serve un tavolo di rilancio

Gravi difficoltà per la sanità provinciale: la Cgil lancia l'allarme

Il punto di vista emerso dal Coordinamento sanità della Cgil.

Gravi difficoltà per la sanità provinciale: la Cgil lancia l'allarme
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"Ben vengano i fondi per gli ospedali, ma non bastano. Servono incentivi efficaci per risolvere il problema della carenza di personale a tutti i livelli. E attenzione alla nuova legge regionale sulla sanità, che rischia di favorire ancora di più i privati".

Ecco il punto di vista emerso dal Coordinamento sanità della Cgil che ha visto impegnati, venerdì 28 gennaio, la segreteria della confederazione e le categorie dei Pensionati e della Funzione Pubblica su “La situazione dei servizi sanitari in provincia e le priorità da affrontare oltre la pandemia”.

Gravi difficoltà

Dal sindacato spiegano:

Dall’analisi sono emerse le gravi difficoltà che investono la nostra sanità. Vanno ben oltre l’attuale situazione di emergenza e non risparmiano alcun servizio, da quelli ospedalieri a quelli territoriali. Anche la nuova legge regionale, nell’emergenza attuale, rischia solamente di favorire ulteriormente il ruolo della sanità privata - che potrebbe candidarsi a gestire le nuove strutture previste - anziché rilanciare i servizi sul territorio.

Se si vuole davvero risalire la china e rilanciare il ruolo della sanità pubblica la prima emergenza da affrontare è la grave mancanza di tutto il personale sanitario, dagli infermieri ai medici di base fino agli specialisti, che sempre meno accettano di venire ad operare in un’area decentrata come la nostra.

Servono incentivi

Occorre allora predisporre un adeguato sistema di incentivazione a diversi livelli, da quello economico a quello di alloggi disponibili, oltre a premere affinché si superino le attuali strozzature che limitano il numero di studenti in medicina e degli ammessi alle specialità.

Per quanto riguarda il personale infermieristico, che risulta carente in tutta Italia, è però necessario affiancare agli incentivi anche l’ampliamento dell’unica sede di formazione oggi presente in provincia, quella di Faedo. Sono oltre duecento gli infermieri oggi mancanti, dai reparti e dalle case di riposo, mentre quanti si laureano a Faedo non coprono nemmeno il numero di coloro che vanno in pensione.

Non mancano gli spazi

Gli spazi non mancano e un’iniziativa che veda impegnate le istituzioni locali è quanto mai urgente, per poter partire con un numero adeguato di nuovi iscritti già il prossimo autunno.

Solo così potranno decollare i nuovi ospedali di comunità voluti dalla Regione, che prevedono un’assistenza dei pazienti prevalentemente infermieristica. Per quanto riguarda gli ospedali, ben vengano i fondi per adeguare le strutture e dotarle di tecnologie, ma non bastano certo a superare le enormi difficoltà nelle quali si trovano a operare.

In particolare, pensando all’ospedale Morelli di Sondalo, le cui condizioni di peggioramento e impoverimento sono purtroppo sempre più stringenti e allarmanti – basti pensare alle quotidiane segnalazioni relative alle condizioni in cui versa l’ormai esternalizzato Pronto soccorso, per quanto attiene l’assistenza medica -, ribadiamo che non è più rinviabile restituire dignità e un ruolo cruciale a quella realtà.

Risulta, ora più che mai, necessario dotarlo di una Direzione di Presidio reale, e non solo sulla carta, oltre al ripristino di tutte le specialità e la ristrutturazione di un padiglione da adibire alla cura delle malattie infettive, guardando anche al futuro e valutando, una volta riattivate le attività e prestazioni, una sua connotazione in un progetto credibile, di ampio respiro, a cui venga riconosciuta una sua autonomia.

Pandemia

La difficilissima esperienza durante la pandemia, ha evidenziato la capacità dell’ospedale sondalino di essere realtà assolutamente strategica, versatile, performante, connotato da preziosissima professionalità di chi vi opera.

Purtroppo quella struttura, che rappresentava un’eccellenza sul territorio, si trova quotidianamente impoverita e le esternalizzazioni sono ormai ampiamente diffuse.

L’abbiamo detto e lo ribadiamo: il tema della salute pubblica riguarda tutti noi e nessuno può stare a guardare un depauperamento continuo, sia degli ospedali sia del territorio, dove invece il privato dilaga. Continuiamo a sentire parlare, da parte di tutti, di territorio, ma la situazione, anche in questo caso risulta allarmante.

Pensiamo per esempio al tema dei consultori, dove, a causa della mancanza di ginecologi consultoriali e a causa anche di scelte politiche, la situazione è estremamente critica, con liste d’attesa lunghissime e con gravi disservizi all’utenza.

Tavolo per il rilancio

Quello che chiediamo con forza è che tutte queste problematiche vengano analizzate, discusse e affrontate anche attraverso il rilancio del tavolo provinciale sulla sanità, che deve dimostrarsi capace di superare le divisioni in una situazione così difficile.

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