La primavera inizia all'insegna della siccità: Lario sempre più in crisi

Sempre più in sofferenza i grandi laghi con le percentuali di riempimento che sono scese al 7,6% per quello di Como, al 15% per l’Iseo e al 28,5% del Maggiore.

La primavera inizia all'insegna della siccità: Lario sempre più in crisi
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 E’ alle porte il primo weekend di una primavera che è partita, nelle province di Como e Lecco, con una carenza rispetto alla media di riserve idriche accumulate nei grandi laghi e sotto forma di neve. Sono oltre 370 milioni i metri cubi d’acqua che mancano all’appello a livello regionale. È quanto afferma la Coldiretti lariana, sulla base degli ultimi dati Arpa, in occasione del cambio di stagione scattato con l’equinozio di primavera.

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Anticipata la fiiritura

Roberto Magni, floricoltore nel Lecchese e vicepresidente interprovinciale di Coldiretti: “Sia le piante da frutto che numerose varietà floricole sono in netto anticipo sulla fioritura anche di 15/20 giorni rispetto al consueto: siamo, peraltro, in una periodo costellato da forti escursioni termiche, anche intorno ai 20 gradi: se di giorno la colonnina di mercurio si spinge fino a valori propri della primavera inoltrata (anche 19 o 21 gradi), di notte si verificano ancora brinate e il termometro scende decisamente sottozero, anche fino a -2 gradi. Ciò è pericoloso per le piante e per un loro equilibrio idrico. La carenza d’acqua, peraltro, è rincarata dal fatto che le piante stesse, già in fase vegetativa, ricercano in essa gli elementi nutritivi necessari a l proprio sviluppo: quindi c’è un utilizzo e una “domanda” idrica maggiore.

 

 

Per le aziende che commercializzano piante da vivaio in pieno campo ciò costituisce un serio problema, soprattutto perché si accorcia la “finestra” temporale entro cui sarà possibile venderle. Situazione complessa anche per quanto riguarda i cereali autunno-vernini, anche legati alla filiera zootecnica: il perdurare didi questa situazione può inficiare seriamente il regolare sviluppo delle piantine andando a deprimere la qualità e quantità del raccolto. Senza contare che il pericolo di una repentina “inversione” del termometro, con inattese gelate, è tutt’altro che scongiurato. Del resto, oggi è il solo il primo giorno di primavera…”

Le testimonianze di agricoltori e allevatori

“Prugne, albicocche e pesche sono fioriti almeno tra i dieci e i quindi giorni di anticipo” commenta Fabio Villa, titolare dell’azienda Maggiociondolo di Casatenovo (LC).

“In stalla, per ora la situazione è tranquilla, le vacche sono alimentate regolarmente e hanno, ovviamente, acqua a disposizione” commenta Fortunato Trezzi, allevatore ad Alzate Brianza (CO) e presidente di Coldiretti Como Lecco. “I problemi sono in campo: chi coltiva cereali autunno-vernini per alimentare il bestiame è penalizzato, in quanto lo sfasamento climatico ha messo in sofferenza le piante”.

La primavera inizia all’insegna della siccità

Quello appena concluso – precisa la Coldiretti – è stato un inverno anomalo e siccitoso che tra il mese di dicembre e la prima metà di marzo ha fatto registrare solo tre giornate di pioggia che hanno coinvolto tutto il territorio regionale. Sempre più in sofferenza i grandi laghi con le percentuali di riempimento che sono scese al 7,6% per quello di Como, al 15% per l’Iseo e al 28,5% del Maggiore. Si salva, per ora, solo il lago di Garda con oltre il 90% di riempimento.

Gli incendi

L’andamento degli ultimi mesi conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto che si manifestano – continua la Coldiretti – con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che mettono a rischio boschi e campagne. Basti pensare che, nel solo mese di gennaio – spiega la Coldiretti su dati regionali –, in Lombardia gli incendi hanno devastato oltre mille ettari di territorio.

Agricoltura a rischio

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Una nuova sfida per le imprese agricole – conclude la Coldiretti – che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

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