato nulla al caso, proprio per salvaguardare e tutelare la salute dei detenuti e del personale che quotidianamente opera all'interno della casa circondariale. Un ringraziamento particolare questa mattina è stato rivolto al Vescovo di Como S.E. Mons. Oscar Cantoni che ha voluto dimostrare la grande vicinanza della Diocesi alle strutture detentive, un gesto di solidarietà e di affetto”.
Limitare i contagi
Il direttore dell'Istituto Carla Santandrea, con il Cappellano Ferruccio Citterio, hanno ospitato Roberto Bernasconi che ha consegnato le mascherine per la struttura. La donazione prevede la distribuzione dei presidi a tutti gli operatori del carcere e ai detenuti impegnati nelle diverse attività lavorative. Un ulteriore gesto di attenzione che, in questi mesi, ha visto la direzione impegnata per limitare i contagi e assicurare ai detenuti un'attenzione particolare.
Sostegno
“La Comunità cristiana ha dimostrato di essere in grado di creare una rete a sostegno dei più bisognosi. - commenta il direttore della Caritas Como Roberto Bernasconi - La scelta di donare le mascherine ai più bisognosi è stata condivisa con il Vescovo di Como che ha voluto donare 6mila mascherine al carcere di Como, 2mila a quello di Sondrio e altre 6mila alle persone che si rivolgono ai Centri per l'ascolto e ai senza fissa dimora. È un piccolo gesto, ma con un profondo significato che si colloca proprio in una logica di solidarietà. In questi mesi i volontari hanno dimostrato con forza la propria volontà di rendersi utili a tutti i livelli mettendo anche a rischio la propria salute”.
Il dono del dare si materializza ora con tanti piccoli gesti che hanno permesso a molti di far fronte a questi mesi di emergenza sanitaria.