Province, anche l'Europa boccia la riforma

Crosio: "L’ennesima figuraccia di governi improvvisati: Delrio dovrebbe dimettersi"

Province, anche l'Europa boccia la riforma
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Dopo il No al referendum del dicembre scorso anche l'Europa boccia la riforma di abolizione delle Province. E il leghista Crosio attacca il ministro Delrio.

L'Europa boccia la riforma, scoppia la polemica

"La raccomandazione del Consiglio d’Europa all’Italia ha i toni della perentorietà. Dice che deve rivedere la politica di progressiva riduzione e di abolizione delle Province. E ristabilirne le competenze. Ovviamente dotandole delle risorse finanziarie necessarie per l’esercizio delle loro responsabilità. Dopo la bocciatura dei cittadini che hanno votato No al referendum, arriva quella dell’istituzione europea. E' contenuta nel rapporto di monitoraggio sulla situazione italiana". Lo ha detto il senatore leghista Jonny Crosio commentando la notizia della bocciatura della riforma italiana da parte del Consiglio d'Europa.

L'affondo di Crosio

Crosio affonda: "Una figuraccia per un governo improvvisato che aveva presentato la riforma come uno dei punti fondamentali della sua politica. Volevano il depotenziamento delle Province e il loro isolamento istituzionale. Il tassello della volontà accentratrice di una sinistra che punta ad annientare le autonomie locali è stato censurato. Il Consiglio d’Europa chiede il ripristino delle Province. Inoltre raccomanda di ristabilire l’elezione diretta degli organi di governo. E anche di fissare un sistema di retribuzione ragionevole ed adeguata dei loro amministratori".

La richiesta di dimissioni

Il senatore valtellinese conclude: "Ce n’è abbastanza per un pubblico mea culpa. E per una retromarcia chiesta a gran voce dai cittadini, dagli amministratori pubblici e dai dipendenti delle Province. Enti delegittimati e lasciati senza risorse. Che non riescono a svolgere funzioni fondamentali come assicurare la manutenzione di edifici scolastici e strade. La raccomandazione del Consiglio d’Europa conferma quanto emerso dallo studio condotto dal Senato. Sono tutte cose già note, per noi almeno. Evidentemente non per il governo che continua lungo un percorso che porterà l’Italia allo sfacelo. Che l’artefice di tutto questo, che ha dato il suo nome alla riforma, abbia almeno la decenza di dimettersi. Delrio si occupi dei veri problemi del paese invece di fare lo sciopero della fame per lo ius soli".

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