Bormio

Appello per salvare la chiesa del Sassello

Dal Museo civico di Bormio.

Appello per salvare la chiesa del Sassello
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Il Museo civico di Bormio lancia un appello per salvare la chiesa del Sassello. L’occasione dei martedì al Museo, presso la Sct’ua granda di Palazzo De Simoni, è stata colta per presentare la situazione di degrado in cui versa la chiesetta, cercando soluzioni di restauro della struttura anche con l’aiuto del FAI (Fondo per l’ambiente italiano), qui rappresentato da Ida Oppici. Attraverso la raccolta firme ci si propone di inserire la chiesa tra i Luoghi del cuore FAI di cui Ida Oppici ha tracciato una breve storia a partire dalla sua fondazione nel 1975 per volere di Giulia Maria Crespi, fino alle Giornate del FAI che permettono l’accessibilità al patrimonio artistico italiano, soprattutto a quello meno conosciuto o difficilmente fruibile. Lorenza Fumagalli, storica e archivista del Comune di Bormio, ha ripercorso la storia della chiesa del Sassello che deve il nome proprio allo sperone di roccia su cui è stata edificata nel 1300, rappresentando poi per la comunità locale un luogo di forte devozione dovuto a leggende e guarigioni miracolose.

Leggenda

Un’antica credenza diceva che sotto l’attuale chiesa ce ne fosse un’altra che custodiva il Santo Gral. La chiesa è stata di proprietà di illustri e nobili famiglie bormine tra cui i Bellotti (don Baldassarre Bellotti nel Seicento ha promosso il rifacimento della chiesa) fino ai recenti Peloni/Tarantola. Al suo interno, come ha illustrato la direttrice del Museo civico Manuela Gasperi, si trovava una preziosa ancona lignea
che è stata restaurata e posta all’interno del Museo civico; inoltre sulle pareti, in cattivo stato attualmente, sono presenti tracce di affreschi
del Quattrocento raffiguranti i 12 apostoli, poi è conservato un bel crocifisso ligneo, un altare seicentesco e numerosi quadri raffiguranti ex voto, inerenti miracoli e guarigioni ottenuti con la preghiera alla Madonna del Sassello garanzia anche di indulgenze. Per il recupero della chiesa è stato fondato anche un comitato guidato da Giuseppe Tarantola.

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