Frontalieri: anche la Provincia chiede maggiori tutele

Elio Moretti supporta l'appello dei presidenti delle Cm e dei sindaci di Valchiavenna e tiranese

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Anche il presidente della Provincia di Sondrio, Elio Moretti, interviene ufficialmente sulla questione frontalieri in tempo di coronavirus, inviando alle autorità svizzere delle precise richieste

Le richieste di Moretti

Ecco quanto chiesto dalla Provincia di Sondrio: Immediata adozione di provvedimenti di chiusura di tutte le attività economiche non essenziali, al fine di non vanificare il sistema di protezione sanitaria adottato dall’Italia;  anche in considerazione delle disposizioni di Berna delle scorse settimane in merito alle autonomie cantonali, di prevedere procedure di consultazioni veloci con gli organismi trilaterali al fine di verificare l’impiego della forza lavoro necessaria, come adottato con successo nel Canton Ticino;  l’imediata adozione delle necessarie misure a tutela dei lavoratori frontalieri mediante l’attuazione di protocolli operativi di sicurezza per tutte quelle attività che devono rimanere aperte (mascherine, distanza, temperatura, ecc); • la possibilità da parte dei frontalieri che dovessero continuare l’attività lavorativa (attività essenziali) di usufruire di alloggi interni o convenzionati a prezzi calmierati, al fine di ridurre gli spostamenti in rientro verso l’Italia; di prevedere operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro; l’estensione dello smart working per le attività che lo consentono; di garantire la prosecuzione dei rapporti di lavoro in essere e la messa in essere di strumenti compensativi per coloro che termineranno anzitempo il rapporto di lavoro; di vigilare rispetto al rischio concreto di licenziamenti di massa che determinerebbero oltre alla compromissione del reddito delle famiglie italiane, un serio pregiudizio per l’auspicabile fase di ripresa; di prevedere controlli ai valichi e nella viabilità ordinaria (italiana) per evitare viaggi di più lavoratori sullo stesso autoveicolo.

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