Grande dolore per Mattia Mingarelli, il giallo ancora da risolvere

Sabato 29 dicembre 2018 i funerali del giovane trovato morto nei boschi della Valmalenco.

Grande dolore per Mattia Mingarelli, il giallo ancora da risolvere
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Ieri, sabato 29 dicembre 2018, l’ultimo saluto a Mattia Mingarelli, 30enne agente di commercio ritrovato senza vita nei boschi della ski area Palù in Valmalenco dopo che si erano perse le sue tracce dal 7 dicembre.

Grande dolore per la morte Mattia Mingarelli

Nella chiesa di Santa Maria di Loreto nella frazione di Molena, ad Albavilla (Como), grande commozione per i funerali alla quale alla funzione hanno partecipato un migliaio di persone, molti dei quali giovani amici di Mattia. Tante le persone rimaste all’esterno della piccola chiesa. Il parroco don Luigi Visentini durante l’omelia ha spiegato: “La morte di un ragazzo di soli 30 anni è un grande dolore. Un lutto del genere può allontanare dal Signore oppure avvicinare a lui per trovare conforto”. Al fianco di don Luigi c’era anche monsignor Rolla, vicario episcopale.

Mattia Mingarelli un giallo ancora da risolvere

Gli occhi sono puntati da tutta Italia sulla vicenda del giovane ritrovato cadavere a 200 metri dall’ultimo posto dove era stato visto. Ritrovamento avvenuto grazie alla segnalazione (LEGGI QUI) di due sciatori durante la vigilia di Natale dopo che le ricerche, durate più di due settimane con un massiccio dispiegamento di forze, erano state sospese. L’autopsia svolta il giorno di Santo Stefano, 26 dicembre 2018, non ha evidenziato segni evidenti di violenza (LEGGI QUI) se non un colpo alla testa compatibile a una caduta ma riconducibile anche ad un colpo inferto con un corpo contundente. Dopo queste ultime rivelazioni il RIS di Parma è tornato in Valmalenco per passare al setaccio il Rifugio Barchi sotto sequestro dall’inizio delle indagini e dalla quale sono stati portati via diversi oggetti presi per poi essere analizzati in laboratorio. Il gestore del rifugio, Giorgio Del Zoppo, ha dichiarato di aver ritrovato il cellulare di Mattia Mingarelli tra la neve il giorno dopo la scomparsa, l’8 dicembre. Lo stesso Del Zoppo, oltre a dire di aver trascorso qualche ora con Mingarelli, aveva anche raccontato di aver trovato fuori dal rifugio del vomito che poi aveva provveduto a ripulire. Il valtellinese è stato quindi sentito più volte dagli inquirenti in qualità di persona informata sui fatti. Per ora il fascicolo aperto dalla Procura è a carico di ignoti e nessuna ipotesi è esclusa pare però che il corpo sia rimasto fermo nel luogo del ritrovamento dal giorno della scomparsa.

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