Sviluppo

Agricoltura 4.0, anche in montagna è il futuro: “Ma serve più connettività”

Coldiretti: “Oggi la crescita di un’impresa agricola non può prescindere dallo sviluppo di reti veloci adeguate e capillari".

Agricoltura 4.0, anche in montagna  è il futuro: “Ma serve più connettività”
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L’agricoltura 4.0 di precisione rappresenta il futuro dei campi ed entro due anni mira a coinvolgere il 10% della superficie coltivata in Italia con lo sviluppo di applicazioni sempre più adatte alle produzioni nazionali su diversi fronti: dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dalla minimizzazione degli impatti ambientali con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino al taglio dell’uso di acqua e del consumo di carburanti. E può essere una risorsa anche per le montagne valtellinesi, dove la connessione veloce rappresenta sempre più una necessità soprattutto per le imprese che trascorrono in alpeggio i lunghi mesi della bella stagione.

Agricoltura 4.0, Coldiretti: "Servono investimenti"

"Le innovazioni tecnologiche offerte alle imprese agricole rischiano spesso di non poter essere colte sul territorio a causa dei ritardi nell’espansione della banda larga e delle reti cellulari veloci nelle zone interne e montane: il tema è sentito ancor più in una provincia, come quella di Sondrio, dove restano ancora diverse zone d’ombra, soprattutto in montagna”. E’ quanto afferma Coldiretti Sondrio che, nel tornare sul tema dello sviluppo agricolo e tecnologico della cosiddetta Agricoltura 4.0, rimarca la necessità di “investire su infrastrutture digitali sempre più imprescindibili per la crescita delle imprese, soprattutto di nuova generazione”. “Esiste purtroppo – evidenzia la presidente Silvia Marchesini – un pesante “digital divide” tra i centri urbani e le campagne dove le nuove tecnologie sono uno strumento indispensabile per far “esplodere” le enormi risorse che il territorio può offrire, dai sistemi informatizzati di sorveglianza, dall’impiego di trappole tecnologiche contro i parassiti dannosi alla blockchain per la tracciabilità degli alimenti. Solo per citare qualche esempio, ovviamente. Le nuove tecnologie digitali per l’agricoltura 4.0 di precisione sono uno strumento strategico per ripartire da un presente che deve fare i conti con una emergenza, quella del Covid-19, che ci sta mettendo a dura prova ma che ha anche fatto scoprire l’importanza dell’innovazione. Vogliamo accelerare la transizione digitale dell’agroalimentare Made in Italy, promuovendo la distintività e l’identità dei nostri prodotti e dei nostri territori con le giuste figure professionali all’interno delle aziende. Se il Sistema Italia è primo nel mondo nel cibo – e le eccellenze valtellinesi e valchiavennasche vi contribuiscono decisamente - dobbiamo essere primi nel mondo anche nelle tecnologie che lo supportano”.

"Il Covid ha fatto emergere il valore strategico della filiera"

"L’allarme globale provocato dal Coronavirus – aggiunge il vicedirettore di Coldiretti Sondrio Gian Michele Sassella - ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico della filiera del cibo e dell’agricoltura, ma ha evidenziato tutte le fragilità sulle quali è necessario intervenire. Tra queste c’è la necessità di informatizzare il territorio, rendendo accessibili le reti veloci anche nelle aree più remote, come alpeggi e zone rurali isolate. Perché è anche qui che le imprese, con la loro presenza e lavoro, vanno a presidiare il presente e il futuro, dando continuità alla tradizione”. In gioco c’è una filiera allargata che in Italia dai campi agli scaffali vale oltre 538 miliardi con oltre 3,6 milioni di occupati con l’Italia che nonostante una storica sottovalutazione può ancora contare su una agricoltura che si classifica al primo posto a livello comunitario per numero di imprese e valore aggiunto grazie ai primati produttivi, con una leadership nei prodotti di qualità come salumi e formaggi, che costituiscono una spina dorsale strategica anche per l’economia delle nostre Alpi e valli.

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