Valtellina, meleti: la conta dei danni è grave
Produzione compromessa dove il gelo non ha trovato barriere, ma i danneggiamenti sono a tappeto. E nei prossimi giorni, la colonnina di mercurio potrebbe tornare di nuovo sottozero.
E’ più grave del previsto il bilancio dei danni sui meleti in fioritura colpiti dall’ondata di gelo che ha sferzato la Valtellina.
Bilancio grave in Valtellina
Lo rilevano le stime di Coldiretti Sondrio (ancora in corso) che evidenziano perdite dal 30% fino a punte dell’80-90%, specie in alta valle. I danni si concentrano soprattutto laddove non sono attivi gli impianti antibrina e dove, di conseguenza, gli impianti frutticoli sono in completa balia del clima.
Tuttavia, la gelata è stata tanto incisiva da colpire almeno in parte anche i meleti “protetti” dove sono in corso i relativi accertamenti: il bilancio, quindi, potrebbe essere ancor più drammatico.
Misure di sostegno
Intanto, l’organizzazione agricola sollecita la necessità di consentire “nel più breve tempo possibile” ai territori e alle aziende colpite l’accesso al Fondo di Solidarietà Nazionale e alle altre misure di sostegno previste, come pure già annunciato dal Ministero dell’Agricoltura: “I danni sono seri, peraltro il 75% dell’areale coltivato a mele non è protetto dagli impianti antibrina. E’ importante assicurare alle imprese gli adeguati sostegni per salvare uno dei comparti chiave dell’agricoltura valtellinese” rimarca il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini.
Shock termico
L’allarme, peraltro, non è cessato, dato che nei prossimi giorni il termometro tornerà ripetutamente sottozero, con escursioni termiche superiori ai 10 gradi: ad esempio, fino a mercoledì il termometro toccherà i -4°, con una probabile ricomparsa della neve nella giornata di giovedì.
Marcato, quindi, lo shock termico causato dal brusco sbalzo di temperature passate in pochi giorni da un caldo semi estivo a un freddo da pieno inverno, con notti sottozero e gelate, in un saliscendi di clima impazzito che mette a rischio i raccolti.
Eventi climatici estremi
L’aumento degli eventi climatici estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo alla siccità ha modificato la distribuzione sia stagionale che geografica delle precipitazioni con l’agricoltura italiana che in dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro.
Intanto è tornata la pioggia, che sta bagnando le campagne di Valtellina e Valchiavenna, oltre all’intero settentrione lombardo: finisce così un periodo di siccità che ha portato a picco il livello del vicino lago di Como, al quale mancano poco più di 25 centimetri prima di raggiungere il minimo storico di sempre con un riempimento di appena il 21%.
Serve pioggia
La pioggia è attesa per combattere la siccità nelle campagne, ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti.