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Declassato il lupo, ora è un po' meno protetto

La politica si divide sulla decisione

Declassato il lupo, ora è un po' meno protetto
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Dopo la modifica della Convenzione di Berna sul grado di protezione del lupo, oggi, giovedì 8 maggio 2025, il Parlamento europeo ha ratificato il declassamento del predatore da specie "strettamente protetta" a specie "protetta". Con 371 voti a favore, 162 contrari e 37 astensioni, la maggioranza degli eurodeputati ha sostenuto la proposta della Commissione di modificare la direttiva Habitat per allineare la protezione dei lupi alla Convenzione di Berna,

Declassato il lupo, ora è un po' meno protetto. Ed è polemica

A vedere di buon grado il declassamento è l'eurodeputata della Lega Isabella Tovaglieri:“Soddisfazione per l’esito di una battaglia che ho sempre sostenuto in Europa e sul territorio, e che oggi arriva finalmente a compimento anche grazie al voto della Lega. Dopo la modifica della Convenzione di Berna sul grado di protezione del lupo, oggi il Parlamento europeo ha ratificato il declassamento del predatore da specie ‘strettamente protetta’ a specie ‘protetta’. Questa modifica consentirà di intervenire con misure di contenimento del lupo finora vietate in quanto la normativa pregressa non consentiva alcun abbattimento anche in casi di significativo disturbo all’attività antropica".

E ancora: "Si tratta di una svolta storica, che contribuirà a un maggiore equilibrio tra difesa della fauna e sopravvivenza delle attività umane, in particolare nelle aree montane, consentendo di tutelare non solo i residenti e i turisti, ma anche l’agricoltura e la zootecnia, minacciate dalla proliferazione incontrollata dei lupi, che negli ultimi tre anni hanno predato quasi 9.000 capi di bestiame, provocando danni economici e psicologici ingenti per allevatori e famiglie, senza considerare lo sconfinamento dei lupi nei centri abitati, dove, dal 2017 a oggi, si sono verificate una ventina di aggressioni contro l’uomo. Una situazione allarmante, colpevolmente ignorata da alcune frange di animalisti, che ha richiesto l’adozione della procedura d’urgenza da parte del Parlamento europeo, al fine di intervenire con la dovuta tempestività per la salvaguardia delle comunità montane e delle attività economiche presenti”.

Di diverso avviso Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente: "Una decisione contro la scienza e contro il buon senso, assunta per compiacere le lobby degli allevatori e dei cacciatori. Il declassamento è totalmente privo di base scientifica, ben 700 tra scienziati e autorevoli istituzioni hanno manifestato la propria contrarietà. Come se non bastasse, vi sono forti dubbi sulla regolarità della procedura adottata per arrivare all’odierna deliberazione, che costituirà un gravissimo precedente per nuovi attacchi alla Direttiva. Confidiamo che le nostre buone ragioni siano riconosciute dalla Corte europea di Giustizia alla quale, insieme con altre associazioni, ci siamo già rivolti. Il “terribile” lupo paga per essere responsabile della predazione dello 0,0065 per cento degli ovicaprini europei”.

Sulla stessa linea di Isabella Tovaglieri c'è l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Piero Fiocchi: "Il voto di oggi ridefinisce, una volta per tutte, lo status di protezione del lupo all’interno degli allegati della Direttiva Habitat, recependo il declassamento da specie altamente protetta a specie semplicemente protetta, stabilito durante l’ultima riunione del Comitato permanente della Convenzione di Berna, riunitosi lo scorso dicembre. Diversamente da quanto dichiarato da politici e associazioni ambientaliste di sinistra, questa variazione dello status del lupo non metterà a rischio la specie; al contrario, un’attenta e mirata gestione del lupo consentirà di fornire maggiori tutele ad allevatori, pastori e comunità rurali e, al contempo, contribuirà a combattere il fenomeno dell’ibridismo, che mette a repentaglio il patrimonio genetico del lupo e quindi la specie stessa”.

Soddisfazione anche in regione

L’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, commenta la notizia del voto al Parlamento europeo, che ha approvato la proposta della Commissione di diminuire lo status di protezione del lupo da "strettamente protetto" a "protetto".

“Il voto di oggi - dichiara Beduschi - rappresenta un passo importante verso una gestione più realistica e sostenibile della presenza del lupo. Finalmente si riconosce che non si possono ignorare le difficoltà di chi presidia quotidianamente le nostre montagne e le nostre aree rurali”.

“Come sempre - conclude l’assessore - la nostra linea guida è dettata dalla scienza e non dall’ideologia. La convivenza è possibile solo se supportata da strumenti concreti, basati sui dati, che mettano in sicurezza anche il lavoro degli allevatori e la continuità delle loro attività, senza compromettere l’equilibrio faunistico”.

E i Consiglieri regionali della Lega Floriano Massardi, Presidente della Commissione Agricoltura, Montagna e Foreste, e Silvana Snider, membro della Commissione Speciale Montagna, a margine di un convegno sul lupo svoltosi sempre oggi a Milano hanno commentato: "Il convegno organizzato oggi a Palazzo Pirelli è stato un momento importante per aggiornare i dati allarmanti sull’estensione dell’attività di predazione del lupo sul nostro territorio, ascoltando zoologi, studiosi, allevatori e giornalisti: esperienze diverse a confronto, ma tutte finalizzate a portare un’informazione completa anche a chi, vivendo in realtà urbane, non ha una percezione della realtà dei grandi carnivori e del loro impatto sulle attività antropiche”.

“L’approvazione oggi al Parlamento Europeo del declassamento nello status di protezione del lupo va nella direzione giusta (che come Lega abbiamo sempre auspicato e perseguito), ma ora bisogna affrontare insieme e senza ulteriori indugi la sfida di costruire un programma serio che affronti il problema del contenimento, anche con abbattimenti controllati, a difesa di chi, con il proprio lavoro nell’allevamento e nell’agricoltura di montagna, contribuisce a tenere vive e sicure zone a rischio di spopolamento”.

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