Analisi del periodo

Nota del Comitato Difesa della Sanità di Montagna

Il Morelli sempre più da rivalutare.

Nota del Comitato Difesa della Sanità di Montagna
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Lettera aperta.

Nota del Comitato Difesa della Sanità di Montagna

Il Comitato per la Difesa della Sanità di Montagna ha volutamente sospendere, in questi giorni di grande emergenza sanitaria, la propria azione di protesta. Lo dobbiamo, in segno di grande rispetto, a tutti gli operatori sanitari che stanno affrontando questo momento estremamente delicato con grande professionalità, sacrificio e senso del dovere. La politica invece non si smentisce mai e si presenta, anche di fronte ad un pericolo mondiale come questo, come al solito, divisa ed inadeguata. Del resto non potevamo attenderci nulla di più da chi, anche di fronte, per esempio, alla proposta di Legge sui vaccini obbligatori nelle scuole, è riuscito a rallentare il Paese per dei mesi. Per queste ragioni i cittadini temono le solite, inconcludenti ed irresponsabili pasticciate. Il Paese si presenta, di fronte a questa cruciale sfida, con grandi competenze e capacità ma rallentato da madornali errori di programmazione e da una assenza di visione Nazionale d’insieme. Tutti nodi stanno arrivando al pettine e possono tradursi in guai enormi per la salute dei cittadini, in disservizi ed anche disastri per l’economia. Eppure l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva già segnalato il pericolo di epidemie di cui abbiamo già avuto qualche avvisaglie e aveva invitato tutti i governanti del mondo ad attrezzarsi. L’Italia in particolare, per la sua posizione geografica, avrebbe dovuto, più di altri e con il concorso dell’Europa, preparare nel Paese un adeguato Sistema Sanitario Nazionale con appropriati e sufficienti posti letto per cure intensive. Invece si è demandato troppo alle singole Regioni che hanno predisposto risposte sanitarie disomogenee e senza una direttiva chiara. Secondo il WHO l’Italia aveva, nel 1980, 922 posti letto per ogni 100.000 abitanti mentre nel 2013 solo 275. Siamo passati da 595.000 posti letto a 165.000 e di questi solamente 5.090 per cure intensive (fonte quotidiano sanità riportato su Young slow Jornalism). In questi giorni anche un autorevolissimo esperto di sanità come Walter Ricciardi, consulente del Ministro della Salute, ex Presidente dell’Istituto Superiore della Sanità e Membro del Comitato Esecutivo dell’OMS, ha voluto sottolineare l’enorme affanno in cui versa la “sanità pubblica” alla quale, in 9 anni (2010-2019), sono stati sottratti ben 37 miliardi.

Morelli

E’ proprio dentro questo declino della sanità pubblica che si inserisce anche la parabola discendente del Morelli. Il destino riservato, in modo scriteriato e folle, al Morelli è ancora più grave perché avvenuto con una sostanziale condivisione delle istituzioni locali (il recente sdoppiamento della Neurochirurgia di Sondalo, per esempio, si è consumata nell’imbarazzante silenzio delle competenti Conferenze di Sindaci); anche di quelle che, ora, sembrerebbero volerlo difendere pur “con qualche se e qualche ma” o intestandosi soluzioni già indicate e
percorse, da uomini lungimiranti come Luigi Mescia, più di 10 anni fa. Soluzioni queste di cui si sono peraltro appurate, nelle sedi opportune, le enormi difficoltà attuative ma di cui si apprende per il tramite di alcune “penne stanche e svogliate” della stampa locale un improbabile, anche se sempre auspicabile, prossimo traguardo. Il mancato pieno sostegno della sanità pubblica ha sottratto, anche in Lombardia, risorse nei settori più nevralgici come la diagnostica e la riabilitazione mettendo così in difficoltà i cittadini più deboli e svantaggiati. Guarda caso ambiti, peraltro non gli unici, in cui il Morelli era fra gli Ospedali più innovativi d’Italia e siccome, questi dati di eccellenza, pare non fossero molto graditi a taluni influenti convalligiani, il “lavoro di depauperamento programmato” è stato molto più veloce e al tempo stesso torbido.

Ruolo

Intanto che descriviamo la fotografia del Morelli in cerca di un doveroso ruolo non solo provinciale nel quale qualcuno ha voluto scioccamente cacciarlo con progetti miopi, nel complice silenzio di tutta la politica provinciale, in alcune città i pazienti vengono visitati
nelle tende. Questa immagine non restituisce dignità ad uno dei Paesi più sviluppati del mondo. Non possiamo, neanche lontanamente, pensare di costruire un ospedale in 10 giorni, come avvenuto in Cina, ma tra la realtà cinese e le tende da campo lombarde o toscane si
può passare per il pieno recupero funzionale del Morelli. Non dobbiamo neppure costruire un ospedale di eccellenza in 10 giorni perché, per fortuna, lo abbiamo già! Mentre la politica, priva di acume, con il Piano del Politecnico stava drasticamente completando una operazione iniziata da anni, la storia ci sta dicendo, ancora una volta, che era sulla strada sbagliata. Infatti questa emergenza imporrà, per forza, nuovi paradigmi e nuove prospettive ma il dato che emerge con chiarezza è che il Sistema Sanitario va ripensato e potenziato e dentro questa nuova visone occorre farci rientrare, a pieno titolo, l’ospedale Morelli. Siamo tutti consapevoli infatti che, in questo nuovo mondo, sono globalizzate sia le crisi economiche sia le epidemie e, come le crisi economiche, anche le epidemie possono essere cicliche e di portata catastrofica. Non sarà la Provincia di Sondrio a determinare, di sicuro, l’agenda politica nazionale ma i nostri rappresentanti a Roma e Milano e tutta la politica di questo territorio potrebbe impegnarsi in modo coeso per la necessaria ed opportuna riabilitazione dell’immagine e del ruolo del Morelli. Quell’ospedale dovrebbe tornare ad essere un ospedale universitario di rilievo nazionale ed europeo per le riabilitazioni e le malattie rare collegato, indissolubilmente, alle alte specialità, alla cura delle malattie polmonari e virali con tutte le sue derivazioni che necessitano di importanti ed evolute strutture di degenze intensive oltre a dare risposte sanitarie di emergenza/urgenza ad uno dei più importanti e prestigiosi comprensori turistici del mondo.

Progetto

Oggi, più che mai, il progetto Universitario Africa-Italia-Africa proposto dal Comitato e dal Comune di Sondalo sulla cura e ricerca della malattie respiratorie impone di essere, immediatamente, ripreso dentro un ospedale completamente rivisitato e rilanciato e siamo
convinti che anche l’Europa dovrebbe essere coinvolta per svolgere un ruolo decisivo. Il Morelli è stato concepito come il più grande Sanatorio d’Europa al fine di poter dare una risposta sanitaria concreta e strutturata alla tubercolosi che fu l’emergenza per molti decenni del novecento e con tale scopo è stato pensato e costruito. Moltissime di quelle scelte tecnologiche e costruttive sono ancora di assoluta attualità e sarebbe un danno incalcolabile per tutti se non ne tenessimo, oggi, in dovuta considerazione. Si apprende in queste ore dalla stampa che potrebbe esserci un ripensamento generale da parte di Regione Lombardia circa il ruolo futuro da assegnare al Morelli. Ci auguriamo pertanto sia il frutto di una coraggiosa virata nelle direzione suggerita, da tempo, dal nostro Comitato Tecnico Scientifico (G. Pradella, E. Benericetti, G. Besozzi, E. Cremascoli, E. Occhi, L. Dei Cas, U. Bongiorno, M. Civati, S. Di Lorenzo, P. Gobbi Frattini, A. Landucci, U. Martinelli, D. Moltoni, G. Mosconi, Ma. Papalia, N. Partesana, R. Pedrini, R. Scalzotto, P. Spelzini, D. Verdesca, M. Tagliaderri, L. Togni).

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