Osservatorio congiunturale

L'analisi del Contesto Economico di Lecco e Sondrio mostra la resilienza delle imprese che si affacciano al 2024

Il quadro tracciato dal campione delle imprese del territorio di Lecco e Sondrio

L'analisi del Contesto Economico di Lecco e Sondrio mostra la resilienza delle imprese che si affacciano al 2024
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Nell’ambito dell’Osservatorio congiunturale per gli ultimi sei mesi del 2023, lo spaccato riguardante le imprese di Lecco e di Sondrio è sostanzialmente sovrapponibile con il quadro delle tre province (Lecco, Sondrio e Como).

Osservatorio congiunturale

Nel secondo semestre 2023, un lieve calo degli indicatori caratterizza lo scenario economico del territorio, sia nel confronto congiunturale sia in quello tendenziale, così come le aspettative per i primi sei mesi del 2024. Si conferma in tenuta l’occupazione, e metà del campione di imprese incontra difficoltà nell’individuare persone con le competenze necessarie alle attività.

 

Decelerazione

“L’indagine sul secondo semestre dello scorso anno mette in evidenza una situazione fortemente eterogenea dove emerge una complessiva, ma fortunatamente modesta, decelerazione dei maggiori indicatori” evidenzia il Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Plinio Agostoni. “Il quadro che si profila non era inatteso considerando sia il contesto globale, sia le previsioni formulate a metà anno che preannunciavano un lieve e non preoccupante rallentamento. Le nostre imprese, fortemente internazionalizzate, sono in parte penalizzate dalla decelerazione dell’economia mondiale oltre che di quella italiana ed europea e, in particolar modo, dall’andamento di Paesi partner come la Germania che lo scorso anno non ha particolarmente brillato”.

“Sono tuttora presenti alcuni elementi negativi come le distorsioni lungo le catene di fornitura - continua Plinio Agostoni - e, in misura minore, le dinamiche di prezzo legate alle materie prime che impattando sui costi di produzione e determinano ancora una riduzione della marginalità. A questi si aggiunge il peggioramento delle condizioni praticate dagli Istituti bancari, soprattutto a causa dell’innalzamento dei costi dell’accesso al credito. Tutto questo non frena però l’impegno delle aziende in materia di investimenti, di progetti di sviluppo e innovazione, di interventi che si inseriscono dell’ambito della sostenibilità, a conferma di quanto i fondamentali del tessuto imprenditoriale siano sani”.

“Se guardiamo all’andamento occupazionale - evidenzia il Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori - le imprese dei nostri territori confermano ancora una volta un quadro di mantenimento, non intaccato dal rallentamento degli indicatori congiunturali. La difficoltà delle imprese nell’individuare personale qualificato da inserire in organico resta un tema critico, segnalato nel secondo semestre dello scorso anno da un numero significativo di aziende, determinate a rilanciare la crescita e per questo alla ricerca di skill specializzate e trasversali”.

Transizione green, sostenibilita’ d’impresa e investimenti

Le aderenti all’osservatorio confermano, per la seconda metà dell’anno, di aver realizzato o in corso azioni ed investimenti per il proprio sviluppo.

Per oltre una realtà su due, i progetti hanno riguardato la sostenibilità ambientale (52,6%), per il risparmio energetico (51%), interventi di ricerca e sviluppo (55,9%), l’inserimento in azienda di tecnologie per la digitalizzazione (53,5%) nonché per il potenziamento del capitale fisico (60,9%) in termini di macchinari, capannoni, e simili.
In oltre un caso su cinque (22,3%), inoltre, gli investimenti sono stati orientati all’internazionalizzazione.

Domanda

Nel secondo semestre 2023 l’indicatore associato agli ordini ha registrato una diminuzione che interessa sia l’orizzonte tendenziale, sia quello congiunturale.
La variazione misurata attraverso il confronto con la seconda metà del 2022 si è attestata al -3,5%. Il dato rilevato rispetto al periodo gennaio-giugno 2023, quando la domanda era cresciuta del +7,8% in confronto ai livelli dei sei mesi precedenti, risulta invece pari al -4,9%, rispettando le previsioni al ribasso formulate in occasione dello scorso osservatorio (-4,1%). Le attese per l’evoluzione degli ordini nei primi sei mesi del 2024, seppur indicanti l’interruzione della decelerazione che ha interessato il semestre luglio-dicembre 2023, prospettano una situazione di mantenimento dei livelli.

Produzione

Le imprese rivelano un calo dell’attività produttiva tra luglio e dicembre 2023, in coerenza con le dinamiche esaminate per la domanda.

Il confronto con i livelli del secondo semestre 2022 mostra un calo tendenziale di circa due punti percentuali (-1,9%). Il raffronto congiunturale con la prima metà del 2023, periodo per il quale la produzione era aumentata dell’1% rispetto ai sei mesi precedenti, indica invece una decelerazione di quasi quattro punti percentuali (-3,7%), dato che soddisfa, al ribasso, le previsioni di rallentamento formulate nel precedente osservatorio (-2,8%). Diversamente da quanto riscontrato per gli indicatori associati agli ordini e al fatturato, le aspettative per i primi sei mesi del 2024 nel caso dell’attività produttiva rivelano un lieve incremento, pari al +0,8%.
La capacità produttiva mediamente utilizzata tra luglio e dicembre 2023 risulta pari al 75%, inferiore di quasi tre punti percentuali rispetto a quanto registrato per la prima metà dello stesso anno (77,8%).

Nell’ambito del campione non si riscontrano particolari differenze riguardo l’utilizzo degli impianti a livello dimensionale: le realtà fino a 50 occupati indicano un impiego (75,6%) lievemente superiore a quanto comunicato dalle aziende più grandi (74,4%).

Considerando invece le aziende in base al comparto di attività è riscontrabile un tasso decrescente passando dalle realtà metalmeccaniche (79,3%), alle tessili (70%) fino a quelle degli altri settori (67,1%).

La produzione gestita ricorrendo alla subfornitura determina un contributo di circa sei punti percentuali e mezzo (6,4%). Nella scelta dei partner con cui collaborare, le imprese indicano di rivolgersi prevalentemente a soggetti italiani (4,3%) e, in misura minore, ad aziende straniere (2,1%).

Fatturato

Il fatturato registra, nella seconda metà del 2023, una fase di decelerazione su entrambi gli orizzonti temporali di analisi considerati e in linea con le dinamiche registrate per la domanda e l’attività produttiva.

La variazione tendenziale rispetto ai livelli della seconda metà del 2022 risulta pari al -1,6%. Il confronto con il primo semestre 2023 evidenzia invece una riduzione congiunturale di circa tre punti percentuali e mezzo (-3,4%); il dato, che giunge dopo l’aumento del +2,8% registrato tra gennaio e giugno 2023 rispetto al periodo luglio-dicembre 2022, si attiene alle previsioni precedentemente formulate (-2,8%).

Per i primi sei mesi del 2024 le vendite non sono considerate recuperare il terreno perso nella seconda parte del 2023 ma sono indicate in ulteriore lieve calo, pari al -0,7%.
Le variazioni negative assunte dall’indicatore associato al fatturato tra luglio e dicembre risultano coerenti con lo scenario delineato dal campione attraverso i giudizi qualitativi per l’ultimo trimestre 2023: analizzando infatti i pareri formulati, nella maggioranza dei casi è indicata la diminuzione delle vendite, sia a livello italiano, sia per l’estero. Nello specifico, il fatturato sul mercato domestico è valutato diminuire dal 41,8% delle imprese, mantenersi sui livelli del trimestre luglio-settembre dal 32,4% e crescere dal restante 25,8%. Le esportazioni sono considerate in riduzione da oltre una realtà su due (51,3%), stabili dal 27,8% e in aumento dal rimanente 20,9%.

Nel secondo semestre 2023 la quota di fatturato realizzato al di fuori dell’Italia è stata superiore ad un terzo del totale (4,1%), a conferma dell’elevata qualità e del know-how delle produzioni realizzate nel territorio. Oltre la metà dell’export, una quota pari al 17,7% delle vendite complessive, è realizzato nei paesi dell’Europa Occidentale, che si conferma principale area di destinazione delle vendite oltre confine. Seguono per importanza l’Est Europa (4%), gli Stati Uniti (3%), l’America Centro-Meridionale (2,6%), l’Asia Occidentale (1,5%) e i BRICS (1,4%). La quota del fatturato italiano è pari al 65,9%, mentre nei Paesi non citati è generato il restante 3,8%.

Materie Prime

Nel corso della seconda parte del 2023 le imprese segnalano la presenza di alcune criticità, già ampiamente rilevate in precedenza, riguardo l’approvvigionamento delle materie prime. Rispetto alle scorse indagini, l’impatto è tuttavia più limitato.

Per quanto riguarda l’andamento dei costi delle commodities, tra luglio e settembre il 22,6% delle aziende ha indicato un apprezzamento dei listini dei fornitori, il 46,1% ha segnalato stabilità, il 31,4% ha comunicato una diminuzione e, dunque, prezzi maggiormente favorevoli. Tra ottobre e dicembre 2023, l’aumento dei prezzi è stato riscontrato dall’11,2% delle aziende, a fronte di una diminuzione rilevata dal 27% e da stabilità indicata dal restante 61,8%. Con riferimento alle sole indicazioni di aumento, nel precedente Osservatorio erano state riscontrate quote del 22% tra gennaio e marzo 2023 e dell’8,2% tra aprile e giugno 2023. Sul fronte delle inefficienze esistenti lungo le catene di fornitura, le imprese lecchesi e sondriesi hanno indicato un’estensione delle tempistiche necessarie al ricevimento delle merci nel 17,7% dei casi (il 28,8% nel primo semestre 2023), la consegna di quantità di merci inferiori al fabbisogno nel 13,7% (il 13,4% nello scorso Osservatorio) ed infine il peggioramento della qualità dei materiali e dei beni approvvigionati nell’8,2% (il 12% in precedenza).
La concomitanza delle criticità fin qui descritte ha continuato a generare effetti distorsivi sulle aziende.

Il 6,9% del campione ha dovuto operare limitazioni a parte dell’attività aziendale (11,1% nei primi sei mesi del 2023), il 12% è stato costretto a riorganizzare, anche solo parzialmente, il lavoro e l’attività produttiva (29,3% in precedenza), il 33,7% ha dichiarato impatti rilevanti sui costi di produzione (il 43% nello scorso Osservatorio) e il 42,3% ha segnalato un’erosione dei margini di profitto (il 70% tra gennaio e giugno 2023).

Occupazione

Il campione di Lecco e Sondrio descrive un quadro si sostanziale tenuta dei livelli occupazionali nella seconda metà del 2023.
La stabilità si registra nel 72,3% dei casi, mentre le indicazioni di aumento (11,1%) e diminuzione (16,6%) si bilanciano. Il rallentamento dell’attività registrato attraverso gli indicatori di domanda, attività produttiva e fatturato non ha determinato ricadute sugli organici aziendali; al contrario, un’impresa su tre (33,5%) ha indicato difficoltà nell’individuare sul mercato personale con competenze necessarie a rispondere ai fabbisogni. Le aspettative formulate riguardo l’andamento occupazionale nei primi sei mesi del 2024 confermano il diffuso giudizio di stabilità (70,2%). In caso di ipotesi di variazione, l’espansione dei livelli (19,5%) incide maggiormente rispetto alla diminuzione (10,3%).

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