Una sfida che non possiamo affrontare da soli

La Valtellina partecipa al progetto ClimActive2050 

La salvaguardia delle aree rurali contro il cambiamento climatico passa dalle buone pratiche  nei territori: in un convegno a Palazzo Pirelli presentati i risultati raggiunti da ClimActive2050 

La Valtellina partecipa al progetto ClimActive2050 
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Un piano di resilienza al cambiamento climatico che unisce le  aree rurali lombarde tenendo conto delle diverse specificità territoriali. Si potrebbe riassumere  così il progetto di cooperazione e sviluppo ClimActive2050, i cui risultati verranno presentati a  Milano lunedì 14 novembre, alle ore 9, in un convegno a Palazzo Pirelli.

Quattro territori con un unico obiettivo, sviluppato sulla base dell'habitat specifico in capo ai  Gruppi di Azione Locali (GAL). Per questo motivo il contesto naturale specifico della Pianura è  al centro del GAL Oglio Po, quello della Collina dal GAL Colli di Bergamo e Canto Alto e quello  della Montagna dai GAL Valtellina Valle dei Sapori e Valle Brembana 2020.

Il progetto è nato per supportare le aree rurali partner della Regione Lombardia, rafforzando la  diversificazione dei territori attraverso la valorizzazione dei servizi eco sistemici, cioè tutti i be nefici che la natura fornisce alla società. Prendendo spunto dalla natura si possono raggiungere  infatti gli obiettivi in materia di ambiente e clima dell’Unione Europea.

Durante le diverse fasi del progetto è nata una Comunità di Apprendimento sul tema, con nove  seminari che hanno approfondito i problemi locali delle singole zone, mettendo a sistema le  buone pratiche attive, per costruire un sistema di soluzioni efficaci, che si rivolgessero a enti,  consorzi, distretti e associazioni di categoria. Sono stati applicati modelli internazionali di stima  per massimizzare l’apporto delle piante nel cambiamento climatico nei diversi territori e sono  state realizzate azioni pilota in ciascuna area, coinvolgendo enti e operatori locali.

Salvaguardia

Il cambiamento climatico modifica le aree rurali ogni giorno ma può essere combattuto proprio  attraverso l'utilizzo allargato delle buone pratiche, replicabili su tutto il territorio lombardo.

Il delicato equilibrio naturale delle singole zone (e dei prodotti che da quelle terre nascono)  deve, e può, essere salvaguardato con approcci di comunità attiva e opportunità fornite dalla  scienza . Le aree tematiche toccano, ad esempio, interventi riguardanti i prati e i pascoli, pas sando per l'analisi dello stato dell'arte del sistema forestale o il monitoraggio degli scenari  sull'approvvigionamento idrico, tema di estrema attualità considerata la prolungata siccità che  ha colpito il nostro Paese.

Il convegno

Nel convegno a Palazzo Pirelli, dopo i saluti istituzionali del Presidente GAL Oglio Po, Domenico Maschi, dell'Assessore Regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi, Fabio  Rolfi, del Vice Presidente Coldiretti Lombardia, Paolo Carra, della Presidente GAL Valle Brem bana 2020, Lucia Morali, del Presidente GAL Valtellina Valle dei Sapori, Alberto Marsetti, e  del Presidente GAL dei Colli di Bergamo e del Canto Alto, Mario Castelli, si entrerà nel vivo  della presentazione dei pilastri del progetto con i direttori dei GAL partner.

Prima dell'analisi dei risultati sui singoli territori, Rita Baraldi dell'Istituto per la Bio Economia  del Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR interverrà per parlare dell'applicazione dei modelli  di stima per le piante legati al cambiamento climatico. Tra gli obiettivi della collaborazione con  il CNR spiccava infatti la volontà di individuare le piante endemiche più adatte a ridurre lo smog  e trattenere l’acqua contrastando il dissesto idrogeologico.

Una sfida che non possiamo affrontare da soli

“Il cambiamento climatico è una sfida che non possiamo affrontare da soli. Per questo abbiamo  cercato la collaborazione degli altri Gruppi di Azione Locale della Lombardia - ha spiegato Do menico Maschi, Presidente del GAL Oglio Po e capofila del progetto - Le aree rurali hanno un  fortissimo legame con gli ecosistemi nei quali si sviluppano e possono diventare le sentinelle  di monitoraggio sul territorio e i primi attori di un rinnovamento profondo”. 

Il progetto ClimActive è parte del programma di sviluppo rurale 2014-2020, e un intervento  cofinanziato dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), con il contributo  anche di Regione Lombardia (che ha riconosciuto il Patrocinio alla giornata).

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