Colletta alimentare: confermato il cuore grande dei valtellinesi

Nella giornata di ieri sono stati raccolti circa 605 quintali, 1,4% in meno rispetto al 2018.

Colletta alimentare: confermato il cuore grande dei valtellinesi
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La Colletta nel 2019 nuovamente ci impressiona per lo spettacolo di generosità delle persone coinvolte e per la novità degli eventi accaduti.

Bisogno crescente

Ormai non consideriamo più straordinario il momento di difficoltà che vive il nostro paese e che anche il territorio della provincia di Sondrio sperimenta con sempre maggiore intensità. Il crescente bisogno si vede dal sempre maggiore numero di famiglie valtellinesi che si rivolgono alle strutture assistenziali convenzionate con il banco alimentare per ricevere supporto. Il territorio di Valtellina e Valchiavenna si conferma eccezionale e attento, il raccolto si mantiene quasi stabile, con un lieve decremento del 1,4 %, passando dai 612 quintali dello scorso anno ai circa 605 del 2019, quasi 7 quintali in meno.

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Zone

In alcune zone dove il gesto si è svolto si rileva una variazione positiva, si passa dalla zona della Valmalenco che vede un incremento di oltre il 60% al +1% della Valchiavenna. Le donazioni invece sono state minori dello scorso anno nel morbegnese, in alta valle, nel tiranese e nella zona di Sondrio. La difficoltà maggiore contraddistingue alcune zone cresciute negli scorsi anni che hanno visto la temporanea chiusura di alcuni punti vendita. Continuando il commento dei numeri, un terzo del raccolto proviene dal Sondriese, cioè dai supermercati che vanno da Ardenno a Chiuro, passando per Sondrio. Il 18 % del raccolto proviene dal Tiranese Tirano (da Bianzone a Sondalo) e Alta Valle (Bormio – Isolaccia), e dalla Bassa Valle e Morbegnese arriva il 20% del raccolto, mentre da quello di Chiavenna il 25%. La Val Malenco raccoglie mostra uno straordinario trend di crescita con un 8% che si può ritenere risultato straordinario.

Tanti volontari

Il gesto ha coinvolto 100 supermercati, si stimano oltre 50 mila donatori e più di un migliaio di volontari. Massiccia è stata la partecipazione degli alpini, con 4-500 uomini sul campo e una presenza capillare indispensabile per la riuscita della Colletta. Significativo è stato anche il coinvolgimento di Comunione e Liberazione, delle Parrocchie, degli Oratori, degli Scout e della Croce Rossa. Numerosi sono stati però anche i volontari non legati a nessun particolare gruppo, il cosiddetto “popolo della Colletta”.
L’esperienza appena vissuta ci riporta alla vera origine del gesto della Colletta, come ci ricorda Papa Francesco: “I poveri acquistano speranza vera quando riconoscono nel nostro sacrificio un atto di amore gratuito […] Certo, i poveri si avvicinano a noi anche perché stiamo distribuendo loro il cibo, ma ciò di cui hanno veramente bisogno va oltre il piatto caldo o il panino che offriamo. I poveri hanno bisogno delle nostre mani per essere risollevati, dei nostri cuori per sentire di nuovo il calore dell’affetto, della nostra presenza per superare la solitudine. Hanno bisogno di amore, semplicemente. […] Per un giorno lasciamo in disparte le statistiche; i poveri non sono numeri a cui appellarsi per vantare opere e progetti. I poveri sono persone a cui andare incontro”. Perciò andiamo incontro a chi è più povero impegnandoci per “rafforzare in tanti la volontà di collaborare fattivamente affinché nessuno si senta privo della vicinanza e della solidarietà”.

Popolo in crescita

Il popolo della Colletta è in continua crescita perché chi partecipa a questo semplicissimo gesto di carità scopre che donandosi si compie, che dando un po’ del proprio tempo arriva a sera molto più contento del solito. Questa gioia è poi il “motore della fedeltà”: in tanti che iniziano più o meno per caso (quasi sempre invitati da qualcuno che già conosce questo gesto) rinnovano la propria partecipazione.

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