I prodotti tipici uniscono agricoltura e commercio

La sinergia che valorizza il territorio nel nome del mangiar sano

I prodotti tipici uniscono agricoltura e commercio
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I prodotti tipici come momento di unione tra agricoltura e commercio. E la loro valorizzazione è valorizzazione del territorio. Se ne è parlato ieri in un convegno.

Prodotti tipici sotto i riflettori

Nella nostra provincia ci sono tutti i presupposti per rivitalizzare la collaborazione tra mondo agricolo e rete del commercio di vicinato. A riproporla con forza gli spunti e le riflessioni emersi in occasione del convegno “Alimentazione sana e territorio”.

L'intervento di Loretta Credaro

"Questo convegno - ha detto la presidente dell’Unione Loretta Credaro - si colloca all’interno della strategia volta alla valorizzazione del territorio e dei prodotti locali di qualità. La collaborazione sempre più stretta con Coldiretti rientra nella considerazione che lo sviluppo delle nostre attività commerciali e turistiche appare fortemente sinergico con quello delle attività degli agricoltori".

L'intervento di Alberto Marsetti

"Il mondo agricolo valtellinese - ha sottolineato il presidente di Coldiretti Sondrio Alberto Marsetti - sta vivendo una stagione di riscoperta delle proprie origini e in questo contesto si inserisce anche il ritrovato interesse per il valore del territorio e dei prodotti di qualità. E’ in quest’ambito che trova spazio il matrimonio con la realtà commerciale dei piccoli negozi di vicinato e con la ristorazione. C’è ancora molto da costruire, ma sono orgoglioso di quanto fatto in questi anni".

La nutrizionista Gloria Capitanio

"Un’alimentazione sana - ha spiegato la biologa nutrizionista dell’Irccs Gloria Capitanio - è uno dei principali presupposti per stare in buona salute. I prodotti della tradizione del territorio (bresaola, mele e pizzoccheri) rappresentano una garanzia. La segale e il grano saraceno contengono proprietà nutritive di notevole importanza".

L'esperto di marketing Vincenzo Russo

Il professor Vincenzo Russo, docente di Psicologia dei consumi e Neuromarketing allo Iulm, ha catalizzato l’attenzione svelando le strategie e i segreti che stanno alla base del marketing alimentare: "I consumatori oggi non si fidano. I cittadini vorrebbero essere più consapevoli, ma quasi sempre manca loro la competenza nello scegliere i prodotti di maggior valore e qualità. Per vendere, occorre intercettare le emozioni dei consumatori".

L'intervento di Giacomo Mojoli

Guarda al futuro Giacomo Mojoli, conoscitore dei prodotti tipici ed esperto di design del territorio e della comunicazione. E suggerisce alla Valtellina che "la territorialità e la qualità dei prodotti sono ormai un prerequisito e che sarà sempre più necessario mettersi nell’ottica di una cultura del progetto. Il “consumattore”, infatti, è oggi attento sì al prodotto, ma anche e soprattutto al processo che c’è dietro. Mangiare è un atto agricolo e tutto ciò che mettiamo nel piatto è il risultato di un’agricoltura che vorremmo sempre più green e sostenibile".
La Valtellina ha molte risorse e potenzialità, ma ciò che occorre è "dare continuità a una progettualità rivolta al futuro, senza cadere nell’errore di fossilizzarci nell’unicità e nell’autoreferenzialità (quindi nella marginalità), ma aprendoci alle sfide, al confronto tra grandi, all’ibridazione, dicendo il vero per veicolare emozioni con credibilità e autenticità".

Commenti
Giulio Salvi

Peccato non aver potuto partecipare ma due domande sarebbero sorte spontanee Fare marketing dovendo mandare messaggi tra brisaola e bresaola o tra bitto e storico ribelle non è di Tafazziana memoria ? ….e mi sembra che slowfood abbia un bel ruolo nelle faccende

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