Prevenzione valanghe: arrivano i fondi

Pronti 58 mila euro per finanziare l'attività di due anni.

Prevenzione valanghe: arrivano i fondi
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Stanziamenti a favore di Valtellina e Valchiavenna per interventi di prevenzione valanghe. A stanziarli è Regione Lombardia.

Prevenzione valanghe: 58 mila euro in due anni

Assommano a 58mila euro in due anni, pari a circa l’80% dei fondi necessari alla provincia di Sondrio a garantire gli incarichi ai nivologi esterni, gli stanziamenti decisi dalla Giunta regionale che ha approvato nei giorni scorsi la delibera sulle linee guida del “Protocollo valanghe”, su proposta dell’assessore al Territorio e Protezione civile, Pietro Foroni. "La Regione ha deciso di non lasciare sole le Province più a rischio, garantendo finanziariamente un progetto di prevenzione che funziona in via sperimentale già dal 2009 – ha commentato Foroni – Siamo stati i primi in Italia a mettere in campo un modello di gestione del rischio valanghe che ha fornito numerosi spunti alla normativa nazionale in materia. E che, con i tragici eventi del 2017 in centro Italia, ha riportato all’attenzione di tutti la propria importanza ai fini di tutela delle popolazioni e del loro territorio. Oltre alla capacità organizzativa, Regione Lombardia da oggi ci mette anche la maggior parte dei finanziamenti che prima si sobbarcavano interamente le tre Province interessate”. Oltre a Sondrio, Regione Lombardia finanzierà infatti il progetto di prevenzione valanghe anche nelle province di Brescia (32mila euro) e Bergamo (80mila euro), per un totale di 170mila euro.

Prevenzione valanghe: il modello lombardo

Il protocollo si fonda sul Nucleo tecnico operativo - formato da Regione Lombardia, Arpa, Provincia, Comunità montane, Prefettura, ex Corpo forestale dello Stato - e fornisce supporto alle decisioni che spettano alle Autorità locali nelle fasi esiziali che precedono la gestione dell’emergenza. Il gruppo si avvale dell’opera di nivologi esterni in grado di effettuare una valutazione locale del pericolo valanghe e che agiscono sul campo da novembre ad aprile, in base ai bollettini del Centro Nivometeorologico di Bormio gestito dall’Arpa, verificando gli strati di neve e la tenuta complessiva del manto nevoso. In caso di pericolo di distacco di valanghe, usufruendo degli elicotteri messi a disposizione da Regione Lombardia, la massa nevosa viene bombardata con onde sonore o microcariche di esplosivo, e “obbligata” a scendere a valle secondo un percorso studiato nei minimi dettagli per non causare danni, garantendo l'incolumità pubblica e salvaguardando centri abitati e vie di comunicazione.

Protocollo attivo da 10 anni

Il protocollo regionale è stato attivato nelle tre Province a partire dalla stagione 2014-15, fino all’ultima 17-18. Più precisamente era già stato avviato per la prima volta in via sperimentale in provincia di Bergamo nel 2009, poi esteso e formalizzato con Brescia e Sondrio. “Si tratta di un fondamentale strumento di collaborazione operativa per dare risposte tempestive e condivise, nel caso in cui forti nevicate possano determinare il distacco di valanghe mettendo a rischio strade, centri abitati e comprensori sciistici – spiega Foroni - Il nucleo dovrà analizzare i luoghi a rischio valanga e cercare di mitigare, attraverso adeguate misure, il rischio. Solo in provincia di Brescia, e solo nell’inverno scorso, sono state effettuate due cadute controllate di valanghe. Se non fossimo intervenuti probabilmente avremmo dovuto ricorrere a misure di emergenza per liberare strade interrotte, evacuare centri abitati, ripristinare infrastrutture e collegamenti, con disagi enormi alle popolazioni colpite e a tutto il sistema turistico così importante per le nostre montagne”.

Il ruolo della Regione

In estrema sintesi, il ruolo di Palazzo Lombardia è quello di fornire azione di supporto al monitoraggio e all’allertamento su scala regionale attraverso il Centro funzionale monitoraggio rischi e coadiuvare la gestione delle emergenze con la Sala operativa di Protezione civile. “Come negli anni scorsi – aggiunge l’assessore - la Regione garantirà il coordinamento delle comunicazioni e delle informazioni tramite la Sala operativa regionale, che potrà mettere a disposizione l’elicottero per sopralluoghi. I finanziamenti fino ad oggi sono stati messi a disposizione principalmente dalle stesse Province, a volte con la partecipazione delle Comunità montane. Purtroppo, i tagli alla spesa pubblica degli anni scorsi hanno messo in difficoltà lo stanziamento dei fondi necessari per mantenere pienamente operativo il Protocollo”.

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