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Ecco la top ten dei rincari sulle materie prime: “Situazione critica per imprese e consumatori”

Gli aumenti dei costi vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media per ogni azienda.

Ecco la top ten dei rincari sulle materie prime: “Situazione critica per imprese e consumatori”
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Coldiretti Sondrio lancia l'allarme di fronte alla top ten dei rincari:

"Gli effetti della guerra ricadono anche nella vita quotidiana di imprese e consumatori, con i rincari delle materie prime che, inevitabilmente, si ripercuotono su bilanci e previsioni di spesa" rimarca il presidente dell’organizzazione agricola provinciale Silvia Marchesini. Il quadro è purtroppo chiaro: più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione critica che rischia di comprometterne la sostenibilità economica, ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione.

Uno tsunami

Il dato emerge dall’indagine Coldiretti “La guerra nel piatto” sugli effetti del conflitto sulla filiera agroalimentare:

“Uno tsunami che si è abbattuto sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci. Nelle campagne – continua Marchesini – si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media ma con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli, secondo lo studio del Crea. L’impatto dell’impennata dei costi per l’insieme delle aziende agricole supera i 9 miliardi di euro”.

In difficoltà l'intera filiera

In difficoltà è però l’intera filiera che si è trovata a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi come il vetro, che costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti. Ma i prezzi degli ordini cambiano – aggiunge la federazione Coldiretti – ormai di settimana in settimana, rendendo peraltro impossibile una normale programmazione economica nei costi aziendali.

Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge – continua la Coldiretti interprovinciale – la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%. In generale, secondo il global index Freightos, importante indice nel mercato delle spedizioni, l’attuale quotazione di un container è pari a 9.700 dollari contro 1.400 dollari di un anno fa.

Impatto devastante

Sono gli effetti diretti ed indiretti del caro energia con la produzione agricola e quella alimentare che in Italia assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno. I rincari dell’energia hanno dunque un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola.

Nel sistema agricolo i consumi diretti di ener¬gia includono i combustibili per trattori, serre e i trasporti mentre i consumi indiretti ci sono quelli che derivano da fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica (4,7 Mtep). Il comparto alimentare richiede invece ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro (8,6 Mtep).

Serve reponsabilità

“Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore anche combattendo le pratiche sleali nel rispetto della legge che vieta di acquistare il cibo sotto i costi di produzione” conclude Marchesini nel sottolineare “la necessità di risorse per sostenere il settore in un momento in cui si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e incertezza che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare”.

 

IL COSTO DELLA GUERRA NEL PIATTO

Tetrapack: +15%

Bottiglie e vasetti di vetro: + 30%

Cartoni di imballaggio: + 45%

Etichette: + 35%

Tappi in metallo: + 40%

Tappi in sughero: + 20%

Barattoli di banda stagnata + 60%

Contenitori in plastica + 70%

Cassette in legno + 75%

Fertilizzanti +170%

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