Grosio

"Basta giochetti, adesso fateci lavorare"

Appello del Sassella.

"Basta giochetti, adesso fateci lavorare"
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L’Unione Ristoranti del Buon Ricordo, di cui fa parte il Sassella di Grosio, non ci sta e si mobilita contro le chiusura imposte dal Governo.

Una scelta di comodo

"Il nostro mondo, il mondo della ristorazione italiana di qualità oramai è esausto. 11 mesi sono trascorsi dall’inizio della pandemia, 11 mesi durante i quali la nostra categoria ha accettato di chiudere a ripetizione le proprie attività in nome della salute. Noi ristoratori abbiamo un cuore e lo abbiamo dimostrato. Le briciole dei ristori, quando sono arrivate, sono state proprio tali. Abbiamo accettato anche il gioco dei colori, delle aperture e chiusure per salvare il Natale, poi per salvare gennaio, poi...? Purtroppo la realtà dei fatti ha dimostrato che non erano i locali pubblici portatori di contagi. Tutti sappiamo che pranzare in un ristorante è più sicuro che farlo in una mensa aziendale. Allo stesso modo le resse nei supermercati e l’affollamento dei posti di lavoro non possiamo credere che siano meno pericolose. Ci è voluto del tempo ma tutti ora, noi e i nostri clienti, abbiamo capito che la scelta di chiudere determinati settori è stata una scelta di comodo. Guarda caso sono i settori nei quali è unanimemente riconosciuta la professionalità e la passione per il proprio lavoro. Settori abituati ad abbassare la testa e lavorare. In nome di questo il Governo ha pensato che avremmo digerito ogni cosa, lamentandoci, scrollando la testa ma poi rifugiandoci, per la sopravvivenza, in forme inutili economicamente come asporto e delivery. Tutto giusto. Tutto vero. La passione va oltre ogni ragionamento logico. Così è stato! E tanti di noi sono alla canna del gas".

Protesta

Quindi? "Ora basta. Il vaso è colmo. Ci mancava solo l’invito ad aprire le nostre attività per 2 giorni per poi chiuderle nel week end per poi colorare di nuovo l’Italia di giallo e arancione limitando o vietando il nostro lavoro in modo quasi sadico, per completare la presa in giro. Tutti ora abbiamo capito che, causa la pandemia, dobbiamo aspettare tempi migliori, ma dobbiamo arrivarci. Noi del Buon Ricordo siamo una piccola realtà ma pensiamo di rappresentare il mondo intero della somministrazione che troppo spesso non si è dimostrato compatto. Fateci lavorare in sicurezza ma con la possibilità di fare impresa oppure permetteteci di arrivare ancora vivi al momento della ripartenza con giusti ristori. Crediamo di avere tante proposte da portare sul tavolo anche per il futuro". Infine: "In una situazione come quella che ci aspetta nelle prossime settimane la soluzione più economica e che rispetterebbe la nostra dignità sarebbe una sola, chiudere tutto. Ma non possiamo farlo da soli". Dal canto suo il Sassella, con Ombretta, ha fatto suo questo appello del Buon Ricordo: "Noi ne facciamo parte dal 1988. In questo periodo siamo stati in contatto costante, ci siamo confrontati e "sfogati". La situazione è drammatica. Il malcontento è al limite e noi non vogliamo assolutamente appoggiare soluzioni di protesta che vadano contro la legge o le normative vigenti. Molte persone sono tornate alla loro vita "normale", lavorano e si muovono in libertà. Noi abbiamo ancora oggi le serrande delle nostre attività abbassate, con molti dipendenti in cassa integrazione che stanno pensando di cercare un’altra occupazione. Che destino ci aspetta?".

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