L'intervista

Popolare Sondrio verso l'assemblea, anche Uncem sostiene i piccoli azionisti

Il presidente regionale dell'associazione di comuni e comunità montane spiega i motivi della scelta.

Popolare Sondrio verso l'assemblea, anche Uncem sostiene i piccoli azionisti
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Anche Uncem Lombardia scende in campo per sostenere i piccoli azionisti della Banca Popolare di Sondrio. Lo fa attraverso il presidente regionale dell'associazione di Comuni delle terre alte e Comunità montane Tiziano Maffezzini. Una presa di posizione che arriva dopo quella di ieri, mercoledì 20 aprile 2022, del Comitato per l'Autonomia e l'Indipendenza della Bps. E tutto a poco più di una settimana dall'assemblea, fissata per il 30 aprile, e a pochi giorni dalla scadenza (27 aprile) per il conferimento delle deleghe.

 

 

Banca Popolare Sondrio, anche Uncem sostiene i piccoli azionisti

Il 30 aprile infatti si terrà, benché non ancora in presenza a causa delle restrizioni dovute al Covid, la prima assemblea dei soci della BPS dopo il passaggio ad Spa. Da voto capitario (1 testa 1 voto) a voto capitale (nelle società per azioni pesa il numero di quote della società in possesso, maggiore è il numero, più conta il voto di quell’azionista).

 Perché parlare della Banca Popolare di Sondrio, presidente?

“Vorrei analizzare questa situazione partendo dal fatto che la BPS, forte dei suoi 150 anni di storia, di cui, come valtellinese mi consentirete, vado orgoglioso, è oggi presente in 7 regioni: Lombardia, Piemonte, Val d'Aosta, Liguria, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e nell'area di Roma. Nella sola Lombardia si contano 379 filiali (482 quelle complessive in Italia), 48 nella sola città di Milano.

La BPS ha mantenuto però una dimensione “locale” del sistema creditizio, una banca che finanzia le idee del territorio, che è vicina agli attori economici e ne conosce le caratteristiche e può così compiere scelte oculate e mettersi al servizio dell’economia locale. Cosa significa questo? Significa occupazione, servizi e sostegno all’economia, alle imprese, agli enti e a tutti i piccoli e piccolissimi risparmiatori. Significa, dunque, anche contribuire a mantenere vive le nostre piccole comunità di montagna. Di fatto la BPS, nel corso della sua naturale evoluzione, ha saputo “esportare” un modello virtuoso di “fare banca”. Un valore aggiunto, dunque, per il suo territorio d’origine così come per l’intera regione.

Non solo, secondo l'ultima classifica europea SREP-Supervisory Review and Evaluation Process che valuta lo stato di salute degli istituti di credito di tutta l'Eurozona, Italia compresa, la BPS una delle banche italiane più solide”.

Cosa si e ci aspetta, dunque, il 30 aprile?

“Mi aspetto che tutti gli azionisti, dai grandi ai piccoli e piccolissimi, colgano l’opportunità fornita dall’Associazione “Insieme per la Popolare”, associazione piccoli azionisti di recentissima costituzione. Un’iniziativa che, a mio parere, ha centrato l’obiettivo, ovvero quello di costituire, attraverso il meccanismo di adesione e di conferimento di delega di voto, un azionariato in grado di tutelare un patrimonio storico a servizio dei territori e delle loro comunità, evitando così che il futuro della banca sia appannaggio dei grandi fondi di investimento che, come sappiamo, operano secondo logiche e prospettive globali”.

 Difendere lo stato dell’arte potrebbe risultare anacronistico in questa fase storica?

“Tutt’altro, a mio avviso sarebbe segno di grande lungimiranza da parte dei cittadini e degli azionisti. Unire le proprie forze per difendere non un interesse specifico ma l’interesse di tutti a cominciare dal delicatissimo tema occupazionale. Lo abbiamo visto ancora di recente rispetto ad altri istituti, e UNCEM lo ha più volte denunciato: chiusure di filiali, depotenziamento dei servizi a livello territoriale, abbandono delle comunità più piccole e isolate... quello che sta accadendo, ormai da tempo, in alcuni contesti sembra essere un processo irreversibile poiché nessuno è stato in grado di opporsi a logiche che, ripeto, rispondono a ben altri obiettivi”.

 Si potrebbe dire che il futuro è anche nelle nostre mani in questo senso?

“Sì. Noi amministratori di montagna lo sappiamo bene e ogni giorno non facciamo che ripeterci e ripetere che, perché le cose funzionino, ci vuole coraggio e responsabilità individuale. Scommettere e scegliere di schierarsi! Basta lamenti fini a se stessi come se non potessimo mai decidere, in nessun campo. Non dico che sia facile e spesso il risultato non è quello sperato, ma in questo caso, il futuro è davvero in parte nelle nostre mani. Se questo “pezzo di storia” verrà spazzato via dalla rassegnazione e da quel senso di impotenza che sempre più spesso ci condiziona, non potremo che lamentarci con noi stessi. L’associazione “Insieme per la Popolare” è riuscita, in pochissimo tempo, a riunire intorno a sé il mondo economico, culturale, sociale e istituzionale. Una riflessione condivisa e unitaria - fatto davvero raro, ancor più in tema di finanza - che ha visto l’adesione di numerosissimi azionisti, dai piccoli e piccolissimi ai grandi. Direi che questa è proprio un’occasione da non perdere per essere protagonisti del futuro delle nostre comunità lombarde. Non posso che ribadire, quindi, l’importanza di aderire e conferire delega all’associazione affinché possa portare in assemblea la voce di chi sceglie consapevolmente che sostegno desidera per l’economia del proprio territorio”.

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