Dopo le proteste salta l'accordo sul CETA

Contro l'intesa tra Ue e Canada era stata grande la mobilitazione anche in Valle

Dopo le proteste salta l'accordo sul CETA
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Dopo settimane di proteste e mobilitazioni anche in Valtellina salta l'accordo sul CETA. Slitta l'approvazione in Senato.

Salta l'accordo sul CETA: niente voto

Il Senato non voterà oggi la ratifica del CETA, come invece inizialmente previsto. La cancellazione dall’agenda dei lavori va letta come un successo della mobilitazione da parte della società civile. Una mobilitazione lanciata dallaCampagna Stop TTIP Italia, composta da oltre 200 associazioni e 50 comitati in tutta Italia. Con loro Coldiretti, Cgil, Greenpeace, Legambiente, Arci, Movimento Consumatori, Slow Food, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch, che ha portato migliaia di persone a contestare i loro rappresentanti favorevoli all’accordo tra Unione Europea e Canada. E che ha portato i principali sostenitori del trattato al Senato – Forza Italia e Pd – a valutare che non ci sono le condizioni per forzare il voto.

Grande la mobilitazione anche in Valle

La mobilitazione contro il CETA aveva interessato anche la nostra provincia. In prima fila si era posta Coldiretti, per difendere i prodotti a marchio della filiera agroalimentare che rischiano di perdere valore. L'accordo, infatti, favorirebbe secondo i contrari lo sviluppo di prodotti simili ma senza una chiara origine. Un fatto che penalizzerebbe l'intera filiera e, in particolare, la Valtellina. Tanto che al fianco di Coldiretti si sono subito schierati il Consorzio Tutela Casera e Bitto e Melavì.

In campo anche sindaci e amministratori

E anche la politica locale è scesa in campo. Numerosi i sindaci e gli amministratori che un paio di settimane fa avevano manifestato a Roma insieme a Coldiretti. Particolarmente folta era stata la delegazione della Bassa Valle. Con la Comunità montana che aveva anche votato un documento contrario al CETA.

 

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