Racconti di Natale: giro del mondo tra storie più belle

Il Natale si festeggia in tutto il mondo: in ogni paese, tutti i popoli, cristiani e non cristiani, nel mese di dicembre celebrano feste di pace, di fratellanza, di gioia e di prosperità, ciascuno secondo la propria cultura e le proprie tradizioni.

Racconti di Natale: giro del mondo tra storie più belle
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Il Natale si festeggia in tutto il mondo: in ogni paese, tutti i popoli, cristiani e non cristiani, nel mese di dicembre celebrano feste di pace, di fratellanza, di gioia e di prosperità, ciascuno secondo la propria cultura e le proprie tradizioni. E questo succede fin dai tempi più antichi.
In concomitanza con il solstizio d’inverno un lungo periodo di festeggiamenti onorava il “rinascere” del sole: le giornate cominciavano ad allungarsi, segnando il lento percorso verso la primavera, con l’augurio e la speranza di raccolti copiosi e di cibo per tutti. Così gli antichi Egizi festeggiavano la nascita del dio Horus, i Greci quella del dio Dioniso, gli Scandinavi quella del dio Frey. I Romani celebravano Saturno, dio dell’agricoltura, con grandi feste in cui amici e parenti si scambiavano doni.

Leggende di Natale: giro del mondo tra storie più belle

I Cristiani sostituirono i riti pagani con la festa della nascita di Gesù, figlio di Dio, portatore di pace e di salvezza per tutta l’umanità, mantenendo delle antiche tradizioni lo spirito di gioia e di speranza che la luce divina porta in ogni cuore.
Per questo in tutto il mondo Natale è augurio di bontà, serenità e felicità da condividere con “tutti gli uomini di buona volontà”. Ecco allora alcine leggende di Natale dal Mondo

La leggenda dell’albero di Natale – Germania

C’era una volta un boscaiolo, che era sposato con una giovane donna che amava molto. Siccome la amava molto ci teneva che lei avesse cose buone da mangiare e una casa sempre calda e quindi passava molto tempo nei boschi a tagliare la legna, un po’ per rivenderla e un po’ per scaldare la sua casa, che aveva un bel camino di pietra. La sera di Natale stava tornando a casa tardi come al solito e vide, alzando lo sguardo, un bellissimo abete alto e maestoso. Stava prendendo le misure per vedere se poteva tagliarlo quando si accorse che tra i suoi rami, nella notte che era buia che più buia non si può, riusciva a scorgere le stelle e che la luce di queste sembrava brillare proprio dai rami.
Affascinato da questo spettacolo decise in quel momento due cose: la prima era che avrebbe lasciato il vecchio abete lì dove stava e la seconda che doveva far vedere alla moglie questo bellissimo spettacolo: tagliò allora un abete più piccolo, lo portò davanti alla casa e lì accese delle piccole candele che mise sui rami (senza dar fuoco all’albero accidentalmente). La moglie del boscaiolo, dalla finestra, vide l’albero così illuminato e se ne innamorò al punto da lasciar bruciare l’arrosto. Da quel momento in poi la bella moglie del boscaiolo volle sempre avere un abete illuminato per Natale e i vicini, trovandolo bellissimo a guardarsi, imitarono presto il boscaiolo. Quest’uso poi si estese e l’albero di Natale divenne uno dei simboli del Natale.

Babbo Natale… caprone – Finlandia

Oggi vediamo  Babbo Natale come il caro nonnino che porta i regali in una slitta trainata da renne, ma non è stato sempre così: a Korvantunturi, in Finlandia, dove si immagina che ci sia la fabbrica dei giocattoli di Babbo Natale una volta abitava Joulupukki (che altro non è che il nome finlandese di Babbo Natale) che non era però affatto così carino! Joulupukki infatti discendeva dai caproni che si dice trainassero il carro del dio Thor e quindi era mezzo umano e mezzo capra. Inoltre, distingueva sempre i bambini buoni da quelli cattivi, ma quando girava per le strade bussando alle porte regalava doni ai bimbi buoni e….frustava e rapiva quelli cattivi. Con il passare del tempo (e forse andando in qualche centro di bellezza e da un buon analista) lo Joulupukki ha perso le corna e ha assunto un aspetto più simpatico, mantenendo per un certo periodo la sua caratteristica “caprina” grazie alle capre che trainavano la sua slitta, poi sostituite dalle renne nell’immaginario comune.

Leggenda sul Tió de Nadal – Spagna

Si racconta che in una notte invernale fredda e piovosa, un povero anziano vagava solo per le montagne, quando finalmente vide una casa illuminata e bussò alla porta. Gli aprì un signore, il padre della casa, a cui il vecchio chiese un posto riparato per dormire e qualcosa da mangiare. La famiglia che viveva in quella casa era molto povera; nonostante questo tutti i componenti fecero di tutto per accogliere il pover’uomo, invitandolo a fermarsi a dormire e condividendo con lui la scarna cena che avevano preparato. Il giorno seguente la piccola famigliola scoprì che l’anziano era scomparso misteriosamente e che nel camino era apparso un enorme tronco di legno.Quando, presi dalla gioia, lo accesero, da sotto il tronco iniziarono a sgorgare regali e cibarie di tutti i tipi, e da quel momento in poi la famiglia poté vivere nella gioia e nell’abbondanza.

 

Lo spirito dell’acqua – Norvegia

Si dice che nei boschi norvegesi si aggiri una bellissima Troll (che è un essere magico che non per forza somiglia a quello di Harry Potter), vestita di bianco e con lunghi capelli biondi (ha anche una coda da mucca però, cosa che non si capisce come si associ al vestito bianco, forse ha un buco sul retro). Hulda (questo il nome della donna Troll) è uno spirito dell’acqua e sfortunatamente per lei spesso e volentieri l’acqua in Norvegia si ghiaccia e lei rimane sotto gli strati di ghiaccio. Un giorno, era Natale, un pescatore volle portare a Hulda un dolce ma trovando il lago in cui viveva lo spirito completamente ghiacciato e non volendo lasciare il dolce sulla sua superficie (poteva passare una volpe e mangiarselo, che ne sai) decise di fare un buco nel ghiaccio con il suo piccone (cosa ci facesse un pescatore con un piccone è una buona domanda).
Scava e scava però il ghiaccio era veramente durissimo e il pescatore riuscì a fare solo un buchino piccolo piccolo. Mentre si arrovellava per cercare una soluzione dal buchino uscì una manina piccolissima e bianca che afferrò il dolce: questo allora per magia si rimpicciolì e passò dentro il buco. Da allora, ancora oggi, nel giorno di Natale è usanza portare allo spirito dell’acqua dei dolcetti molto piccoli, in modo che possano passare attraverso qualsiasi buco nel ghiaccio.

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