Addio Villa Brioschi, demolita la storia
Un gioiello architettonico di che si trova a San Pietro, in Comune di Corteno Golgi, è stato distrutto. Poi lo stop al cantiere.

Un vero pezzo di storia di Aprica, anche se si trova a San Pietro in Comune di Corteno Golgi, che se ne va. Dall’oggi al domani, sul finire della scorsa settimana, è stata parzialmente abbattuta la bellissima e antica Villa Brioschi, per costruire un nuovo, ennesimo, residence di certo gusto architettonico completamente diverso. Il Comune di Corteno non ha impedito quello che la stragrande maggioranza degli abitanti della zona ha definito un vero e proprio scempio, postando sui social commenti indignati. Poi però ha celermente bloccato i lavori, lasciando pensare che dietro ci sia stata una qualche forzatura da parte del costruttore. E in una realtà in cui palazzi di dubbio gusto sono cresciuti negli anni come funghi, la cosa lascia ancora più amaro in bocca. La dimora, in stile tardo liberty, era stata costruita nei primi anni del Novecento ed era stata il "rifugio prediletto" di colui che nel 1906 fu insignito del Premio Nobel per la Medicina, Camillo Golgi. Nel 2007 la ristrutturazione di quella che era divenuta un relais iconico per la località sciistica.
Indignazione
Così Arnaldo Soncelli: "Dovrebbero pubblicare il rendering della nuova costruzione. Un nuovo hotel o condominio? Chiedere forse al Comune di Corteno Golgi o a uno dei tanti immobiliaristi di Aprica/Corteno". Ecco Alessandro Angius: "Niente di nuovo sotto il sole, purtroppo. La storia di certe scelte nella nostra provincia sembra segnata da amministrazioni che hanno spesso messo gli interessi privati davanti a quelli della collettività. Il risultato è sotto gli occhi di tutti... e non è un bel vedere per la nostra provincia". Dura Sonia Aggioni: "Perché demolire una casa storica, poteva diventare un museo, un bed and breakfast, un piccolo ristorante, una pizzeria, un bar. Purtroppo non abbiamo ancora imparato, che tutto ciò che riguarda la nostra storia, è un bene prezioso". Ecco Chiara Ciurlia: "Il mondo al contrario… ciò che dovrebbe essere abbattuto per una messa in sicurezza, in primis, e soprattutto perché architettura indegna per una località di montagna resiste… una perla storica invece fa questa fine…". Autorevole il parere di Alex Bellini: "La Villa Brioschi era già stata snaturata anni fa, quando dopo il restauro le avevano aggiunto quella terribile estensione, arredata alla buona. Ciò che mi rattrista non è tanto l’abbattimento in sé, quanto il timore per ciò che sorgerà al suo posto". Simona Bianchi: "Opinione mia, hai in mano una perla rara di storia e architettura, casa ricca di fascino, una location unica e la butti via per sostituirla con una perla finta copia anonima della precedente... Bah, nonsense anche dal punto di vista imprenditoriale! I costi di risanamento conservativo rispetto a questa "ristrutturazione" (usufruendo magari dei bonus) ovviamente cambieranno di molto ma è comunque una scelta che non capisco e non condivido".
Negri
Infine Stefano Ghiroldi che chiama in causa Davide Negri, amministratore del Comune di Corteno: "Da contribuente del Comune di Corteno Golgi chiedo al sindaco come sia stato possibile permettere uno scempio di questo genere e lo invito pubblicamente a spiegare le ragioni per le quali l’amministrazione comunale ha consentito la demolizione di Villa Brioschi. Consentire ciò per far spazio ad un nuovo condominio? Per portare in cassa soldi? Spremere San Pietro per abbellire le altre frazioni? Autorizzare questa attività meriterebbe l’inibizione, almeno morale, da ogni carica pubblica. Perché consentire di cancellare il bello è quanto meno da condannare. Davide Negri, sei in consiglio comunale… fatti sentire…". E Negri ha risposto: "Questa situazione è sicuramente molto delicata, come penso tanti altri sono rammaricato, arrabbiato e deluso perché come sempre accade in Italia, si arriva a multare, bloccare e fare le dovute verifiche solo dopo che i fatti sono successi. Sicuramente chi ha sbagliato adesso deve pagare, probabilmente l’intenzione del costruttore era di ricostruire il fabbricato sulla stessa impronta e con la stessa finitura del precedente, sta di fatto che partire da una domanda di “ristrutturazione” per poi demolire, da parte mia non si può ridurre con un blocco lavori e un verbale! Qui c’è gente che sapeva tutto da settimane ma ha preferito tacere! Purtroppo per noi oggi restano solo le macerie di una struttura tra le più belle, antiche e affascinanti non solo di San Pietro ma di tutto il nostro territorio".
Blocco
Il Comune di Aprica è a tutti gli effetti legislativi e burocratici incolpevole, peccato però che in questi accadimenti ci siano quasi sempre di mezzo anche degli imprenditori immobiliari aprichesi. Quello di Corteno dice che aveva in mano un progetto di ristrutturazione che dichiarava il mantenimento della struttura. E’ stata presentata la mattina del 17 aprile una Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) in variante che ha consentito l’avvio immediato dei lavori. Dopo il sopralluogo del Comune sulla demolizione, è scattata la sospensione. Ma il danno era fatto, nonostante la palla sia passata alla Soprintendenza. Molta nebbia... Dopo il pezzo sull’edificio Calimero di Aprica della settimana scorsa abbiamo invece ricevuto l’ottima notizia che è in fase progettuale una grande ristrutturazione firmata nientemeno che da un archistar. Speriamo non sia il Fuffas di Crozza e attendiamo con ansia il progetto da pubblicare; finalmente, dopo decenni di articoli, una bruttura orrenda nel cuore di Aprica, potrà scomparire.
Mentalità anni 60, non bastano i casermoni giá costruiti, gli abeti rimossi per costruire le villette in quella via, ora non esiste più un pezzo unico di storia di Aprica. Quando si imparerà da altri comuni montani a misura d'uomo e non di costruttore...
Ho passato le mie vacanze dal 1980 al 2000 e ho visto un bel posto con prati e boschi diventare anno dopo anno una selva di costruzioni di dubbio gusto tipo interland di Milano... Ecco perche' non vado piu' all'Aprica . Un vero peccato.
Il Sindaco di Aprica ha ragioni da vendere. San Pietro che conosco dagli anni 50 e cosi anche Aprica mi ricordano i Ragazzi della Via Gluck,erba e cemento.Ma questo è stato il mercato degli anni 50 con le seconde case che hanno creato inizialmente un benessere per tutti. Nella foga edilizia sono scappate alcune brutture architettoniche che hanno circondato perle come Villa Brioschi.Parliamo di Calimero ecomostro di Aprica ,leggo oggi oggetto di intervento.Un tempo sali alle cronache come ecomostro italiano in un articolo credo su Panorama.Bene tutto questo ma a mio avviso Calimero è stata una “genialità “ architettonica.
I beni di rilievo storico ed estetico inseriti nel contesto del luogo e del paesaggio sono la ricchezza culturale pubblica e il segno dell’appartenenza alla comunità. Per questa ragione ho proposto l’anno scorso a più istituzioni e associazioni culturali valtellinesi un primo incontro pubblico avente per tema l’eredità estetica dell’architettura alpina. Purtroppo la mia proposta indirizzata al largo pubblico più che ai professionisti del settore non ha trovato il sostegno necessario delle organizzazioni spesso direttamente coinvolte e responsabili della salvaguardia e della conservazioni dei beni culturali. Rimane solo l’appoggio al convegno di poche persone pienamente consapevoli che senza la considerazione dell’eredità estetica la popolazione alpina sta perdendo uno degli aspetti visibili della propria storia e il carattere identitario dei luoghi che sono uno tra gli elementi di maggiore attrazione per i frequentatori della montagna. Il largo pubblico deve avere le conoscenze e gli strumenti per difendere il lascito culturale ed impedire che i progetti di modifica o di demolizione vengano presentati come una necessità o come un miglioramento senza esserlo. La perdita è sempre più grave dei vantaggi economici. La necessità di un convegno sull’eredità estetica dell’architettura alpina e i dibattiti in incontri successivi rimangono una strada indispensabile per far crescere una maggiore consapevolezza della popolazione, delle amministrazioni e dei professionisti in tutti i settori coinvolti. Vaclav Sedy PhD. Sondrio
Frequento Aprica da quando avevo 4 anni. All’epoca la villa Brioschi aveva un giardino immenso dove crescevano i porcini..e poi prati infiniti fino alla colonia…ora non c’è più niente…ogni volta mi si stringe il cuore…e’ uno scempio continuo …e la cosa più assurda è che sono tutti peggiorativi….una vergogna