Regione Lombardia

Subito i decreti per le comunità energetiche

L’assessore agli Enti locali Massimo Sertori invoca maggiori sfrozi per aiutare le realtà locali alle prese col caro energia

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"Il caro energia ha raggiunto livelli insostenibili. La manovra è cosa buona ma non basta. Per questo abbiamo richiesto un tavolo permanente sull'energia, anche per dare impulso alle Comunità energetiche, di cui mancano ancora i decreti attuativi". Plaude ai contenuti della prima manovra economica del Governo Meloni, il quale ha subito messo a disposizione 20 miliardi per mitigare gli effetti degli aumenti in bolletta, evitando così di fermare la ripartenza del nostro Paese proprio mentre quest'ultimo stava risalendo la china. Da buon lombardo, però, lui non è rimasto inerme di fronte all'emergenza che sta attanagliando imprese e famiglie lombarde. Il lavoro, suo, e quello che vede coinvolta la Giunta Fontana sul finire di questa legislatura, infatti, sta seguendo una traiettoria ben precisa percorsa dal sistema lombardo e dai suoi attori principali. E' un Massimo Sertori a tutto campo quello che ripercorre l'ultimo passo avanti fatto in tema energia.

L'intervista all'assessore regionale Sertori

"La finanziaria ha messo sul piatto 21 miliardi per contenere i costi dell'energia. Il che va interpretato come un segnale positivo. Come Regione Lombardia, dal canto nostro, abbiamo analizzato bene la fotografia, critica, che ritrae tessuto imprenditoriale da una parte e famiglie dall'altra. Da qui la nostra proposta, ormai entrata nel vivo, che prevede un tavolo permanente dedicato all'energia. Tavolo al quale siedono, oltre ai vari assessori, tutti gli stakeholder desiderosi di liberarsi al più presto dalla morsa dei costi alle stelle e, allo stesso tempo, di guardare in prospettiva attraverso l'impiego di energia rinnovabile".

Comunità energetiche: necessità primaria

Il riferimento del titolare a Enti locali, montagna e piccoli comuni, in questo caso, è all'attesa del via libera ai decreti attuativi da parte del Governo per la creazione delle Comunità energetiche, associazioni tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e piccole/medie imprese che decidono di unire le proprie forze con l’obiettivo di produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale. A ciò si aggiungono, sempre nell'ottica dell'impiego di energia rinnovabile, i fondi europei che, questa volta, ammontano a 500 milioni di euro, rispetto ai quali, scandisce Sertori,

"bisogna utilizzare come modus operandi quello della concertazione tra assessorati e stakeholder".

Lo stesso strizza quindi l'occhio al pragmatismo dimostrato di recente dal nuovo titolare a Infrastrutture e trasporti a Roma, Matteo Salvini, dopo lo sblocco dei 42 milioni per progetti nazionali ancora fermi al palo.

"Apprezzo il modo in cui opera Salvini, è quello giusto", analizza sempre Sertori.

Un metodo tutto lombardo che Sertori auspica si traduca in una migliore governance degli Enti locali, anche per trovare piattaforme sulle quali far convergere il progetto dell'autonomia differenziata. Su province ed Enti locali, spiega in particolare Sertori

"siamo convinti che serva un ritorno alle origini, con l'elezione diretta del presidente, una squadra, una Giunta e funzioni specifiche. La riforma Delrio ha indebolito queste realtà, complicando le cose per esempio in materia di progettualità comprensoriali".

Da qui l'assioma secondo cui "l'autonomia differenziata funziona se gli Enti locali sono più forti".

La situazione dei lavoratori frontalieri

Cambiando argomento,  il Consiglio dei Ministri del 24 novembre scorso ha dato il via libera al disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra l’Italia e la Svizzera sull’imposizione dei lavoratori frontalieri. Il patto prevede che coloro che risiedono in Italia ma che lavorano in Svizzera o che vi hanno lavorato a partire dal 31 dicembre 2018 saranno soggetti a un'imposizione basata sul regime di tassazione esclusiva in Svizzera fino alla data di entrata in vigore dell’accordo. Che inaugura così la stagione dei nuovi frontalieri e riaccende il dibattito sulla carenza di lavoratori nelle zone di confine.

"Il nuovo accordo parte da un documento sottoscritto dal presidente Attilio Fontana e dall'allora presidente Christian Vitta del Canton Ticino - rivendica Sertori -. Avevamo delineato i principi che il Governo Meloni ha poi tradotto in un accordo. In sostanza, gli oltre 70 mila frontalieri non avranno un regime che si modifica. Questi ultimi andranno quindi in pensione con le attuali regole. Era importante preservare i loro diritti acquisiti. Fin dal principio della trattativa abbiamo sostenuto l'esigenza di mantenere lo status quo per i frontalieri in essere e così abbiamo fatto".

Lo sguardo di Sertori è dunque proiettato ai "nuovi" frontalieri, per i quali, assicura:

"ci saranno maggiori gettiti per le casse di Roma. Gettiti che, oltre ai ristorni che già conosciamo, serviranno per ridurre il cuneo fiscale a chi lavora nelle zone di confine, così che ci possa essere un aumento degli stipendi percepiti affinché ci sia una minore attrattiva di quelli svizzeri. Stiamo ragionando con il ministro all'Economia Giancarlo Giorgetti che ne condivide le preoccupazioni e, nel giro di 6 mesi, speriamo di trovare la soluzione giusta".

Per dimostrare la valenza delle buone pratiche lombarde Sertori conclude ponendo l'accento sulla montagna:

"Il 40% del territorio lombardo è montano. Nel corso dell'attuale legislatura abbiamo effettuato tantissime azioni per aiutare i piccoli Comuni nell'ottenimento di importanti sostegni. I patti stanno funzionando in quanto prevedono che i progetti vengano direttamente dal basso e che, solo successivamente, la regione li finanzi. Sulle province di Brescia, Bergamo e Sondrio, poi, insistono come sappiamo le strutture adibite ai giochi olimpici invernali Milano Cortina 2026, un evento che catalizzerà l'attenzione mondiale e che coinvolgerà le comunità montane urbane in un'unica voce".

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