Artigianato, in Valle ancora chiuse tre imprese su quattro
La proposta di Confartigianato Sondrio: istituire Bandi per la concessione di contributi a fondo perso per i canoni di locazione di laboratori, botteghe e spazi commerciali pagati nonostante la forzata chiusura.
I dati sono impressionati: le imprese dell'artigianato in provincia sono ancora in gran parte chiuse e il lockdown attualmente riguarda quasi 3 imprese su quattro, per l'esattezza il 74%.
Artigianato, il calo del fatturato
L’Osservatorio di Confartigianato Lombardia ha lanciato nei giorni scorsi un secondo questionario per fotografare gli effetti dell’emergenza sulle Micro e Piccole Imprese: a un mese di distanza dalla prima survey sul tema, molte cose sono cambiate. Il dato più eclatante è il calo del fatturato, che ha superato di molto la previsione del -33% nel mese di marzo emersa dalla prima indagine. A marzo le MPI lombarde non commerciali hanno infatti visto infatti un calo del 63,5%. Per il mese di aprile, in cui si estende il lockdown avviato a marzo, le imprese stimano un calo dei ricavi del 72,3%. Il calo del fatturato nel bimestre marzo-aprile equivale ad una riduzione dell’11% del fatturato dell'intero anno, per una riduzione complessiva nel bimestre di 25 miliardi di euro. Ipotizzando uno scenario di recupero graduale della normalità aziendale che si completa entro la fine dell'anno, la crisi Covid-19 determinerebbe una riduzione del 26,0% delle vendite del 2020 rispetto a quelle dell'anno precedente. In uno scenario in cui il recupero è più rapido e si conclude ad ottobre, il calo su base annuale delle vendite sarebbe del 18,3%.
In provincia un’impresa su quattro al lavoro per i servizi essenziali
Sono stati oltre 3.700 intervistati in tutta Lombardia, di cui 288 in provincia di Sondrio. Rispetto al dato di metà marzo con l’80% delle imprese chiuse a metà aprile il 74% delle imprese rimane chiuso: il 60,4% per attuazione delle disposizioni di Governo e Regione e il 13,5% per scelta volontaria dell’imprenditore, dovuta per lo più al voler tutelare la salute dei lavoratori e dei clienti e ad un’elevata riduzione degli ordini. Il restante 26% continua completamente o parzialmente l’attività. Il 10% delle imprese aperte intervistate ha diversificato la propria produzione per realizzare dispositivi medico sanitari o di sicurezza. Il 75,3% delle piccole imprese rimaste aperte lamenta l’elevata difficoltà riscontrata nel reperire l’apparecchiatura necessaria per continuare ad operare in sicurezza.
Il maggiore problema è la liquidità
Per gli imprenditori interpellati, lo shock della crisi da coronavirus ha determinato sulla gestione finanziaria d’impresa nel 91,6% dei casi “mancati incassi per caduta del fatturato”, nel 76% dei casi “criticità relativamente al cash flow aziendale” e nel 60,8% dei casi “ritardi dei pagamenti di privati”. Poco meno di 9 imprese su 10 necessitano di un sostegno alla “liquidità aziendale” e l’importo medio indicato per farne fronte è di 62 mila euro. Il 56,8% delle micro-piccole imprese ha avanzato almeno una richiesta alle banche. In prevalenza sono state richieste: moratoria (69,2%) e consulenza (60,9%); mentre è crollata la domanda di credito per investimenti. Nell’arco di 6-12 mesi 5 piccole imprese su 10 prevedono un recupero della normalità aziendale graduale ma completo mentre per 4 su 10 il recupero rimane parziale.
La proposta di Confartigianato Sondrio
“Confartigianato Imprese Sondrio – sottolinea il suo presidente Gionni Gritti - ritiene importante anche un impegno da parte delle Amministrazioni Comunali. Se quelle provinciali sono impegnate su progettualità più ampie quelle minori potrebbero mettere in campo interventi più concreti e su misura. Alcune Amministrazioni fra l’altro potrebbero beneficiare sui finanziamenti in essere, della moratoria per la sospensione del pagamento delle rate fino a settembre 2020. Questo consentirebbe di liberare liquidità che gli stessi potrebbero utilizzare per iniziative sul territorio dedicate al mondo delle micro e piccole imprese. Ci permettiamo di proporre - alle Amministrazioni Comunali che possono permetterselo sfruttando le risorse economiche a disposizione o liberate tramite l’adesione alla moratoria sui finanziamenti - di istituire Bandi per la concessione di contributi a fondo perso per i canoni di locazione di laboratori, botteghe e spazi commerciali pagati nonostante la forzata chiusura. Oltre a questo potrebbero lanciare un segnale concreto con l’azzeramento delle tasse (rifiuti, occupazione suolo pubblico, etc.) per i mesi di chiusura e una riduzione per i successivi mesi almeno fino al 31 dicembre 2020”.