Gli ex Ministri Profumo e Fedeli a Sondrio: "la scuola insegni ad imparare"

Sala Besta piena per la presentazione del libro di Francesco Profumo.

Gli ex Ministri Profumo e Fedeli a Sondrio: "la scuola insegni ad imparare"
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“Leadership per l’innovazione nella scuola”. È questo il titolo del volume di Francesco Profumo che, lo stesso curatore, ha presentato ieri pomeriggio, venerdì 18 gennaio, dinnanzi a un folto pubblico intervenuto presso la Sala “Besta” della Banca Popolare di Sondrio.

Ospiti della BPS

L’incontro, promosso dall’Ufficio Scolastico Territoriale in collaborazione con Banca Popolare di Sondrio, ha visto la partecipazione di un centinaio di persone fra docenti, dirigenti, personale scolastico e rappresentanti delle massime autorità locali. Al tavolo dei relatori, accanto al Professor Francesco Profumo (già Ministro dell’Istruzione e Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo), anche la Senatrice Valeria Fedeli (già Ministro dell’Istruzione e Componente del CdA della Fondazione “Agnelli”) e il Magnifico rettore dell’Università degli Studi di Brescia, Maurizio Tira.

Scuola parte importante della “mission” di BPS

A fare gli onori di casa durante l’incontro è stato Francesco Venosta, Presidente della Banca Popolare di Sondrio. “È con grande piacere che la Banca ha deciso di collaborare con Ust alla realizzazione di questo interessante incontro di stretta attualità – ha esordito il professor Venosta –. Da sempre consideriamo il mondo della scuola una parte importante della nostra “mission” che non è solo finalizzata alla fornitura di servizi finanziari ma desidera contribuire anche alla crescita morale, civile e culturale del nostro territorio”.

Tornare di nuovo a scuola

“Il sapere invecchia troppo velocemente pertanto, a tutti noi, non resta altro che tornare di nuovo a scuola – ha spiegato il Professor Francesco Profumo nell’illustrare al pubblico il proprio volume –. In questi termini la scuola ha una responsabilità sempre maggiore rispetto al passato perché, oltre ai contenuti, dovrà sempre più “insegnare ad imparare” fornendo alle persone tutte le condizioni necessarie per poter “ritornare a scuola”. Ormai il modello di vita un po’ “industriale” - suddivisa cioè nella fase dell’educazione, del lavoro e della quiescenza - non è più praticabile e occorre pensare ad una formazione continua. Anche per questo la scuola di oggi deve essere capace di guardare al futuro e l’Italia ha bisogno di un piano a lungo termine che continui ad avere una sua coerenza a prescindere dal colore politico di chi guiderà il Paese poiché, proprio la scuola, è il vero centro di sviluppo del Paese”.

“Filiera della conoscenza del futuro”

“Il libro del professor Profumo presenta, sotto diverse angolature, articolati approfondimenti su cosa debba essere la “filiera della conoscenza del futuro” – ha aggiunto la Senatrice Valeria Fedeli –. Le competenze formative e didattiche analizzate all’interno del volume non sono solo opinioni ma conoscenze scientifiche, certificate e comprovate. Personalmente ritengo che il nostro Paese abbia le risorse umane e le capacità necessarie per collocarsi nella costruzione di una società e di un’economia della conoscenza”.

Creare e formare competenze

“Tra i compiti della scuola ci sono sicuramente quelli di creare e formare competenze così come solidità personali, educare alla complessità, alla pazienza ma anche alla fatica – ha dichiarato Maurizio Tira, Magnifico rettore dell’Università degli Studi di Brescia –. Nel testo di Profumo sono diversi gli elementi che emergono e che dovrebbero interessare tutto l’universo scolastico tra i quali, ad esempio, i percorsi ITS e le Lauree specializzanti ma anche il fondamentale approfondimento dedicato all’importanza dell’interdisciplinarità dei saperi”.

La scuola sia davvero una realtà inclusiva

“Alla fine di questa intensa giornata formativa vorrei rivolgere a tutti un ringraziamento corale – ha concluso il Dirigente Ust, Fabio Molinari – ma dopo la parola “grazie” aggiungerei la parola “spero”: spero di vivere in un territorio in cui la scuola sia davvero una realtà inclusiva, in cui gli insegnanti insegnino perché amano il loro mestiere e perché, in qualche modo, considerino i propri studenti parte della loro vita. Un universo in cui tutti collaborino serenamente ma sempre nel rispetto dei ruoli”.

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