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Le Rocche di Chiavenna protagoniste del secondo appuntamento delle Visite di Primavera

Iniziativa culturale organizzata dal Centro di Studi Storici Valchiavennaschi,

Le Rocche di Chiavenna protagoniste del secondo appuntamento delle Visite di Primavera
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Sabato 26 aprile si è svolto il secondo appuntamento delle Visite di Primavera, iniziativa culturale organizzata dal Centro di Studi Storici Valchiavennaschi, in collaborazione con il Museo della Valchiavenna e la sezione Lombardia dell’Istituto Italiano dei Castelli. Protagoniste della giornata le due antiche rocche fortificate di Chiavenna, comprese nell’area del Parco del Paradiso.

Visita

Circa un centinaio di persone, tra soci e visitatori, ha preso parte alla visita, condotta inizialmente dal direttore Alberto Dolci all’interno del Museo Archeologico, ospitato nei locali dell’ex albergo Caurga. Successivamente, il presidente del Centro, Guido Scaramellini, ha guidato il gruppo lungo la spaccatura della Caurga, cava di pietra ollare attiva fin dal IV secolo d.C., dove ancora oggi è visibile l’incisione “Salvius” su una parete rocciosa.

Il percorso è poi proseguito fino al colle di San Giorgio, anticamente denominato così per la presenza dell’omonima chiesetta del XII secolo, e noto dal Quattrocento con il nome di “Paradiso”. Durante la salita, i partecipanti hanno potuto osservare numerose testimonianze storiche, tra cui la statua del governatore grigione Pietro Salis, un tempo collocata sulla fontana in piazza Pestalozzi, fino a raggiungere la base di una torre panoramica, da cui si apre una splendida vista sul borgo e sulla piana circostante.

Attraversato l’alto ponticello della Caurga, la visita ha toccato anche la rocca di Santa Maria, dove un tempo sorgeva il castello vero e proprio. Citato già nel 995 e considerato inespugnabile, fu espugnato temporaneamente nel 1525 da Gian Giacomo Medici, il celebre Medeghino, signore di Musso. Le fortificazioni vennero poi definitivamente distrutte nel 1639, quando Francia e Spagna, al termine del conflitto noto come Sacro Macello di Valtellina, decisero di porre fine alle contese anche in Valchiavenna.

La visita si è conclusa dopo circa tre ore al Museo della Pietra Ollare, allestito all’interno di un edificio dei primi del Novecento costruito sulle fondamenta di uno dei quattordici torrioni della cinta muraria voluta da Ludovico il Moro alla fine del Quattrocento. L’ingresso gratuito ha favorito una partecipazione numerosa, confermando l’interesse e l’affetto per la storia del territorio.

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