sul fronte

Il sondriese Andrea Sceresini bloccato in Ucraina: "Collaboratore del nemico"

C'è preoccupazione per la sorte del valtellinese e del collega Alfredo Bosco.

Il sondriese Andrea Sceresini bloccato in Ucraina: "Collaboratore del nemico"
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Il 6 febbraio, mentre era di ritorno dal fronte di Bakhmut, dove aveva realizzato un reportage per Rai3 assieme al collega Alfredo Bosco , il ministero della Difesa ucraino ha notificato ad Andrea Sceresini, giornalista free lance di Sondrio e al suo collega la sospensione degli accrediti giornalistici.

Senza accredito è impossibile per i due giornalisti muoversi liberamente nel Paese, specie nelle zone vicino al fronte, in quanto esiste il rischio concreto di venire arrestati al primo posto di blocco.

Tra l’altro tra i fixer ucraini, persone del luogo che aiutano i giornalisti, nel Donbass si sono sparse voci di cui esiste prova scritta che indicano Sceresini e Bosco come «collaboratore del nemico» – un’accusa che in zona di guerra può avere conseguenze molto serie.

La situazione

Archivio68sondrio, che si è avvalso della collaborazione di Andrea Sceresini in più occasioni, spiega:

L’unica notizia ufficiale che ad oggi è giunta ai due giornalisti, nonostante i molti solleciti effettuati anche tramite l’ambasciata italiana, riguarda un ipotetico «interrogatorio» al quale dovrebbe sottoporsi, e che dovrebbe essere eseguito dagli uomini dell’Sbu, il servizio di sicurezza ucraino.

Inizialmente questo «interrogatorio» avrebbe dovuto svolgersi a Kramatorsk, dove i due si trovavano il 6 febbraio.

Dopo cinque giorni di inutile attesa (trascorsi barricati in casa, in una città peraltro spesso bombardata dalle artiglierie russe),– dietro consiglio dell’ambasciata – i due giornalisti hanno deciso di spostarsi a Kyiv, dove hanno sede gli uffici centrali dell’Sbu, Da allora nulla più è successo. Nessuna notizia dall’Sbu, che èstato anche contattato – inutilmente – da un avvocato ucraino; nessuna notizia dalla ambasciata italiana, né dalla Farnesina.

Il sospetto – sulla base anche delle voci che sono circolate tra i fixer – è che alla radice di questi provvedimenti vi sia il lavoro giornalistico svolto da Andrea Sceresini assieme al collega Lorenzo Giroffi nelle repubbliche separatiste chea partire dal 2014, avevano visitato più volte e raccontato nel libro Ucraina la guerra che nonc’ è, rieditato nel 2022 con il titolo Ucraina la guerra che non c’era.

I servizi dell’epoca riguardavano – tra le altre cose – il business delle miniere illegali gestite dai leader filorussi, la presenza in loco di volontari di estrema destra, anche italiani, e le faide interne ai governi delle repubbliche non riconosciute di Donetsk e Lugansk. Parallelamente – avendo peraltro ottenuto un apposito tesserino dell’Sbu – in quegli anni Andrea e Lorenzo avevanoovviamente visitato il fronte anche sul lato ucraino, nella convinzione che quel conflitto, all’epoca dimenticato, andasse raccontato a tuttotondo e nel modo più onesto possibile.

“Qui a Kiev c’è tutta la mia vita”

Da Archivio68sondrio concludono:

Nello stesso modo onesto e a tuttotondo Andrea Sceresini in questi mesi ci ha raccontato la guerra in Ucraina ponendosi dalla parte dei vinti, di tutti coloro che, comunque finirà questa guerra d’invasione, hanno già perso tutto: i profughi in fuga verso Leopoli, avamposto di quell’occidente che si è detto pronto ad accoglierli e ad aiutarli, chi è troppo vecchio per partire o ha scelto di restare, perché “Qui a Kiev c’è tutta la mia vita”, i giovani soldati con gli occhi stanchi, le mani piene di polvere e una bottiglietta di vodka a consolarli del futuro che è stato loro sottratto, perché se riusciranno a sopravvivere dovranno fare i conti per anni con il ricordo di quanto hanno visto e di quanto sono stati costretti a fare.

 

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