Approfondimento

E' adeguato il nostro sistema bancario a sostenere lo sviluppo? Un convegno con la Bps

E' in programma venerdì 2 dicembre e potrà essere seguito anche in diretta streaming.

E' adeguato il nostro sistema bancario a sostenere lo sviluppo? Un convegno con la Bps
Pubblicato:

Si torna a parlare di banche del territorio. E se ne torna a parlare in un convegno, “Sviluppo e sistema bancario”, promosso dalla Banca Popolare di Sondrio, in collaborazione con la società di consulenza aziendale Vitale Zane & Co., per venerdì 2 dicembre 2022 alle ore 9.30 alla Sala “Fabio Besta” di piazza Garibaldi.

Il convegno, condotto da un esperto giornalista economico come Gianfranco Fabi, già vicedirettore de Il Sole 24 Ore, si preannuncia particolarmente interessante e partecipato, a giudicare dallo straordinario numero di prenotazioni pervenute in pochi giorni agli uffici preposti, malgrado la notizia della sua trasmissione in diretta streaming sul sito della banca (nonsolobanca.popso.it/sviluppoesistemabancario).

E' adeguato il nostro sistema bancario a sostenere lo sviluppo? Un convegno in città

Per molto tempo in questi anni, sotto la pressione della Bce, le nostre autorità monetarie e i nostri governi, pressati da situazioni contingenti nel mondo del credito, hanno preso di mira le banche popolari di dimensioni medie e medio-piccole profondamente radicate nel territorio.

Obbligate per decreto a trasformarsi in Spa, in nome della stabilità finanziaria e della concorrenza, le banche popolari sono state spesso sacrificate a una politica di acquisizioni e fusioni bancarie, nell’illusione che solo gruppi bancari di grandi dimensioni garantissero efficienza e stabilità, finendo invece per dar vita a banche too big to fail, troppo grandi per fallire, con la virtuale soppressione di ogni concorrenza bancaria e del vitale rapporto tra banca e territorio.

Oggi, fortunatamente, si torna invece da più parti nel mondo scientifico e imprenditoriale a rivalutare la storia e il ruolo delle banche popolari come banche di territorio, perno di quella rete di community banks che in un paese come l’Italia, caratterizzato da un altissimo numero di piccole e medie imprese, è l’unica in grado di assicurare il legame profondo che ogni sano sistema bancario deve avere con le reali esigenze del tessuto produttivo per assolvere alla sua essenziale funzione propulsiva dello sviluppo.

Che ruolo hanno oggi queste community banks nell’attuale sistema bancario italiano? E, soprattutto, qual è e quale potrebbe esser il loro contributo allo sviluppo economico del nostro paese? Non si tratta di rinnovare ancora una volta le critiche a quanto finora avvenuto, ma di ripartire dal senso stesso dell’attività bancaria, che per Einaudi era quello di “servire nel modo migliore il pubblico”, guardando in avanti, alla funzione che le banche territoriali possono svolgere nell’attuale scenario economico nazionale e internazionale.

Prestigiosi relatori al convegno alla Bps

A delineare questo scenario, con le sue poche luci, le sue molte ombre e le sfide che esso impone a grandi e piccole imprese, sarà Stefano Zamagni, professore di economia ed etica d’impresa all’università di Bologna, nella relazione d’apertura al convegno.

È adeguato il nostro attuale sistema bancario a sostenere queste sfide che investono direttamente lo sviluppo economico dei territori e il tessuto di piccole e medie imprese che ne forma l’ossatura A questo tema è dedicata la relazione di Marco Onado, docente alla Bocconi di Milano e editorialista del Sole 24 0re, che, sulla base delle più recenti ricerche scientifiche e degli stessi dati della Bce, mostrerà come la redditività e l’efficienza delle banche non dipende dalla loro dimensione, che le banche piccole medie di comunità possono essere anzi altrettanto, se non più efficienti e redditizie delle grandi e che, in ogni caso, sono in grado di valutare e conoscere meglio le esigenze creditizie delle imprese del territorio e i bisogni dei risparmiatori locali. Le community banks, insomma, svolgono una funzione diversa da quella delle grandi banche e che questa biodiversità bancaria è ciò che va soprattutto tutelato perché aumenta l’efficienza del sistema bancario nel suo complesso, rendendolo in grado di rispondere alle sfide che i mutamenti di scenario di volta in volta impongono.

Quanto ciò sia vero ce lo dirà la professoressa Rosa Cocozza, docente di economia degli intermediari finanziari all’Università Federico II di Napoli, mettendo meglio a fuoco la natura e il ruolo delle banche territoriali anche sulla base di istruttivi confronti internazionali fra la situazione italiana e quella di altri Paesi.

Siamo, insomma, in presenza di una situazione che richiederebbe oggi un vero e proprio mutamento di cultura bancaria, con la ripresa di un pensiero critico e di una visione unitaria e sistemica come quella di un grande banchiere della tradizione italiana, Raffaele Mattioli, di cui al convegno Andrea Calamanti, ordinario di economia degli intermediari finanziari, e Alfonso Scarano, analista finanziario indipendente, tracceranno un profilo in un doppio intervento teso ad attualizzarne il pensiero (“Cosa penserebbe Mattioli dell’attuale sistema bancario?”) basato su un’idea apparentemente semplice oggi purtroppo dimenticata: “la banca esiste per far credito”.

E sarà Giacomo Pedranzini, un imprenditore valtellinese di seconda generazione che ha portato il piccolo allevamento e caseificio di famiglia in Alta Valfurva a diventare un gruppo imprenditoriale di rilievo internazionale, a mostrare, ripercorrendo la sua esperienza, come oggi sia più che mai urgente e necessario che le banche tornino a essere al servizio delle imprese e dei risparmiatori e come, su questa via, le banche di territorio siano oggi quelle più adatte e meglio attrezzate.

Le conclusioni affidate al consigliere delegato della Bps

Le conclusioni spetteranno al padrone di casa, Mario Alberto Pedranzini (nessuna parentela con l’imprenditore), Direttore generale e Ceo della Bps, che ne approfitterà anche per un ricordo di Piero Melazzini, il grande presidente e Ceo della Bps dal 1993 al 2014, la cui filosofia bancaria, nella migliore tradizione dei nostri grandi banchieri, ha portato la Bps a diventare quel modello di banca territoriale che oggi tutti in Italia riconoscono.

Seguici sui nostri canali