Sicurezza stradale, premiati gli studenti - FOTO E VIDEO

Ecco gli elaborati degli studenti: scritti, disegni e video.

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Chiusura alla grande venerdì 16 novembre per la campagna dedicata alla sicurezza stradale rivolta ai giovani.

Sicurezza stradale, un progetto di successo

I vincitori del concorso riservato alle scuole hanno infatti ritirato proprio ieri gli attestati e il loro premio: un corso di guida sicura con l’associazione Valtellina Security Driving project school. Sono i ragazzi che hanno partecipato al concorso nelle diverse categorie, presentando elaborati scritti, grafici o video dedicati proprio alla sicurezza stradale. La campagna era stata promossa dalla Prefettura in collaborazione con le forze dell’ordine e con il sostegno di Pro Valtellina. Il primo step era stato la pubblicazione di un opuscolo che spiegava ai giovani i rischi di un comportamento non adeguato quando ci si mette al volante di un’auto o in sella a una moto.

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Gli elaborati degli studenti

Come detto, i ragazzi si sono confrontati sul tema attraverso diverse forme espressive. Di seguito ecco i loro elaborati.

Educazione stradale, educazione alla vita

Gli incidenti stradali sono un problema tutt’ora attuale, che nonostante l’avanzare tecnologico dei sistemi di sicurezza dell’auto, tende a non estinguersi.
Essi sono la prima causa di morte tra i giovani che, sebbene rappresentano solo l’8% della popolazione, raggiungono il 24% dei morti sulla strada di cui il 57% a causa dell’alta velocità, il 43% dei messaggi alla guida, il 16% dell’inosservanza dell’obbligo della cintura di sicurezza, il 13% abuso di alcol e la restante parte per visione di video alla guida.
A tutto ciò si aggiungono fattori come l’approccio della persona alla guida e a ciò che rappresenta in termini di rischi e responsabilità.
Non è scontato che una persona che si mette alla guida abbia fatto durante la sua carriera di patentato delle considerazioni riguardo a ciò che la guida comporta: si è infatti responsabili di non causare danni agli altri utenti della strada che siano automobilisti, ciclisti o pedoni.
Guidare non significa soltanto spostare un veicolo ma bensì essere un utente della strada responsabile della propria e altrui incolumità.
Per arginare questo fenomeno è fondamentale la sensibilizzazione delle famiglie ad essere un esempio coerente per i loro figli.
E’ necessario comprendere che le norme vanno rispettate non per il dovere imposto bensì per ciò che rappresentano.
Anche la scuola in quanto pilastro essenziale dell’educazione dei giovani dovrebbe occuparsi del problema attraverso campagne di sensibilizzazione a cura di figure qualificate seguite ad esempio da testimonianze dirette di ragazzi reduci di tragedie stradali.
Se l’educazione delle famiglie e scuole viene a mancare verrà compromessa la formazione e la sicurezza del ragazzo il quale sarà più vulnerabile alle pressioni sociali, quali causano i comportamenti scorretti sopracitati.
Si potrebbe pensare che la responsabilità non vada affidata alle famiglie poiché l’educazione in campo stradale dovrebbe essere una competenza delle scuole guida. In realtà, il rispetto delle norme si basa su principi che vanno ben oltre il semplice imparare a memoria concetti per ottenere l’abilitazione alla guida (“la tanto desiderata patente”).
Le persone reputano, dopo alcuni anni di guida, di aver acquisito la sicurezza per permettersi di eccedere nella velocità, ma ciò comporta un distaccamento dallo scopo di non recare danno agli utenti della strada e alla persona stessa.
Aiutare un giovane ad avere consapevolezza rispetto alla sicurezza stradale ne farà una persona che non cercherà ammirazione sfidando la morte e facendosi influenzare dalle pressioni sociali, ma che troverà maggiore realizzazione “affermando la vita”.
Clarissa Bargauan

+ prudenza - superficialità

174933. Quasi duecentomila sono gli incidenti con lesioni a persone sulle strade italiane. L’ISTAT non mente. I dati citati sono sconvolgenti e una soluzione definitiva è ancora molto lontana.
Alcolici, cellulare, velocità, pensieri, luci. Un elenco che tende all’infinito di cause di morte.
Diventare maggiorenni è il traguardo tanto atteso anche solo per mettersi al volante e scaldare il motore. Tutti sognano l’adrenalina ma è possibile che non esista un diciottenne che comprenda quanto la strada può essere pericolosa?
Non si può sempre biasimare la preoccupazione delle madri mentre i figli escono in macchina con gli amici. Una mamma sul divano, dopo una giornata stancante che sente la sirena di un’ambulanza mentre i figli sono in giro in auto.
Forse si è un po troppo superficiali e servono dei cambiamenti di tutt’altro tipo. Cambiamenti concreti.
E’ spaventoso immaginare che ci siano ancora milioni di persone che utilizzano il cellulare alla guida o che non si allaccino la cintura di sicurezza. Semplici regole che potrebbero salvarci la vita.
Sarà vero che i ragazzi sono particolarmente superficiali e a volte strafottenti ma anche la scuola cosa può farci? Figli che osservano genitori infrangere norme stradali quotidianamente, come se l’unica cosa importante sia evitare una multa. Nessuno prende tempo per pensare a tutto ciò che può accadere sulla strada e anche attivare sfarzosi progetti scolastici per abbassare il numero di incidenti sarebbe solo un grande spreco di tempo.
A mio avviso permettere agli studenti corsi di guida e fare il modo che possano prendere la fatidica patente risparmiando qualcosa e semplicemente entrando a scuola non sarebbe certamente una pessima idea.
Finchè non si giungerà ad una vera e propria rivoluzione della legge della strada ci si può solamente limitare a far apprendere ad ogni singolo ragazzo la vera importanza di tutte quelle cose noiose che ognuno si è dovuto studiare per avere in tasca quel maledetto tesserino rosa che spesso viene consegnato a persone completamente pericolose. Si può essere anche l’uomo migliore sulla faccia della Terra ma nel momento in cui infrangi una norma stradale significa che non stai riflettendo sulla quantità di persone che condividono la tua stessa strada.
Le nozioni ci sono. Certo che più prudenza e meno superficialità sono i primi passi da compiere per ogni singolo neopatentato, e non solo.
Michela Bassola

Incidenti tra i giovani

Forse l’adrenalina, forse la voglia di trasgredire i limiti di velocità, forse la poca prudenza, forse il desiderio di dimostrare il proprio coraggio. Sta di fatto che, ogni giorno, si ripetono diversi incidenti, eppure, molti ragazzi non hanno la minima idea del rischio che corrono quando si mettono al volante.
Vi è molta differenza, a mio parere, tra responsabile e responsabilità. Si può considerare responsabile il genitore che acquista la macchina sportiva, sempre desiderata, al figlio e dev’essere quest’ultimo che deve sapere come comportarsi alla guida: rispettare i cartelli stradali, i limiti di velocità, la segnaletica orizzontale, cosicché le possibilità di fare incidenti diminuiscano.
Soprattutto quando si è alle prime armi, non si è ben consci del rischio che si provoca a se stessi e agli altri automobilisti solamente distraendosi per guardare il telefono.
Il cellulare è solo uno dei tanti fattori che rendono la vita in strada pericolosa, nei giovani è molto diffusa la moda di guidare sotto l’effetto di alcol e droghe.
Il rischio di schiantarsi aumenta esponenzialmente a causa delle condizioni psicofisiche e mentali alterate.
Ma una causa decisiva e motivo di incidenti nella fascia giovanile, è sicuramente la disinformazione: ci si chiede mai quanti morti si registrano nell’arco di un anno solamente per incidenti stradali? Nel 2016 considerando l’età 15-24 anni ci sono stati 418 morti, più di uno al giorno, per non parlare dei 45.924 feriti.
Essendo nell’età migliore per ascoltare e accogliere i messaggi da parte degli insegnanti, i ragazzi giovani sono in grado di discutere di sicurezza stradale. Alla luce di questo sarebbe opportuno proporre progetti, in ambito scolastico, alle nuove generazioni, promuovendo l’adozione di certi comportamenti per diventare più consapevoli e di conseguenza sicuri per la propria e l’altrui salute.
L’obiettivo è quello di rendere partecipi i ragazzi facendo loro acquisire conoscenza dei fattori di rischio, migliorarne la consapevolezza dell’utilità dei dispositivi di sicurezza e soprattutto educare i ragazzi responsabilizzandoli civilmente.
Per far si che un’attività di sensibilizzazione nelle scuole sia più interessante e meno noiosa per i ragazzi, si potrebbero organizzare delle uscite, accompagnati da agenti di polizia o da specialisti esperti sulla prevenzione agli incidenti. Di aiuto potrebbero essere film o documentari che aiuterebbero le lezioni ad essere più coinvolgenti ed interessanti.
Concludo col dire che vi è un generale “analfabetismo stradale”, gli incidenti e le morti devono interpellare ognuno di noi. Ogni singola persona deve impegnarsi nel rispettare le regole e così facendo si potrà cercare di arginare il problema e soprattutto ci si potrà sentire più sicuri in strada.
Jacopo Moretti

"Voglio una vita spericolata"

Fin da bambini ci insegnano il rispetto delle regole, il rispetto verso le altre persone, l’importanza di non violare principi elementari per non mettere a rischio prima di tutto noi stessi e in seguito anche gli altri …
Nella vita di tutti i giorni siamo “bombardati” dalle notizie di cronaca che ci raccontano una triste realtà dei giovani d’oggi, ragazzi e ragazze vedono la loro, ancora lunga, vita spegnersi a causa di incidenti stradali, episodi che suscitano dispiacere e amarezza.
E’ un mondo difficile e rammarica ascoltare questo tipo di notizie al telegiornale o alla radio o addirittura anche da conoscenti o da amici.
Una realtà che fa terrore, che sconvolge, che fa ribrezzo e alla quale bisognerebbe prestare molta attenzione per poter riflettere su gravi avvenimenti stradali che conducono ad una triste morte quando, questi ragazzi, avrebbero davanti ancora una vita da realizzare.
Il brivido della trasgressione, l’uso e abuso di alcol e di sostanze stupefacenti, la guida spericolata, il voler trasgredire ed emergere dal gruppo, la troppa sicurezza delle proprie capacità alla guida, l’esagerata velocità al volante… sono tutti fenomeni molto diffusi tra i principianti d’oggi alla guida e in allarmante aumento.
I neopatentati d’oggi si sentono invincibili e così non rispettano i limiti di velocità, non mantengono la distanza di sicurezza, non usano gli appositi dispositivi di sicurezza, utilizzano in modo scorretto i dispositivi musicali durante la guida ascoltando la musica “a tutto volume” e muoiono su una strada.
La sfida al pericolo, l’incoscienza, l’immaturità, la ricerca di forti emozioni dovuta probabilmente al fatto che ad oggi i giovani non hanno più grandi aspettative o ambizioni per il loro futuro e un’insufficiente formazione alla sicurezza sulla strada sono fonti di incidenti stradali,soprattutto nelle notti del fine settimana, che mettono in pericolo la vita di coloro che sono alla guida e inoltre mettono a repentaglio la vita di tutti coloro che si trovano nel momento di un eventuale tragedia.
Purtroppo l’imprudenza è il male dei ragazzi di oggi che amano il rischio e che sopravvalutano le loro capacità credendo di essere così imbattibili quando sono al volante.
Gli indici di mortalità più alti vengono toccati nelle notti del fine settimana: 3,8 morti per 100 incidenti la domenica tra le 22 e le 6 del mattino, 3,6 il venerdì e 3,5 il sabato notte negli stessi orari.
Il picco, nonché 6 vittime ogni 100 incidenti, si verifica alle 5 del mattino come riportato dai dati dell’Istat nel 2011.
Il famoso “sabato sera” può essere definito come la serata nella quale accadono i maggiori incidenti stradali che coinvolgono ragazzi e ragazze giovani, questo sabato sera così tanto atteso durante tutta la settimana dai giovani per potersi divertire è causa di numerose tragedie sulla strada.
I giovani del giorno d’oggi attendono il sabato sera per uscire con gli amici e andare a divertirsi insieme, divertirsi oggi significa frequentare pub e discoteche dove si bevono bevande alcoliche, si balla e nella peggiore delle ipotesi alle volte alcuni ragazzini o ragazzine fanno uso anche di sostanze stupefacenti.
Purtroppo, per poter raggiungere i luoghi desiderati dove divertirsi c’è la necessità di utilizzare la macchina, il fatto che i ragazzi e le ragazze che devono guidare, nonostante i diversi avvertimenti sull’evitare di bere sostanze alcoliche, non rispettano questa proibizione assumendone quantità eccessive, soprattutto quando sono in compagnia, mettendosi successivamente alla guida in stato di ebbrezza.
La guida si trasforma in una corsa “spericolata” durante la quale si avverte un senso di onnipotenza verso sé stessi e il veicolo. A dire il vero invece guidare in stato di ebbrezza comporta un conseguente stordimento, una stanchezza e tempi di reazione maggiormente lenti che di conseguenza conducono poi a incidenti e morte sulla strada.
A diffondere una corretta cultura sulla sicurezza stradale verso i giovani che iniziano a circolare in strada, una cultura che dovrebbe affondare le sue radici nell’ambito famigliare per poi proseguire questo percorso educativo anche nell’ambito scolastico ed extrascolastico rappresenterebbe un’adeguata soluzione.
Chiara Galimberti

Alla guida meglio prevenire che curare

Alcol e droghe prima. Social e Smartphone al volante. 3378 vittime per sinistri stradali dopo. Le vittime? Perlopiù giovani tra i 15 e i 24 anni. E dove non è la “New Generation” di guidatori a sbagliare, interviene lo Stato. Assenza di controlli, mancanza di pattuglie e presenza di strade reduci da un’incuria che dura ormai da anni.
Certo, “ Distrazione, mancato rispetto della precedenza e velocità troppo alta” come spiega il rapporto Aci – Istat, “si confermano comunque le prime 3 cause di incidenti stradali”.
Distrazione. Il vero problema sembra quindi presentarsi quando gli smartphone “scendono in pista”. Infatti in un mondo dove i social network vengono definiti la “droga del nuovo millennio”, è veramente difficile disintossicarsi. Anche alla guida. Anche quando la propria vita è appesa ad un volante. Lo stesso discorso vale per ogni sostanza di tipo psicotropo – psicoattivo. Già ben noti sono infatti gli effetti (negativi) di alcol e droghe alla guida. Tempi di reazione alterati, valutazione minore dei rischi e perdita di attenzione e concentrazione. E’ dunque importante sensibilizzare i “neofiti della guida” sui rischi che l’uso di queste sostanze comporta e sull’importanza della sicurezza stradale.
Proprio per questo nasce il concetto di “Patente Progressiva”, in uso già da alcuni anni negli “States” e in Canada. Si tratta di un percorso formativo che prevede, a partire dai 16 anni di età, una serie di tappe che lo studente deve superare per poter acquisire esperienza sulla strada.
La patente progressiva andrebbe così a comprendere, oltre a diversi esami, anche periodi di pratica, lezioni con tutor e momenti di monitoraggio della condotta tenuta in strada. Gli obiettivi, raggiungibili grazie al sostegno delle scuole, sono quelli di migliorare il rapporto con l’auto e la dimestichezza alla guida, oltre a ridurre le insicurezze e migliorare i comportamenti al volante. Dalla patente al foglio rosa ci sarebbero dunque diversi passaggi, permettendo così ai giovani neopatentati di acquisire la giusta confidenza per guidare in autonomia e in totale sicurezza. L’obiettivo è quello di importare in Italia questo metodo, dando la possibilità ai giovanissimi di fare un percorso supportato dagli organi di istruzioni, che porti a una maggiore consapevolezza alla guida. “In Norvegia” come riporta Repubblica, “il sistema di educazione stradale graduale ha ridotto drasticamente il numero di morti per incidente stradale, portando le vittime tra i 16 e i 24 anni a diminuire del 73%”. Dati che non hanno bisogno di spiegazioni e che ci fanno domandare sul perché questa procedura non sia ancora applicata nel nostro Paese.
Nel frattempo, sperando che i nostri consigli vengano ascoltati, vi rammendiamo che il primo accorgimento per la vostra sicurezza deve partire da voi: non guidate se non siete mentalmente o fisicamente idonei, ricordando che, prevenire è meglio che curare.
Massimiliano Vallati

La circolazione stradale e le emissioni di anidride carbonica

Grazie al servizio di pattugliamento da parte della Polizia Stradale, è stato evidenziato un aumento degli autoveicoli in circolazione, in provincia di Sondrio come nel resto d’Italia. L’incremento dei veicoli a motore causa un aumento delle emissioni di sostanze inquinanti, le quali sono le responsabili dell’effetto serra, uno strato di gas composto principalmente da: vapore acqueo (H2O), anidride carbonica (CO2), protossido di azoto (N2O) e metano (CH4). Questo strato di gas avvolge il nostro pianeta, trattenendo il calore dei raggi solari e causando così il surriscaldamento globale. Per limitare l’incremento dell’effetto serra, vengono ridotte le emissioni degli autoveicoli. I principali agenti inquinanti prodotti dalla combustione dei carburanti sono: anidride carbonica (CO2), monossido di carbonio (CO), ossido di zolfo (SO2) e idrocarburi incombusti. Per limitare queste emissioni, sulle auto moderne sono utilizzati alcuni sistemi:
L’unità di controllo motore (ECU) viene programmata per gestire l’iniezione del carburante, in modo tale da utilizzarne il meno possibile in funzione della potenza richiesta, riducendo così i consumi, le emissioni e la quantità di carburante incombusto.
Il sistema di scarico presenta il catalizzatore, una struttura ceramica posta nel collettore e ha la funzione di rallentare e raffreddare i gas; nell’ultima parte dello scarico si trova il silenziatore, che riduce il rumore e di conseguenza anche l’inquinamento acustico, grazie alla lana di vetro in esso contenuta.
Nei motori diesel, oltre ai sistemi sopra citati, si utilizza anche il filtro anti particolato, posto nello scarico, posto nello scarico, che ha il compito di bloccare le particelle solide che derivano dalla combustione del gasolio. Inoltre, nel motore c’è la valvola EGR, che recupera una parte dei gas di scarico e li reimmette nel motore; è posta tra lo scarico e il condotto di aspirazione, collegata ad entrambi con due manicotti.
In base all’efficacia di questi sistemi, e di conseguenza anche in base alle emissioni, le auto vengono classificate in Europa, con la sigla “EURO” seguita da un numero compreso fra 0 e 6, in modo tale che “EURO 0” significa che l’auto inquina molto, mentre “EURO 6” significa che l’auto inquina poco. Queste normative sono nate nel tempo, infatti le auto prodotte negli anni ‘90 e precedenti sono quasi tutte EURO 0, mentre le più moderne rispettano le normative EURO 6. Oltre a questi provvedimenti, l’Unione Europea, in accordo con i paesi che ne fanno parte, ha deciso di incentivare la rottamazione degli autoveicoli più vecchi. Così facendo molte persone sono portate all’acquisto.
Amedeo Moriconi – Alessio Cao

I disegni

Oltre al testo scritto, c'era la possibilità di esprimersi con un disegno. Ecco quelli di Alvise Cendali e Andrea Credaro dell'Agrario.

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Il Video "Trap della sicurezza"

C'è poi chi ha preferito esprimersi attraverso un video. Sono stati gli studenti dell'ex quarta D del Balilla Pinchetti di Tirano. Eccolo:

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