Attualità
Bormio

"Hanno rovinato un palazzo storico"

Polemica sui nuovi lucernari della Casa Torre Pedranzini, una delle 32 torri citate in un documento del 1232.

"Hanno rovinato un palazzo storico"
Attualità Alta Valle, 08 Maggio 2023 ore 06:30

Lucernari che svettano numerosi sul nuovo tetto della Casa Torre Pedranzini, gridano allo scandalo molti cittadini, stupiti di come sia stata possibile la ristrutturazione in tal modo di un palazzo storico del 1200, una delle 32 torri citate in un documento del 1232, e che si chiedono dove fosse la Sovrintendenza ai Beni Architettonici Monumentali al momento dei lavori per realizzare appartamenti soprattutto comprati da gente di via, "cui - dicono i medesimi cittadini - spesso viene concesso anche quello che non è consono per un paese medioevale come il nostro". L’edificio, nel reparto Buglio, un po’ appartato, nascosto sotto le falde che lo ricoprono, faceva parte delle mura che circondavano il borgo, si pensa abbattute nelle guerre del terzo e quarto decennio del XVII secolo dagli Spagnoli; sul fronte est, l’unico oggi visibile per intero, si intravede in alto la merlatura primitiva, come la finestra trilitica in pietra chiara di marmo di Uzza, sulla facciata nord; numerose le feritoie ben evidenti sulle murature più alte; la torre, che ha un lato di metri 8,50 lungo via Pedranzini, ancora ben solida, alterata architettonicamente nelle parti inferiori; durante la pestilenza del 1512 sembra aver ospitato gli spazatores, i monatti, incaricati della disinfezione delle case e della tumulazione dei morti.

Storia

Casa-torre Pedranzini era dell’eroe garibaldino Pietro Pedranzini, che l’11 luglio 1866, nella terza guerra d’indipendenza, compì l’eroica traversata del passo della Reit, che porta il suo nome, catturando 65 austriaci, asserragliati alla prima casa cantoniera dello Stelvio: provocando il rotolamento di massi dalla montagna, fece credere loro d’essere accerchiati, costringendoli alla resa. Nell’androne d’ingresso, sono ancora presenti gli affreschi degli stemmi delle Tre Leghe Grigie che ebbero la Signoria su Bormio, Chiavenna e l’intera Valtellina dal 1512 al 1797: quelli della Lega Caddea con capitale Coira, Lega Grigia (Ilanz) e Lega delle Dieci Giurisdizioni, Davos. Accanto, quale segno evidente della posizione privilegiata del contado bormiese, compare anche l’insegna di Bormio: una croce bianca in campo rosso, identica a quella ghibellina della città di Como. Un siffatto importante passato, certo stride coi nuovi criteri architettonici, che non possono non colpire l’occhio dei più.

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