cosa possiamo fare?

Non si fugge al cambiamento climatico e dobbiamo adattarci: il Sondrio Festival fa riflettere

Per la climatologa Giacomin e per il glaciologo Smiraglia le parole d'ordine sono divulgazione e sensibilizzazione

Non si fugge al cambiamento climatico e dobbiamo adattarci: il Sondrio Festival fa riflettere
Pubblicato:

 

Il cambiamento climatico non si può arrestare ma dobbiamo adattarci, non è semplice trovare una soluzione ma bisogna provarci.

Il destino dei ghiacciai, forzieri di acqua, è segnato e non è così lontano. Uccelli ambiti e cacciati a rischio di estinzione, uccelli canterini che vivono spensierati. Le facce diverse di un pianeta che cambia, dalla bellezza sconvolgente ma allo stesso tempo fragile e bisognoso di attenzione, sono state al centro della settima e ultima serata di proiezioni di Sondrio Festival, la XXXVI Mostra Internazionale dei Documentari sui Parchi. Poche ore separano dal galà conclusivo con la premiazione dei filmati vincitori.

Cambiamento climatico

Per le "Conversazioni", Serena Giacomin, convincente divulgatrice scientifica, sul palco del Teatro Sociale, ha esternato le preoccupazioni che undici anni fa hanno portato alla nascita di Italian Climate Network, di cui è presidente, con l'obiettivo di rafforzare la lotta ai cambiamenti climatici in Italia attraverso la divulgazione di contenuti scientifici, la promozione della conoscenza del tema e il monitoraggio delle scelte istituzionali compiute in Italia e in Europa.

Con lei il glaciologo e componente del Comitato scientifico di Sondrio Festival Claudio Smiraglia. Introdotti da Gigliola Amonini, hanno parlato di cambiamenti che hanno avuto un'accelerazione negli ultimi anni, di gestione del rischio, della necessità di adattarsi. Giacomin, anche fisico dell'atmosfera, climatologa, meteorologa per il centro Meteo Expert, ha evidenziato come le persone non siano consapevoli di quanto sta accadendo, in quanto viene percepito lontano, nel tempo e nello spazio.

È il paradosso della rana bollita che a mollo in un pentolone sul fuoco non intuisce il pericolo fino a quando il calore le impedisce di mettersi in salvo.

Mentre un altro animale, il canarino, che veniva utilizzato nelle miniere per salvare i minatori dal grisù, viene paragonato ai ghiacciai che mostrano in anticipo gli effetti del cambiamento climatico.

Ritorna la domanda fatidica: che cosa possiamo fare? Per Giacomin dobbiamo cambiare cultura e avere fiducia nella scienza, per Smiraglia serve un adattamento veloce: per entrambi le parole d'ordine devono essere divulgazione e sensibilizzazione. Due azioni che Sondrio Festival promuove sin dalla prima edizione.

Protagonisti gli uccelli

I protagonisti degli ultimi due documentari in concorso sono gli uccelli: uno stile da reportage per il primo, il racconto estatico che prevale nel secondo. Con "Ubara iraniana" è tornato a Sondrio il regista iraniano Fathollah Amiri, che per l'occasione ha lavorato con Nima Asgari, tre anni dopo la vittoria ottenuta con il documentario "Il ghepardo asiatico dell'Iran".

I due documentaristi, saliti sul palco, hanno confessato di essersi innamorati dell'ubara e di ritenersi fortunati per essere riusciti a portare a termine il lavoro. Nel Golfo persico, dove arriva dalla Cina dopo aver attraversato Uzbekistan e Azerbaijan, l'ubara è un uccello ambito e cacciato dalla popolazione locale: vendendo due esemplari una famiglia vive per un anno. Nonostante gli avvertimenti delle guardie, che informano gli abitanti dei villaggi della zona sulle pene previste per chi commette il reato, la caccia non si ferma e la sopravvivenza di questo uccello è a rischio.

I registi diventano investigatori e con le guardie parlano con le persone, piazzano fototrappole e si appostano, seguono i bracconieri da Tchabahar fino in Qatar dove le ubara vengono vendute insieme ad altri rapaci ad appassionati disposti a pagare fino a diecimila dollari per ogni esemplare. Intanto, il numero di questi uccelli continua a diminuire. Con il secondo documentario, "Superbirds: il segreto delle cince", di Yann Sochaczewski, introdotto da Marlen Hundertmark, che ha collaborato alla realizzazione, si abbandona il dramma per entrare nel mondo spensierato delle cinciallegre con l'accompagnamento del loro canto. Sono uccelli socievoli e si alleano con esemplari di altre specie per sopravvivere durante l'inverno.

Una coppia prepara il nido e la femmina cova le uova fino a quando non si schiudono: nascono dieci piccoli e i genitori per andare a cercare cibo sufficiente a sfamarli li lasciano soli in balìa del picchio rosso maggiore.

Dalla Germania al Sudafrica, per conoscere una famiglia di cinciallegre in cui i fratelli maggiori aiutano i più piccoli: quello di questi uccelli è un mondo divertente e pericoloso che il regista ha raccontato spostandosi dalla Germania alla Francia, dalla Finlandia al Sudafrica, fino agli Stati Uniti.

Concorso

Terminate le sette serate di proiezione per presentare i 13 documentari in concorso, nel gran finale di oggi, a partire dalle ore 20.30, si conosceranno i nomi dei vincitori dei premi: i tre maggiori, assegnati dalla Giuria internazionale, quelli della Giuria del pubblico, della Giuria degli studenti, del Cai e di Italia Nostra. Per la serata delle premiazioni torna a Sondrio il popolare conduttore televisivo, volto di Rai Uno, Massimiliano Ossini, che presenterà la cerimonia con Gigliola Amonini. Tra un premio e l'altro, gli spettatori potranno assistere a intermezzi luminosi con suggestivi spettacoli tra danza e teatro. Al termine verrà proiettato il documentario vincitore del premio "Città di Sondrio" che iscriverà il suo nome nell'albo d'oro della Mostra Internazionale dei Documentari sui Parchi. Sul palco del Teatro Sociale si alterneranno i rappresentanti delle istituzioni partner di Assomidop, a cominciare dal sindaco di Sondrio Marco Scaramellini, e degli enti pubblici e privati che lo sostengono insieme agli sponsor.

Giacomin-Smiraglia 2
Foto 1 di 4
Registi iraniani
Foto 2 di 4
Giacomin-Smiraglia 1
Foto 3 di 4
Giacomin-Nava-Smiraglia
Foto 4 di 4

 

 

Seguici sui nostri canali