Tirano

"Fermo la tangenziale al Tar"

Elio Celso Paganini rischia di vedersi portar via la metà dei suoi 80 mila metri quadri di frutteti.

"Fermo la tangenziale al Tar"
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Elio Celso Paganini, poschiavino di 74 anni, non molla la sua battaglia contro il tracciato della nuova tangenziale di Tirano, di cui già riferiamo da anni.

Al Tar

Proprietario dell’azienda agricola che porta il suo nome, è ricorso al Tar, contro Anas, ministero dell’Ambiente e della tutela e del territorio e del mare, Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe), presidenza del Consiglio dei ministri, ministero delle Infrastrutture e Regione Lombardia, in merito al progetto definitivo e anche quello esecutivo.

"Su 80mila metri quadri di terreni nella zona della Ganda la tangenziale ne brucerà 40mila, è inaccettabile - ci dice - nove sono i punti sui quali io continuerò a battermi: il gelo che sarà un problema enorme, la frammentazione della parcelle di terreno, le modifiche della fascia A del Pai sono vietate, ci sono frane incombenti e per esserne certi basta guardare il rapporto geologico, notevoli danni paesaggistici, costi del tracciato eccessivi rispetto ad altre soluzioni, le gallerie delle prescrizioni dello stesso ministero che sono state ignorate, perdita di 40 ettari di terreni agricoli.

Intanto le vigne calano, quindi quo vadis? Dove andiamo? Che agricoltura avremo nella piana di Villa nei prossimi 50 anni?

L’efficienza della produzione con questa tangenziale si ridurrà drasticamente". L’udienza è fissata per l’11 maggio prossimo.

Richieste

E cosa chiede Paganini?

"In pratica l’annullamento del dispositivo col quale è stato approvato il progetto esecutivo, di tutti gli atti e i documenti, del decreto della direzione generale della crescita sostenibile del 26 gennaio con il quale si è conclusa positivamente l’istruttoria di verifica e attuazione della fase 1, del decreto motivato di Anas con il quale è stata disposta l’occupazione finalizzata all’esproprio dei terreni, di tutti i presupposti ove occorrere possa la comunicazione di avvio del procedimento per la dichiarazione di pubblica utilità".

L’azienda di Paganini è una delle maggiori realtà frutticole della zona di Tirano e sulle aree in questione coltiva con impianti ad alta intensità diverse varietà di melo e di pero. Le aree hanno una estensione di 80mila metri quadri, sono attualmente adibite a frutteto con annessi anche tre fabbricati.

Il rischio per Paganini è la perdita di metà dei suoi terreni coltivabili. Sono quattro i punti focali per fermare il cantiere sui quali si basa il ricorso. Col primo viene evidenziata la carenza di istruttoria che inficerebbe il progetto approvato, per aver omesso valutazioni in merito al bilanciamento degli interessi coinvolti e per non aver considerato ulteriori soluzioni progettuali che comportassero minor sacrificio per il privato.

Gelate

Con il secondo si fa presente che l’amministrazione non ha considerato la pericolosità, sotto il profilo della sicurezza stradale, della soluzione viabilistica adottata, dal momento che nella parte in cui il tracciato si allontana dal fiume Adda, per andare a scorrere al piede della montagna, la sede stradale sarà soggetta alla formazione di provviste gelate, già causa di incidenti nel tratto di strada provinciale numero 24 collocato ai piedi del versante. Con il terzo motivo viene rivelata la presunta contraddizione della prescrizione della Regione secondo la quale in sede di progettazione esecutiva si sarebbero dovuti individuare e perseguire miglioramenti progettuali atti a ridurre la frammentazione del territorio agricolo nel tratto di circa un chilometro a monte della località San Bernardo, rispetto al rapporto tra la nuova viabilità e la riqualificazione di quella esistente. Con il quarto motivo infine si manifesta la contraddittorietà anche dell’ulteriore prescrizione della Regione, secondo cui, date le criticità territoriali e ambientali sarebbe dovuta essere ulteriormente affinata la valutazione della possibilità di realizzare maggiori tratti in galleria naturale. La Regione si è costituita in giudizio con il ministero ed il Cipe.

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