agricoltura sociale

Orto sociale Technoprobe: attenzione a comunità e ambiente

L’esempio virtuoso della multinazionale lecchese che ha dato vita nel 2018 a un progetto insieme alla cooperativa Paso Lavoro.

Orto sociale Technoprobe: attenzione a comunità e ambiente
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Quello della Technoprobe è certamente un esempio virtuoso di attenzione alla comunità e all’ambiente, attraverso un progetto di agricoltura sociale. Tutto nasce dalla passione del fondatore Giuseppe Crippa, come ci racconta il figlio Roberto, vice presidente della multinazionale leader nel settore della microelettronica:

«Quando abbiamo realizzato la nuova sede a Cernusco Lombardone, in provincia di Lecco, abbiamo acquistato anche un’area agricola di circa 40.000 mq, da un’idea nata da mio padre che tutti abbiamo sposato. L’intenzione era quello di realizzare un progetto di agricoltura sociale per l’inserimento lavorativo di persone escluse dal mondo industriale ma che qui hanno trovato una possibilità e soddisfazione».

Orto sociale Technoprobe: attenzione a comunità e ambiente

Giuseppe Crippa, fondatore della Technoprobe Spa con i figli Roberto e Cristiano

Nonostante Technoprobe abbia ormai uffici in Europa, Asia e Stati Uniti, il legame con il territorio resta molto forte. Così nel 2018 prende vita l’orto sociale, in collaborazione alla cooperativa Paso Lavoro di Merate, che si occupa di inserimenti lavorativi e creare occupazione per persone disabili o in condizioni di fragilità. Attualmente sono coltivati circa 2.000 mq, presenti anche un frutteto e una piccola vigna, ed è aperto casetta per la vendita al pubblico dei prodotti a km zero.

«Ma vogliamo ampliare le attività, stiamo piantando degli alberi per realizzare un bosco, con piante autoctone del territorio, e stiamo studiando un polo di aggregazione sociale presso la cascina in ristrutturazione: un luogo di incontro, socialità e di opportunità di lavoro».

I dipendenti hanno da subito apprezzato l’iniziativa, «è bello poter trascorrere una pausa in mezzo al verde ben curato, e mai come adesso sentiamo il bisogno di stare all’aperto…». In effetti, il Covid ha cambiato le nostre abitudini e le nostre priorità.

Poi i prodotti sono in vendita per tutti, dipendenti e cittadini. «Quando poi potremo riaprire la mensa interna utilizzeremo certamente i prodotti del nostro orto». L’obiettivo del progetto, infatti, è che diventi economicamente autosufficiente:

«Sosteniamo la cooperativa soprattutto per i lavori necessari, ad esempio quest’anno abbiamo realizzato delle serre per poter coltivare certi prodotti più mesi durante l’anno. Inoltre, si è creata una bella rete sul territorio, offrendo nel negozio prodotti a km0, i nostri ma anche quelli di aziende agricole della zona, specializzate in certe colture. In questo modo valorizziamo i produttori locali e difendiamo l’ambiente, favorendo un minor consumo di plastica e l’inquinamento causato dal trasporto».

Chiudiamo con un commento sulla nostra iniziativa “Facciamo l’orto in casa”:

«L’ho vista ed è bellissima, compro sempre il giornale. Avere i semi così a disposizione stimola anche chi non ha mai fatto l’orto, fa venir voglia di provare e vedere cosa può crescere».

 

 

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