Patrick Gabarrou al Sondrio Festival
Questa sera altro appuntamento con i filmati in concorso
Il sogno della vetta e il gusto della sfida, il valore impagabile della fiducia e della condivisione, la gioia profonda davanti allo splendore della montagna. L’alpinismo è un’avventura in senso fisico quanto spirituale per Patrick Gabarrou, che ieri sera dal palco del Teatro Sociale ha portato il pubblico di Sondrio Festival ad alzare lo sguardo verso l’alta quota, un mondo che lo scalatore francese ha scoperto da ragazzino leggendo libri sul Monte Bianco – «dove sono cresciuto, vicino a Parigi, è tutto piatto», ha sottolineato – e che è diventato la passione di un’intera vita.
Il Gab al Sondrio Festival
Una passione con cui “il Gab” – così è soprannominato Gabarrou – ha conquistato moltissime soddisfazioni da alpinista, vedi le sue trecento prime ascensioni e le tante vie aperte nel gruppo del Monte Bianco e poi diventate dei classici. Ma il fascino della scalata non è soltanto questo, ha rimarcato l’alpinista francese: da guida alpina, ha sottolineato, «è splendido accompagnare altre persone a condividere la montagna, i “fulmini di bellezza” che si incontrano», il senso di meraviglia di fronte al mondo, «un po’ come guardare le cose con gli occhi di bambino», che in alta quota è ancora più forte, ha sottolineato, «forse perché sei un po’ più povero del solito».
Disavventura sul Dent d’Herens
Intervistato da Giancarlo Cattaneo di Radio Capital davanti ad una platea gremita, Gabarrou ha rievocato la disavventura in cui è incappato in settembre insieme ad un’amica, sul Dent d’Herens: due notti all’addiaccio a quota quattromila per l’arrivo improvviso del maltempo che «in dieci minuti ha ricoperto tutto di ghiaccio», ha raccontato. Momenti difficili e drammatici che fanno parte delle esperienze in montagna quanto sentimenti forti come la fiducia reciproca fra compagni di cordata, un legame che va oltre il vincolo fisico della corda, o il percorso interiore che si può vivere in un contesto estremo, ma splendido.
AAA-Museum Hub
Proprio i tanti significati dell’andare in montagna, i molti modi di vivere l’alta quota, l’ambiente alpino - imponente quanto fragile - saranno al centro di “AAA-Museum Hub”, il museo che nascerà il prossimo anno a Castel Masegra: ieri sera sul palco del Sociale ne ha parlato Luca Verri, coordinatore del progetto per il Comune di Sondrio, presentando al pubblico la realtà che sta prendendo forma al castello, con allestimenti multimediali d’impatto ma «delicati», per rispettare le particolarità del Masegra, pronti a trasformarsi continuamente per dare spazio alle infinite sfaccettature di questo mondo.
I Film
E la montagna è tornata protagonista anche in alcuni dei film in concorso presentati ieri sera: L’odissea dei lupi solitari di Volker Schmidt-Sondermann e Isar, l’ultimo fiume selvaggio di Jürgen Eichinger, che insieme a Serere di Victoria Stanley componevano il cartellone della quarta serata di proiezioni di Sondrio Festival 2017.