Scuola inclusiva: "C'è ancora molto da fare"

Venerdì 29 novembre, a Sondrio, dalle ore 17.30 alle 19.30, presso la sala Conferenze dell’Hotel Vittoria si è tenuto l’incontro: “La scuola è di tutti. Alleanze tra soggetti e istituzioni per una scuola inclusiva”

Scuola inclusiva: "C'è ancora molto da fare"
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Venerdì 29 novembre, a Sondrio, dalle ore 17.30 alle 19.30, presso la sala Conferenze dell’Hotel Vittoria , in via Bernina 1 si è tenuto l’incontro: “La scuola è di tutti. Alleanze tra soggetti e istituzioni per una scuola inclusiva”.

Relatrice Elisabetta Nigris

L’incontro è stato molto partecipato a testimonianza che ragionare e discutere di scuola è più che mai necessario. Più di 50 persone hanno ascoltato le relazioni, hanno condiviso esperienzee buone pratiche proponendo possibili piste di collaborazione . La relatrice Elisabetta Nigris con un’esperienza internazionale in ambito educativo-didattico, delegata del Rettore dell’Università Milano-Bicocca per la formazione degli insegnanti e Responsabile del Forum della Conoscenza del PD nazionale, ha aperto la riunione presentando alcuni dati significativi (fonte MIUR 2018 e OCSE- PISA 2016) che dimostrano come il successo formativo sia, sempre di più, un “fenomeno ereditario”. Infatti l’’8% dei giovani tra i 25 e 34 anni con genitori privi di un diploma secondario superiore riesce a concludere il percorso universitario e a raggiungere la laurea (si consideri che la media OCSE è del 22%); il 32% per i giovani con genitori con un diploma di scuola secondaria di secondo grado; 65% tra i giovani con i genitori in possesso di una laurea: sono 57 punti percentuali in più rispetto a chi non ha avuto la sorte di avere genitori laureati. Risulta evidente che la scuola ha perso quel ruolo di ascensore sociale e a fatica risponde ai principi degli Art 3 e 34 della Costituzione.

Povertà educativa

Nigris ha poi evidenziato come i dati sulla povertà educativa siano allarmanti. L’Atlante Save the Children (2017) mostra che la percentuale di bambini e adolescenti tra i 6 e 17 anni che “non hanno praticato sport in modo continuativo, non hanno utilizzato internet quotidianamente, non sono andati a teatro e a concerti, non hanno visitato musei e siti archeologici, non hanno letto libri, è significativamente maggiore tra coloro i quali vivono in famiglie con risorse economiche scarse o assolutamente insufficienti” aumenta sempre di più. Il 54% dei ragazzi che vivono in famiglie disagiate non ha fatto sport nell’ultimo anno in modo continuativo, a fronte del 35% dei ragazzi in famiglie con risorse adeguate o ottime; rispetto alle attività culturali - visite ai musei o ai siti archeologici – è presente uno scarto di circa 15 punti percentuali. Il quadro della situazione è stato completato con i dati relativi all’analfabetismo funzionale. Quasi 1 studente su 4 non raggiunge le competenze minime di alfabetizzazione. La quota degli studenti che non raggiungono le competenze minime cresce vertiginosamente dall’11,5% dell’insieme più benestante e con genitori dai livelli di istruzione più elevati fino al 37% di quello più svantaggiato, La traiettoria dei cosiddetti top performer : 7,5% dei ragazzi appartenenti alla fascia più agiata all’1,2% di quella più disagiata. Sa poco o nulla di scienze più di 1 ragazzo su 3 proveniente da una famiglia svantaggiata, contro 1 su 10 di provenienza agiata. Raggiunge i massimi risultati solo 1 studente su 100 con pochi mezzi a casa, contro 1 su 13 di ‘buona famiglia’. La domanda sociale e politica che emerge è :” Che scuola vogliamo e perché? Quali valori e quali le azioni per garantire “una scuola di tutti e di ciascuno”?.

Scuola è un valore aggiunto

Il prof. Labbadia, Dirigente del CPIA provinciale ha sottolineato come in Valtellina sia molto alta la percentuale delle persone che non hanno conseguito un titolo di scuola secondaria e che faticano ad orientarsi nella complessità della vita quotidiana. Oggi è indispensabile acquisire le competenze minime necessarie per essere soggetti attivi e protagonisti dei propri percorsi di vita. Il CPIA assume quindi un ruolo importante sia per l’alfabetizzazione degli stranieri sia per la formazione degli adulti sia per la scolarizzazione dei giovani che hanno in precedenza abbandonato la scuola. La scuola è un valore aggiunto che non riceve né il giusto riconoscimento né sufficienti risorse economiche. L’investimento del 4% del PIL Nazionale non basta certo far fronte alle criticità odierne. P.L. Labbadia ha sottolineato comunque che, al di là delle criticità e delle difficoltà presenti, è importante “agire senza ma e senza se”. L’azione è necessaria “nonostante…”. Per migliorare la scuola è indispensabile una adeguata selezione e valutazione del personale ed è improcastinabile aprire un dibattito serio sul ruolo del docente oggi e sulla sua deontologia professionale.

Molto da fare

Il Presidente dell’ ANFASS Guido Mazzoni, che con gli altri volontari dell’Associazione molto ha promosso e realizzato in Provincia di Sondrio, ha ripercorso a grandi linee le conquiste legislative e culturali che garantiscono alle persone con disabilità di partecipare a pieno titolo alla vita scolastica del paese. C’è ancora molto da fare per costruire una mentalità davvero inclusiva, ma è necessario richiedere con forza che gli insegnanti di sostegno siano specializzati, competenti e partecipi appieno della quotidianità scolastica. Non è pensabile che persone con disabilità siano “obbligate” a frequentare solo la scuola dell’infanzia e la scuola primaria perché i processi di etichettamento escludono la disabilità dai contesti scolastici della scuola secondaria; sarebbe possibile superare gli ostacoli grazie ad “un accomodamento ragionevole” e garantire a tutti il diritto di usufruire appieno del tempo scuola e del percorso scolastico. Spesso però la rigidità burocratica più che favorire, ingessa i processi: ad esempio, una parziale e scorretta interpretazione della Legge cosiddetta “dopo di noi” impedisce di fatto, di progettare e vivere una serie di esperienze socializzanti e di autonomia. Erminio Tognini, ha condiviso, insieme a Francesca Nobili, la sua esperienza di volontario in carcere. “Entrare in carcere” ha detto “ è un’esperienza che ti forma e ti fa riflettere, molto riflettere…” I detenuti della Casa Circondariale di Sondrio hanno per lo più un retroterra di marginalità e deprivazione; pochi hanno assolto l’obbligo scolastico e faticano a scrivere e a leggere, ma manifestano il bisogno di essere ascoltati, supportati e accompagnati nel costruire o ri-costruire le loro competenze di cittadinanza. Coordinando l’incontro M. Crimella ha sottolineato come una formazione insufficiente del personale, una cultura scolastica autoreferenziale e l’individualismo di molti docenti impedisca la costruzione di scelte condivise e di un proficuo lavoro in team; spesso si respira una sorta di “fastidio” per il mondo esterno, interpretato come agente di disturbo e non come spazio d’azione. M Crimella ha concluso ricordando come in molte, troppe, situazioni siamo davvero lontani dai modelli di scuola democratica e attiva proposti da J Dewey, M. Montessori e Don Milani.

Testimonianze

Il dibattito ha raccolto testimonianze importanti su attività effettuate, ha prodotto interventi e proposte interessanti: l’Associazione Rueido di Bormio ha promosso e organizzato, con il supporto del CPIA provinciale, attività di alfabetizzazione che hanno contribuito davvero ad inserire numerosi stranieri nel contesto sociale e produttivo della nostra provincia. L’Associazione, ora impegnata in un percorso di alfabetizzazione di mamme straniere, sta sperimentando il valore aggiunto dell’incontro e della conoscenza di questi “mondi altri”. L’Associazione Spartiacque di Sondrio, molto attiva nel campo della formazione della persona e nel supporto del disagio giovanile opera in collaborazione con la scuola fornendo interventi di supporto, sostegno e potenziamento scolastico. Non sempre le scuole del territorio sondriese hanno aperto le porte alle iniziative proposte e la maggior chiusura si è registrata lo scorso anno quando la mostra “ Gli altri siamo noi”. Un caso? Altri gli interventi e le riflessioni; da più parti è emersa la necessità di riparlare di scuola in modo serio e costruttivo, di formalizzare reti di azioni e reti di scopo che collaborino contro le povertà e le emergenze educative, di riconoscere l’importante funzione sociale ed educativa della scuola e la volontà di prendere posizione e di schierarsi. Non è più accettabile che tutti parlino e pontifichino di scuola pur sapendone davvero poco! Questo incontro, promosso dal PD provinciale, vuole essere, nella logica della funzione dei Forum tematici, il primo di una serie di appuntamenti, aperti a tutti coloro che intendono lavorare per costruire una scuola inclusiva e rispondente alle complesse sfide attuali.

Milva L. Crimella

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