Case di riposo e strutture sanitarie, “situazione preoccupante"
CGIL, CISL e UIL hanno scritto al Prefetto affinché vengano messe in atto alcune misure necessarie per garantire la salute di operatori e utenti.
Le Sigle sindacali hanno indirizzato alla prefettura una lettera affinché venga posta maggiore attenzione sulla situazione delle strutture socio sanitarie in provincia. Nel messaggio, firmato da Guglielmo Zamboni (Cgil Sondrio), Davide Fumagalli (Cisl Sondrio) Vittorio GIumelli (Uil Sondrio), vengono anche elencati possibili soluzioni e misure che dovrebbero essere necessariamente messe in atto per garantire la salute di operatori e utenti. Per completezza riportiamo di seguito il testo completo.
Egregio signor Prefetto
Facendo seguito alla nota inviata in data 16 marzo u.s. da parte delle categorie territoriali rappresentanti le lavoratrici e i lavoratori delle strutture Socio Assistenziali operanti sul territorio della nostra provincia, le scriventi OO.SS. vogliono porre alla Sua attenzione la grave e preoccupante situazione all’interno delle RSA, delle RSD e delle altre strutture Socio- Sanitarie della provincia, oltre alle criticità che affronta il personale Sanitario, Assistenziale, dei servizi di pulizia e preparazione pasti, in conseguenza dell’emergenza COVID.
Dispositivi di protezione individuale
Ospiti, personale sanitario, assistenziale, dei servizi diretti o indiretti prestati e le loro rispettive famiglie vivono questi giorni con particolare apprensione poiché, come Lei ben sa, l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale è molto difficoltoso e la sicurezza interna alle strutture non è sempre delle migliori in quanto, nonostante da settimane le strutture siano chiuse ad accessi esterni, alcuni casi di positività si sono registrati. Apprendiamo, da notizie di stampa, che in alcune strutture si sono verificati già alcuni decessi a seguito di Covid19 e che altri sono classificati come sospetti per cui questa situazione di insicurezza sulla reale dimensione del fenomeno interno alle strutture genera una crescente preoccupazione tra tutto il personale coinvolto e la cittadinanza. La dotazione dei DPI (mascherine, occhiali, camici ecc) non riesce a soddisfare tutte le esigenze e spesso i lavoratori sono costretti a operare con dotazioni carenti o insufficienti a garantire l’applicazione dei protocolli.
Tamponi
L’attuale impossibilità di sottoporre ai tamponi tutto il personale Socio Sanitario non deve, a nostro avviso, rendere indisponibile questa precauzione in coloro i quali manifestano sintomi evidenti, accertati dai medici di struttura, in quanto questo contraddice le direttive dell’ISS nelle indicazioni per la prevenzione e il controllo dell’infezione. Pertanto, stante la grave situazione, siamo a chederLe la definizione di una linea d’intervento che metta in campo tutte le risorse disponibili e coinvolga gli attori del territorio così come definito dai protocolli ed accordi tra governo e OO.SS..
Richieste
Siamo inoltre a chiederLe di:
• Intervenire, attraverso forme di sorveglianza attiva, affinché la distribuzione e l’utilizzo dei DPI in tutte le realtà Socio Sanitarie e Assistenziali sia il più efficace possibile;
• Predisporre, di concerto con ATS della Montagna, una campagna di tamponi “a tappeto” su operatori e ospiti, da ripetersi nel tempo, per avere una fotografia sempre aggiornata della situazione, ponendo così le basi per evitare un ulteriore dilagare del contagio;
• Monitorare costantemente la casistica nell’ambito delle strutture interessate affinché, nell’eventualità, possano essere prese le più opportune decisioni in merito;
• Adoperarsi affinché le lavoratrici o i lavoratori, che ne facciano richiesta, possano trovare alloggio nell’ambito della struttura o in strutture idonee adiacenti onde garantire loro forme di protezione indiretta verso i propri familiari.Pur nella consapevolezza che le problematiche esposte si sommano alle numerose già alla Sua attenzione, siamo certi che Lei vi saprà prestare la massima dedizione, data l’importanza dei settori coinvolti.