analisi congiunturale

Contesto economico stabile per Lecco e Sondrio: conferme e strategie in risposta alle tensioni globali

Il quadro per le province di Lecco e Sondrio risulta sostanzialmente in linea con quello tracciato per i tre territori congiuntamente considerati

Contesto economico stabile per Lecco e Sondrio: conferme e strategie in risposta alle tensioni globali
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Coerentemente con le dinamiche registrate per il campione generale delle aziende delle tre province, le imprese dei territori di Lecco e Sondrio delineano per il mese di marzo 2025 uno scenario principalmente orientato alla stabilità, seppur con alcune differenze nelle evoluzioni tra mercato domestico e quello estero, in particolare con il primo che si mostra più dinamico rispetto al secondo.

Criticità

Si riscontrano alcune criticità legate all’approvvigionamento delle materie prime, soprattutto per via dell’aumento dei costi delle commodities energetiche, nonché per la crescita dell’incertezza e delle difficoltà determinate dalle misure protezionistiche.
Nel quadro generale, sono stabili sia i giudizi espressi riguardo il rapporto con gli Istituti di credito, sia quelli formulati riguardo l’andamento dell’occupazione, che nei due territori resta solida e conferma il buono stato di salute del sistema produttivo.
Anche sul fronte previsionale è riscontrabile una prevalenza di ipotesi di conservazione degli indicatori.

"Ancora una volta, le valutazioni dei colleghi imprenditori delineano un quadro eterogeneo ma nel complesso stabile, senza segnali allarmanti né particolare enfasi sulla decelerazione degli indicatori economici" sottolinea Marco Campanari, Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio.

"Permangono alcune criticità, a partire dalle difficoltà legate agli approvvigionamenti e all’elevato costo dell’energia, che continuano a gravare sui bilanci aziendali. A queste si aggiungono le conseguenze dell’annuncio e dell’attuazione delle nuove misure protezionistiche, in particolare i dazi imposti dalla nuova amministrazione statunitense. Si tratta, tuttavia, di problematiche già note, che molte imprese del territorio avevano previsto e per le quali si stanno preparando. Dai riscontri quotidiani che riceviamo dagli imprenditori associati, emerge la consapevolezza che tali dazi produrranno effetti, in alcuni casi anche significativi, sull’attività delle aziende locali. Il tessuto manifatturiero di Lecco e Sondrio, però, si dimostra reattivo e già al lavoro per mettere in campo strategie adeguate ad affrontare questa nuova sfida" conclude Marco Campanari.

Solidità

"La solidità del nostro sistema produttivo non è in discussione" evidenzia Giulio Sirtori, Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio. "Anche in un contesto complesso come quello attuale - prosegue -, segnato da incertezze geopolitiche e da un rallentamento generalizzato della domanda su scala globale, le imprese del territorio dimostrano ancora una volta capacità di tenuta e di adattarsi con rapidità ai cambiamenti mantenendo alta l’attenzione sulla qualità, sull’innovazione e sulla sostenibilità. Inoltre, non solo stanno proseguendo regolarmente le attività produttive, ma continuano a investire anche attraverso la ricerca attiva di nuove figure professionali da inserire nei propri organici. Questo dato è particolarmente significativo perché indica che, al di là delle criticità contingenti, permane un orientamento alla crescita e alla costruzione di valore nel lungo periodo".

Effetti

A seguito dell’annuncio e dell’introduzione dei dazi che sono stati al centro dell’attenzione nelle scorse settimane, oltre due realtà lecchesi e sondriesi su cinque hanno segnalato di attendere effetti marcati sull’attività commerciale, in particolare l’11,4% in modo significativo e il 29,5% in maniera moderata. Il 43,2% delle imprese ha invece indicato che le conseguenze impatteranno in modo marginale e per il restante 15,9% non sono attese conseguenze.
Al fine di fronteggiare eventuali difficoltà a livello commerciale, soprattutto nei confronti degli Stati Uniti, le aziende del campione hanno attuato o intendono mettere in atto alcune strategie: aumentare l’export e, in generale, le vendite verso altri paesi nel 36,1% dei casi, incrementare il fatturato sul mercato domestico nel 27,9%, sviluppare partnership con altre imprese in circa un caso su dieci (9,8%) e effettuare investimenti per potenziare il canale e-commerce nel 6,6%. In limitati casi (1,6%) è considerata l’opportunità di rilocalizzare attività o fasi produttive in altri paesi, ad esempio negli Stati Uniti, mentre in circa un caso su cinque non vi sono strategie in quanto non si riscontrano particolari difficoltà (11,5%) oppure non è possibile individuare mercati alternativi.
L’incertezza sul commercio mondiale dovuto all’introduzione delle misure protezionistiche sta generando preoccupazioni. Per circa tre realtà su dieci (28,6%) è stata indicata una diminuzione delle quote di export, per una realtà su cinque (19,6%) la riduzione della competitività, per il 17,9% l’aumento della competizione sul mercato europeo determinata dal reindirizzamento di prodotti non più assorbiti dal mercato statunitense e per il 14,3% l’incremento delle criticità lungo le catene di fornitura globali.

Domanda

Nel mese di marzo gli ordini delle imprese lecchesi e sondriesi hanno mostrato una fase di sostanziale equilibrio a livello domestico mentre una contrazione sul fronte estero.
La domanda in Italia è stata indicata in mantenimento da oltre due realtà su cinque (41,8%), in espansione dal 25,6% mentre in rallentamento dal 32,6%.
Gli ordinativi esteri sono risultati invece stabili per il 42,1%, in diminuzione per il 39,5% e in crescita per il rimanente 18,4%.

Produzione

L’attività produttiva ha registrato evoluzioni coerenti con quanto esaminato per la domanda; per oltre una realtà su due (53,7%) è stata comunicata stabilità, per il 24,3% un calo e per il 22% un incremento.

Il tasso medio di utilizzo degli impianti si è attestato in marzo al 76,2%, sostanzialmente in linea con quanto rilevato nella precedente edizione dell’osservatorio.

Tra le aziende del campione si riscontrano alcune differenze nell’impiego della capacità produttiva sul piano dimensionale, mentre distinguendo le imprese in base all’attività realizzata il quadro risulta più omogeneo.

Analizzando nel dettaglio, le imprese con oltre 50 occupati indicano un ricorso agli impianti che si attesta mediamente al 79,1% mentre per le realtà più piccole il dato è mediamente pari al 73,3%.

Considerando invece le categorie merceologiche, si riscontra una capacità del 76,6% per le realtà metalmeccaniche, del 72% per le tessili e del 77,2% per quelle afferenti agli altri settori.

Fatturato

Le vendite delle imprese di Lecco e di Sondrio mostrano andamenti differenziati in base al mercato geografico considerato, in particolare con un quadro leggermente più favorevole e dinamico a livello italiano rispetto a quello estero.

Il fatturato domestico risulta in mantenimento sui livelli di febbraio per il 34,1% del campione, è in aumento per il 38,6% mentre è in diminuzione per il 27,3%.
Le vendite estere sono invece valutate come stabili per il 37,8% delle imprese aderenti all’osservatorio, in espansione per il 27% mentre in rallentamento per il 35,2%.

Previsioni

Le aspettative per il secondo trimestre dell’anno risultano improntate ad una generale stabilizzazione del business, così come indicato direttamente dal 72,7% delle imprese lecchesi e sondriesi del campione. In caso di variazione, è riscontrabile un sostanziale bilanciamento tra le ipotesi di crescita (11,4%) e quelle di diminuzione (15,9%) che tende a rafforzare il globale quadro di stabilità.

Facendo riferimento all’orizzonte di visibilità sulla domanda, gli ordini in portafoglio consentono alle imprese del campione di pianificare l’attività per poche settimane nel 36,4% dei casi, per un periodo di qualche mese per una realtà su due (50%) mentre per oltre un trimestre per il rimanente 13,6%.

Materie prime

Il mese di marzo ha evidenziato, per le imprese di Lecco e di Sondrio, la presenza di problematiche inerenti le operazioni di approvvigionamento delle materie prime; per oltre tre realtà su cinque (61%) è stato indicato un aumento dei listini praticati dai fornitori.

Gli aumenti degli input produttivi, ai quali si sono sommati i rincari che hanno interessato il gas naturale e l’energia elettrica, hanno determinato conseguenze per le aziende del campione: sebbene si siano verificati rari casi di riduzione dell’attività aziendale (6,8%), un’impresa su cinque (20,5%) ha dovuto riorganizzare parte del lavoro e/o della produzione, oltre una realtà su dieci (11,4%) è stata costretta a limitare o, in casi più gravi, a posticipare gli investimenti pianificati e il 54,5% ha visto ridursi parzialmente i propri margini di profitto.

Le distorsioni ancora presenti lungo le catene di fornitura hanno contribuito alla permanenza di ulteriori criticità, in particolare l’estensione delle tempistiche necessarie a ricevere le merci, indicate dal 18,6% del campione, e la diminuzione delle quantità effettivamente approvvigionate dai fornitori, a causa della limitata disponibilità di alcuni articoli, per l’11,6%.

Credito e liquidità

Coerentemente con quanto esaminato per il campione delle imprese dei tre territori globalmente considerati, anche nel caso delle aziende di Lecco e di Sondrio non si riscontrano particolari problematiche sul fronte del rapporto con gli Istituti di credito.
Nel mese di marzo le condizioni praticate dagli Istituti bancari sono state valutate come stabili da circa nove realtà su dieci (88,1%) mentre in miglioramento dal rimanente 11,9% del campione.

Per quanto concerne invece la valutazione riguardo la liquidità aziendale, oltre sei imprese su dieci (61,4%) hanno indicato un quadro nella norma, il 22,7% ha espresso soddisfazione e il rimanente 15,9% ha ritenuto la propria situazione come migliorabile.

Occupazione

I giudizi espressi dalle aziende lecchesi e sondriesi del campione riguardo l’andamento dell’occupazione nel mese di marzo delineano un quadro di diffusa stabilità. Il mantenimento degli organici è comunicato direttamente dall’86,4% delle imprese ed è avvalorato anche dal bilanciamento tra le indicazioni di aumento e di riduzione che assumono la medesima diffusione.

Nel mese di marzo oltre un’impresa su dieci (13,6%) ha segnalato di aver richiesto o effettivamente utilizzato ammortizzatori sociali.

Le previsioni riguardo l’evoluzione dello scenario occupazionale tra aprile e giugno 2025 si confermano ancora principalmente orientate alla conservazione dei livelli, così come indicato dal 79,6% del campione. In caso di variazione, è riscontrabile tuttavia una maggior incidenza delle ipotesi di diminuzione (15,9%) rispetto a quelle di aumento (4,5%).

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