comunicato stampa

Il servizio idrico? Va oltre l'acqua del rubinetto

L’impegno di Como Acqua tra qualità del servizio e tutela della risorsa

Il servizio idrico? Va oltre l'acqua del rubinetto
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Poter usufruire senza limiti di acqua dolce corrente è spesso dato per scontato, un gesto abituale tanto semplice come aprire il rubinetto. Si tratta di un sentire comune e diffuso, con cui noi gestori del Servizio Idrico Integrato veniamo spesso in contatto. Forse anche perché il nostro lavoro – come l’acqua che trattiamo – ha dei tratti di trasparenza se non di “invisibilità”. 

In uno studio condotto dal Laboratorio REF, un think tank focalizzato sui servizi pubblici, è emerso come la maggior parte dei cittadini-utenti siano poco a conoscenza del servizio idrico. Per esempio, solo uno su due conosce il nome della società che fornisce l’acqua e solo uno su tre ha saputo indicare le quattro principali attività di cui i gestori sono responsabili. Se l’ambito più menzionato è quello della fornitura d’acqua, solo la metà degli intervistati crede che i controlli sulla qualità, prima e dopo la depurazione, spettino alle Società di gestione.

Prelievo e distribuzione, controlli, depurazione e costante lavoro di manutenzione e miglioramento delle infrastrutture grazie a investimenti monetari e in ricerca: il Servizio Idrico non si limita alla sola acqua che esce dal rubinetto. Esso è un insieme complesso e articolato di infrastrutture, di persone e del loro lavoro, di ricerca tecnologica e di investimenti, di azioni quotidiane e interventi straordinari sul territorio e per il territorio. Per Como Acqua, Servizio Idrico Integrato significa fornire un servizio indispensabile alla vita, garantendo che l’accesso a quello che – senza retorica – è davvero il “bene più prezioso” sia sicuro, continuato, sostenibile, nell’ottica di una transizione verso un’economia circolare e della mitigazione ai cambiamenti climatici. Una responsabilità che non può essere scissa dall’attività di cui il gestore idrico si fa carico, ogni giorno e 365 giorni l’anno, quando persegue una sempre maggiore qualità del servizio per l’utenza. Perché non vi può essere qualità senza un approccio ambientalmente sostenibile e di tutela della risorsa. 

In questo senso, Como Acqua ha elaborato un Piano Green al 2026, in linea con un quadro normativo che a livello nazionale si concretizza negli accordi di Parigi del 2015 a livello nazionale nel Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima PNIEC 2030. 

Sostenuto da ingenti investimenti economici, esso prevede azioni concrete per diminuire le emissioni di CO2 di quasi 3.500 t/anno attraverso l’incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili, la riduzione dei fabbisogni di energia grazie a sistemi di efficientamento e una migliore gestione degli scarti dei processi di depurazione. 

Tra questi ricordiamo il potenziamento di un sistema di telecontrollo delle reti acquedottistiche per ottenere saving energetici e una riduzione delle perdite. Inoltre, verrà avviato un progetto che prevede la progressiva installazione di smart meter sia sulle utenze domestiche che sulle grandi utenze.

Verranno effettuate ulteriori diagnosi energetiche sui depuratori, sull’acquedotto e la fognatura. La scelta dei siti da sottoporre a diagnosi sarà fatta anche in funzione del monitoraggio degli indicatori di performance energetica. L’implementazione degli interventi tecnologici e gestionali individuati consentirà di ottenere significativi risparmi energetici e la possibilità di richiedere i Titoli di Efficienza Energetica (TEE).

L’approccio all’efficienza sarà reso strutturale attraverso la revisione/formalizzazione di procedure interne all’organizzazione con impatti sui consumi e la progressiva implementazione di un Sistema di Gestione dell’Energia (SGE).

Sul versante della gestione dei fanghi è previsto lo sviluppo di un progetto per trattamento e la valorizzazione energetica del binomio fanghi/FORSU. L’obiettivo è aumentare la produzione di biogas negli impianti di depurazione, ma anche di valorizzare la FORSU, che non è più ridotta a semplice materiale di scarto. 

Tutto questo senza dimenticare un elemento fondamentale, l’energia. Lo scopo è aumentare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili.

E a fronte di progetti come quelli raccontati e investimenti complessivi che superano i 46 milioni di euro, si attendono risultati altrettanto importanti. Eccoli:

- 7 milioni di kwh risparmiati da interventi di efficientamento energetico

- 5,6 milioni di kwh di energia autoprodotta da fonti rinnovabili

- 3.500 t di emissioni di CO2 evitate

un ritorno di 9,2 milioni di euro da ricavi e risparmi economici

Questo è quello che possiamo fare come gestore. Ma per ottenere un risultato davvero pieno non possiamo agire da soli. Serve un’alleanza. Dall’indagine sopra citata emerge un ulteriore dato di interesse. In una classifica tra chi merita più fiducia, i cittadini pongono i gestori idrici al di sopra di altri soggetti come lo Stato e la Pubblica Amministrazione, in seconda posizione dietro solo alla famiglia o agli amici. Un risultato importante che deve spingerci ad azioni in grado di instaurare o rinsaldare la relazione con l’utenza, grazie a un generale miglioramento della comunicazione e alla capacità di saper intercettare e rispondere con efficacia alle esigenze dei cittadini. Anche perché la costruzione di un rapporto più prossimo e maturo non incide positivamente solo sulla soddisfazione e sulla fiducia che gli utenti hanno del servizio, ma diviene anche una potente leva quando si tratta di coinvolgerli in azioni di sostenibilità e di condividere con essi scelte importanti che andranno a impattare sul futuro.   

Quindi, se è vero che oggi i cittadini si dicono disposti a impegnarsi per rendere più sostenibile il consumo d’acqua, è vero anche che si aspettano che a giocare un ruolo attivo per tutelare la risorsa idrica siamo proprio noi gestori. Una sfida che ci sentiamo di raccogliere. 

 

Presidente e Ad di Como Acqua
Ing. Enrico Pezzoli

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