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Lombardia, necessari più fondi per le persone con disabilità

Anffas Lombardia lancia l'appello a Regione Lombardia: "per rispondere alle esigenze di caregiver e familiari i fondi non bastano"

Lombardia, necessari più fondi per le persone con disabilità
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In seguito alla pubblicazione del Piano Operativo Regionale 2023-2024, avvenuta con la fine di dicembre, Anffas Lombardia in accordo con Anffas Nazionale ha mostrato preoccupazione per i fondi previsti per il sostegno alle persone con disabilità. I 27 milioni inseriti all'interno del piano infatti non sarebbero sufficienti a coprire tutte le richieste presenti nella Regione.

I fondi stanziati da Regione per la disabilità

La direzione tracciata dal Piano Operativo Regionale per l’esercizio 2023 e 2024, sulla scorta degli indirizzi Nazionali sul rafforzamento e potenziamento dei servizi, in un’ottica programmatoria che ha coinvolto sia gli enti territoriali e le aziende sanitarie sia gli Enti del Terzo settore, ha posto le basi per l’attuazione dei Leps di erogazione che, a regime, dovranno essere finanziati per una percentuale pari al 25% delle risorse.

L’intervento fatto da Regione Lombardia, incrementando il fondo di 4 milioni di euro per l’esercizio 2024 ed allocando così complessivamente 27milioni di euro, non riesce però a soddisfare tutti i bisogni economici dei caregiver e dei famigliari coinvolti in azioni di sostegno alle persone disabili gravi e gravissime, anche in considerazione delle oltre 10.000 domande pervenute nel corso dell’esercizio 2023. Diventa quindi necessario per Regione Lombardia adoperarsi affinché, reti dei servizi e sostegni diretti alle famiglie siano effettivamente sostenibili, incrementando il fondo di ulteriori risorse economiche già per l’esercizio 2024.

La posizione di Anffass Lombardia

Pur riconoscendo che il Piano Operativo Regionale risponde coerentemente al piano normativo nazionale, Anffas Lombardia ha voluto sollecitare Regione Lombardia ad indicare con quali risorse regionali garantire la risposta ai bisogni dei caregiver e dei famigliari delle persone con disabilità. In questo modo da un lato sarà possibile avviare un’azione graduale per il rafforzamento e potenziamento dei servizi e dei sostegni (Leps di erogazione), e dall’altro tutelare pienamente il diritto esigibile delle persone con disabilità grave e gravissima ad un adeguato e coerente sistema di protezione.

Anffas ha poi ricordato che il Piano Nazionale Non Autosufficienze (PNNA) pone un’attenzione particolare anche agli strumenti della presa in carico, a pagina 4o infatti:

"si richiama l’attenzione alla elaborazione di un progetto di vita personalizzato e partecipato, sulla base di un approccio multidisciplinare e con la partecipazione della persona con disabilità e/o di chi la rappresenta. Tale progetto, in linea anche con quanto indicato nella Legge Delega sulla disabilità, dovrà essere in grado di individuare i sostegni e gli accomodamenti ragionevoli che garantiscano l’effettivo godimento dei diritti e delle libertà fondamentali, tra cui la possibilità di scegliere, in assenza di discriminazioni, il proprio luogo di residenza e un’adeguata soluzione abitativa, anche promuovendo il diritto alla domiciliarità delle cure e dei sostegni socio-assistenziali.”

Con questa sollecitazione Anffas Lombardia ha voluto sottolineare l’importanza di mantenere possibili entrambe le soluzioni adottate: da un lato qualificare e potenziare le reti dei servizi, dall’altro garantire l’erogazione di interventi anche di natura monetaria, garantendo un progetto di vita personalizzato e partecipato sulla base dell’approccio multidisciplinare.

"Una corretta applicazione del modello multidisciplinare, sarà oltremodo garante che, risorse monetarie e potenziamento dei servizi, siano fulcro portante del sistema di Welfare regionale e locale, limitando offerte inadeguate e riconoscendo la miglior qualità di vita possibile".

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