Siccità, addio alpeggi dieci giorni prima

Gli allevatori sono costretti a lasciare gli alpeggi. Meno 37% della produzione di formaggi

Siccità, addio alpeggi dieci giorni prima
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Addio agli alpeggi dieci giorni prima del solito

A causa della siccità, addio agli alpeggi dieci giorni prima

Caldo, negli alpeggi scatta il “tutti a casa” con dieci giorni di anticipo. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti Lombardia sui pascoli di montagna dove questa estate le alte temperature senza pioggia hanno tagliato del 20% la produzione di erba per il bestiame. "Fra oggi e domani le portiamo tutte a casa - racconta delle sue mucche in alpeggio tra i 2.000 e i 2.700 metri dell’Alpe Colina, Alberto Libera, allevatore 51enne di Colorina (Sondrio) -. Quest’estate siamo saliti in montagna 10 giorni dopo e scendiamo 10 giorni prima. Abbiamo avuto il 40% in meno di fieno e con questo caldo i miei 160 capi hanno fatto meno latte, con un calo del 30% nella produzione di formaggio Bitto”.

Un danno nella produzione dei formaggi

Una situazione di allerta che riguarda circa 600 alpeggi lombardi con oltre 800 malghe - spiega la Coldiretti Lombardia - la maggior parte delle quali concentrate in provincia di Sondrio (37%), poi Brescia (30%) e Bergamo (24%). In tutta la Lombardia i prati a pascolo superano i 109mila ettari, di cui quasi la metà in provincia Sondrio.

 

 

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