Vaccinazioni antinfluenzali, ecco cosa c’è da sapere

Dal 3 novembre è possibile richiedere la somministrazione ai medici di famiglia o nei centri vaccinali.

Vaccinazioni antinfluenzali, ecco cosa c’è da sapere
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Vaccinazioni antinfluenzali ecco cosa c’è da sapere. Al via la campagna per la stagione 2017-2018.

Vaccinazioni antinfluenzali al via

La campagna di vaccinazione antinfluenzale è partita il 03 Novembre 2017 con orari e in sedi consultabili sul sito aziendale www.ats-montagna.it e sui siti delle ASST Valcamonica e Valtellina e Alto Lario. La vaccinazione è fortemente consigliata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per prevenire forme gravi e complicate di influenza e ridurre la mortalità prematura in gruppi a aumentato rischio di malattia grave.

L’influenza sta arrivando

Secondo i media australiani è la peggiore degli ultimi decenni. Ne parlano in questi termini, dopo che negli scorsi mesi nel continente rosso l’epidemia annuale ha fatto 52 vittime, anche tra i giovani e i bambini. Alle nostre latitudini non ci sarebbe da stare tranquilli: il virus starebbe ora facendo rotta verso l’Europa, dopo aver già toccato il sud-est asiatico e la penisola araba. Secondo gli esperti, nell’emisfero boreale bisognerà fare i conti con un’ondata di influenze pari a quella australiana.

A chi rivolgersi

Come sempre, tutti i soggetti con età uguale o superiore ai 65 anni e coloro che sono inseriti nei programmi ADI e ADP o sono allettati o disabili, potranno rivolgersi per la somministrazione gratuita della vaccinazione antinfluenzale ai propri medici di famiglia. Chi ha meno di 65 anni d’età e appartiene a categorie a rischio, potrà invece rivolgersi al Centro Vaccinale ASST di residenza nelle sedi e negli orari previsti dal centro stesso, e presso i Medici di Medicina Generale e Pediatri di Famiglia. Per queste categorie la vaccinazione è GRATUITA.

Le categorie esenti dal pagamento

La vaccinazione antinfluenzale è offerta gratuitamente a chi ha 65 anni o più, ai bambini dai 6 mesi in su e agli adulti affetti da patologie croniche come malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma di grado severo, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica, la BPCO), malattie dell’apparato cardio-circolatorio (comprese cardiopatie congenite e acquisite), diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi obesi con BMI >30 e gravi patologie concomitanti), tumori, epatopatie croniche, malattie renali con insufficienza renale cronica, malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali, malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie; malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV, patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici, malattie neuromuscolari associate ad aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie. Ancora: bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale; donne che saranno nel secondo e terzo trimestre di gravidanza durante la stagione epidemica; persone conviventi con soggetti ad alto rischio che non possono essere vaccinati, persone ricoverate presso strutture sanitarie e socio-sanitarie per lungodegenti, medici e personale sanitario di assistenza, personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani (certificati dal medico competente: allevatori, addetti all’attività di allevamento, addetti al trasporto di animali vivi, macellatori e vaccinatori, veterinari pubblici e libero-professionisti), forze di polizia e vigili del fuoco.

Consigli utili per prevenire la trasmissione del virus influenzale

Non va dimenticata l’importanza, oltre che della vaccinazione, di tutte le misure di protezione personale utili a ridurre la trasmissione dei virus quali lavaggio delle mani, coprire naso e bocca con fazzoletti di carta in caso di starnuti o tosse, isolamento volontario a casa propria in presenza di malattia respiratoria febbrile e uso di mascherine di carta da parte dei soggetti malati che presentano sintomi respiratori soprattutto se questi devono recarsi in ambienti sanitari o ospedalieri.

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