Attivata la Prostate Unit: approccio multidisciplinare per la cura del tumore alla prostata
Nelle strutture ospedaliere della provincia di Sondrio le professionalità e le apparecchiature per curare una delle patologie tumorali più diffuse negli uomini.
Chirurgica, radioterapica e oncologica: sono le armi a disposizione per combattere il tumore alla prostata. Vengono usate, a seconda dei casi, dai medici dell'équipe multidisciplinare che hanno creato, all'interno dell'Asst Valtellina e Alto Lario, la Prostate Unit, sul modello della Breast Unit già esistente per la cura del cancro al seno.
Con la Prostate Unit un approccio multidisciplinare per la cura del tumore alla prostata
I direttori delle Unità operative complesse coinvolte - Pierluigi Giumelli per l'Urologia, Alessandro Bertolini per l'Oncologia e Claudio Barbonetti per la Radioterapia Oncologica - si riuniscono per esaminare i casi, adottando un approccio multidisciplinare che consente di valutare la situazione del paziente al quale è stato diagnosticato un tumore, partendo dalla sua storia clinica per giungere alla definizione delle opzioni terapeutiche e proseguire con il follow up. I pazienti arrivano per il 95% dall'Unità operativa complessa di Urologia, diretta dal dottor Giumelli, oltre a una percentuale di utenti che si era inizialmente rivolta a strutture e medici di fuori provincia. Il tumore alla prostata è secondo soltanto a quello ai polmoni per diffusione tra gli uomini, in Italia: sono 37mila i nuovi casi riscontrati ogni anno, il 19% de i tumori maschili. Colpisce in particolare modo gli over 65, ma si sta evidenziando una diminuzione dell'età.
Vengono esaminati i casi che si presentano nelle diverse strutture di Asst
«Il momento di confronto è aziendale - evidenzia il dottor Giumelli - Esaminiamo tutti i casi che si presentano nelle diverse strutture che afferiscono all'Asst. I pazienti possono contare su un punto di riferimento, certi che le diverse terapie saranno esaminate allo scopo di individuare la migliore o l'associazione migliore fra queste. L'offerta è di alto livello perché, anche dal punto di vista chirurgico, offriamo tutte le possibilità per un intervento appropriato».
Di volta in volta, le riunioni interdisciplinari saranno allargate, oltre che agli altri medici delle tre specialità, anche all'anatomopatologo, al radiologo e allo psicologo. In relazione allo stadio e all'aggressività del carcinoma alla prostata, attraverso esami ematici e diagnostica per immagini, l'équipe multidisciplinare valuta la situazione e definisce il percorso di cura più adatto, anche in considerazione degli effetti collaterali e delle conseguenze sul benessere fisico e psichico del paziente: l'intervento chirurgico, con l'asportazione del tumore, l’uso di farmaci e strategie terapeutiche innovative, il trattamento radioterapico. Vi sono infatti casi in cui è possibile curare il paziente senza ricorrere alla chirurgia.
Il lavoro condiviso migliora la qualità delle prestazioni
«Il metodo di lavoro è ormai consolidato dall'esperienza maturata per altre patologie tumorali - sottolinea il dottor Bertolini - Rispetto al cancro al seno per la prostata l'approccio è diverso poiché ci confrontiamo sui casi dopo che si sono manifestati e sono stati diagnosticati presso l'Urologia. Questo lavoro condiviso si tradurrà in un miglioramento della qualità delle prestazioni: per il paziente verrà impostato un programma dettagliato e condiviso del percorso terapeutico».
«Grazie alle nuove apparecchiature introdotte negli ultimi due anni siamo in grado di offrire cure al passo con i tempi, al livello dei più importanti ospedali della Lombardia - conclude il dottor Barbonetti - Per il tumore alla prostata utilizziamo la radioterapia stereotassica corporea che oltre a garantire un miglioramento del controllo e della cura della malattia, attraverso l'erogazione di dosi più elevate per seduta, consente di ridurre gli effetti collaterali e il numero delle applicazioni».