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Didattica a distanza e lockdown: “Assistenti scolastici fra ulteriori incertezze e preoccupazioni”

“Serve uno sforzo concreto da parte degli Enti pubblici a cui i servizi afferiscono per garantire loro diritti e tutele” spiega il sindacato CGIL

Didattica a distanza e lockdown: “Assistenti scolastici fra ulteriori incertezze e preoccupazioni”
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Sono molte le figure professionali che vivono con grande preoccupazione il proprio lavoro in questi tempi di pandemia. Fra questi, i lavoratori che assistono alunni con disabilità: gli assistenti scolastici. - Si legge in un comunicato diffuso oggi dalla CGIL - Professionisti, spesso donne, che, pur lavorando in ambito scolastico, non sono dipendenti pubblici, bensì lavoratori e lavoratrici, perlopiù, di cooperative sociali.

Senza reddito

Già durante il lockdown tutti questi lavoratori sono rimasti senza reddito, in attesa degli ammortizzatori sociali. E questo non è purtroppo una novità per loro. Da sempre incertezza e precarietà li caratterizzano: se lo studente che assistono manca da scuola, perché ammalato o per altri motivi, la giornata di lavoro non viene pagata, è persa, a inizio settimana non sanno quanto lavoreranno (e quindi quanto guadagneranno poi a fine mese). - spiega la sigla sindacale - Oggi la loro già cronica precarietà viene moltiplicata in misura esponenziale. Con il drammatico peggioramento della situazione epidemiologica, si acutizzano preoccupazioni e incertezze per queste figure che lavorano con alunni disabili di scuole dell’infanzia, talvolta private, ma soprattutto pubbliche (elementari, medie e superiori). Solo ad oggi, sono state infatti 18 le classi poste in quarantena dall’apertura delle attività scolastiche.

Didattica a distanza

Il sindacato aggiunge: Inoltre, la nuova ordinanza di Regione Lombardia, relativa alla didattica a distanza prevista per le scuole secondarie di secondo livello, non potrà che ampliare questa situazione di incertezza. Pur contribuendo in modo essenziale al buon funzionamento del servizio pubblico sono assunti da Cooperative sociali che operano in appalto (spesso con gare al ribasso) per i Comuni o Enti pubblici (Comunità Montane) e sono relegati a lavoratori di serie B sia dal punto di vista delle tutele che da quello economico. In provincia di Sondrio parliamo di alcune centinaia di lavoratori e lavoratrici.

Intervento concreto

Si rende urgente, ora più che mai, un intervento concreto almeno da parte dei Comuni e degli Enti a cui i servizi afferiscono, a cui abbiamo inviato una nota perché ci si adoperi per garantire loro diritti e tutele, specie in un anno scolastico incerto e minacciato dalla pandemia qual è quello che tutti stiamo vivendo. - Conclude la CGIL - Lo chiediamo con fermezza: si faccia uno sforzo per valorizzare concretamente il lavoro prezioso di tutte queste figure professionali, troppo spesso dimenticate, ma assolutamente cruciali per l’intero sistema educativo.

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